Outercourse, il sesso non penetrativo che piace sempre di più

L'outercourse è il sesso non penetrativo, che vede la riscoperta delle coccole, dei corpi, dei giochi, togliendo l'attenzione dai genitali

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Alfonsa Sabatino

Lifestyle e Sex editor

Da anni ricopre la professione di giornalista pubblicista e ufficio stampa, come freelancer. Di recente, sta esplorando il mondo dei podcast, per dare nuova forma ai suoi approfondimenti. Per DiLei si occupa di sessualità, benessere e lifestyle.

La sessualità cambia, continuamente. Risponde allo stato di benessere (o malessere) delle persone; si fa condizionare dal momento individuale, di coppia o globale; si aggiorna per non stancarsi dopo tanto tempo di abitudini o perché non si è fisicamente vicini e per tanti altri motivi ancora. L’Outercourse per esempio piace, tanto, sempre di più. È il sesso non penetrativo, che vede la riscoperta delle coccole, dei corpi, dei giochi, togliendo l’attenzione dai genitali. E si, sembra funzionare sia tra i giovanissimi che nelle coppie stabili e di lunga data. Insomma, il fatto che il sesso cambi forma è positivo, ma ad un presupposto: che vada bene a tutti e che la nuova modalità di stare insieme sia condivisa e piacevole, rispettosa di tutti i corpi in gioco.

Outercourse: cosa significa e di cosa si tratta

La parola Outercourse deriva da “outer”, ossia esterno, e “course”, diminutivo di “sexual intercourse”, cioè rapporto sessuale. Consiste quindi nell’attività sessuale senza alcun tipo di penetrazione, che sia orale, vaginale o anale. Era una pratica usata in passato o in alcuni paesi remoti, per evitare gravidanze, la trasmissione di malattie o addirittura per preservare la verginità comuque esplorando corpi e piaceri. Oggi sono tanti i motivi per cui si è tornati al sesso non penetrativo: alcuni ci si sono ritrovati costretti, altri la considerano una piacevole variante, altri ancora rinnovano e escono così dalla routine di coppia.

Parola chiave: piacere

“La sessualità ha una parola chiave, importante più di altre, ed è “piacere”. L’obiettivo nei rapporti tra corpi è proprio la ricerca del piacere, il godimento”, commenta Alfredo De Marinis, psicologo, psicoterapeuta e sessuologo clinico di Torino. “Le persone durante il rapporto sessuale dovrebbero avere quell’unico scopo, e provare piacere. Un piacere condiviso, perchè anche nel caso in cui si voglia solo dare o solo ricevere, la scelta deve essere consensuale e accettata dai partner”. Ci sono circostanze in cui la sessualità penetrativa non è possibile o non porta godimento per entrambi o per uno dei due. È il caso di situazioni in cui c’è ansia da prestazione, eiaculazione precoce, dolori della donna prima o durante il rapporto, vaginismo, mancanza di orgasmo o dei periodi di forte stress che mettono a dura prova la fisicità maschile e femminile.

Poco performanti

In questo periodo di preoccupazione collettiva, diverse coppie hanno manifestato e sviluppato problemi legati alla sfera sessuale. Uomini e donne hanno lamentato la mancanza di desiderio, gli uomini problemi a mantenere l’erezione o di eiaculazione precoce. Per le donne c’è il dolore, orgasmi tardivi o assenti, poca lubrificazione e le performance a letto diventano poco soddisfacenti. “Questi aspetti problematici mettono a dura prova la sessualità, che viene vissuta con ansia, fatica e senso del dovere”, lasciando in secondo piano la famosa parola chiave che invece dovrebbe smuovere i bollenti spiriti. “Evitare la penetrazione allora – continua il terapeuta- dal punto di vista psicologico ha una serie di vantaggi. Per esempio l’uomo (o la donna) con ansia da prestazione si sentirà più rilassato sapendo di poter giocare coi preliminari senza arrivare al rapporto completo”.

Tanto tempo a disposizione

Altro motivo per cui il sesso alternativo alla penetrazione e non genitali-centrico ha preso piede è stato il tanto tempo a disposizione in casa degli scorsi anni di lockdown e isolamenti. Questo tempo ha permetto di dimenticare le sveltine della mattina per tornare all’arte dell’amore, per ritrovare calma e tempo da dedicarsi con qualità. Ci sono le coccole, nuovi spazi da esplorare, senza ansia, fretta o preoccupazione. Perchè, ammettiamolo, il sesso senza penetrazione è slow, più lento e tranquillo, meno frenetico.

Tutti i vantaggi dell’Outercourse

“Fuori dalla penetrazione – dice De Marinis – giocando di più, si ritrova un aspetto importante della sessualità e della relazione di coppia: l’intimità. Un’intimità fatta di conoscenza dei corpi, da sollecitare e solleticare in modo diverso e variegato. Nel sesso non penetrativo c’è più liberta di espressione e fantasia, non ci sono dubbi”. Un aspetto rilevante quello della confidenza e del nuovo contatto. “Quando le coppie arrivano da me, in terapia, per risolvere difficoltà legate alla sfera sessuale, spesso il punto da sciogliere è proprio l’intimità persa e da riscoprire. È necessario, assopiti dal tanto tempo insieme o in periodi particolarmente faticosi, ritrovare il piacere dello stare insieme, vicini nel letto. Bisogna ricominciare a stare insieme in modo amorevole, ritrovando quell’intimità fatta di carezze, baci, esplorazione; di scambio e comunicazione, anche verbale su cosa piace e cosa no. L’Outercourse allora diventa una possibilità per costruire una sessualità più ricca e meno banale, meno centrata sui genitali e più centrata sul corpo e sui sensi”.

Personalmente

Chiaramente il discorso è soggettivo e non vale per sempre e per tutti. “In un rapporto sessuale c’è una persona, uno o più partner, ci sono corpi, gusti, emozioni e vissuti diversi, che possono integrarsi e trovare alleanza oppure no. Non sempre la pratica dell’Outercourse è risolutiva perché magari ci sono persone più orientate al risultato, che si stancano dei preliminari, si stufano o che provano piacere e raggiungono l’orgasmo solo con la penetrazione. Per altre persone è un fastidio ricevere troppe coccole, essere accarezzati o toccati e guardati a lungo”. Il sesso non penetrativo è più delicato, meno scontato e più fantasioso, ma non per questo deve piacere a tutti i costi.

Una sessualità completa

Che l’Outercourse sia una realtà lo abbiamo capito, ma chissà quanto può durare e se è davvero “sano” che il sesso abbia solo questa forma. “È vero che spesso suggeriamo di ripartire dalla scoperta dei corpi nella loro globalità per sciogliere difficoltà legate al sesso. Di esplorare, giocare, perdere di vista la sola penetrazione e curare con amore tutto il contorno. L’idea però è sempre quella di tornare ad una sessualità completa, che preveda anche e di nuovo la penetrazione. Il lavoro di accompagnamento che facciamo con le coppie ha l’obiettivo di rafforzare e variare l’esperienza di piacere condiviso, il rapporto sessuale. Suggeriamo modi, forme, tempi, possibilità e alternative perché queste possano recuperare una sessualità sana e piacevole, condita da comunicazioni, sensazioni e emozioni che sono andate perdute o che non ci sono mai state. Penetrazione inclusa”.