Dal 2000 si occupa di disfunzioni sessuali, in particolare di dolore sessuale e vaginismo, con un approccio integrato, utilizzando anche EMDR.
Pubblicato: 22 Settembre 2021 15:00
La ricerca dell’orgasmo
La sessualità intesa come spinta propulsiva verso il piacere, trova la sua massima espressione fisica e mentale nell’orgasmo, considerato da sempre come l’apice del piacere. Ma è proprio così? La ricerca dell’orgasmo guida il piacere o il piacere dell’intimità con l’altro porta all’orgasmo?
L’orgasmo viene spesso ricercato, anche a costo di trasformare il rapporto sessuale in un inseguimento, e più sembra di avvicinarci più è possibile che si allontani. Coloro che hanno una difficoltà in tale senso possono sentirsi inadeguati da una sessualità non completamente appagata.
La ricerca dell’orgasmo ad ogni costo sposta il focus dal piacere e dalla centralità dell’intesa e dell’intimità tra individui, limitandosi alle sensazioni corporee, allontanando le possibilità che questo si verifichi. Si attiva allora un circolo vizioso di ricerca, frustrazione che può allontanare non soltanto dal piacere ma dalla sessualità in generale. Se il piacere e l’orgasmo si ricercano nei genitali e non nella mente e nell’intimità con l’altro, la ricerca può essere svilente. È chiaro che tutti i fattori che contribuiscono all’orgasmo vanno analizzati, ma spesso la risposta sta nell’integrazione delle diverse possibili cause.
Le cause della mancanza dell’orgasmo sia maschili che femminili sono molte e su vari piani, come abbiamo avuto modo di parlare più volte. La risposta orgasmica (e più in generale il piacere) è un’esperienza che parte dalla testa e che non possiamo considerare solo legata alla risposta genitale. Lungo questo percorso ideale, tra il desiderio e l’orgasmo vengono coinvolti vari piani, che possono andare a sottrarre o inibire la possibilità orgasmica oppure favorirla e darle libertà:
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il piano corporeo, fatto di tutto quello che è necessario per conservare e attivare il riflesso orgasmico;
il piano psicologico sia individuale che relazionale;
il contesto in cui tutto questo avviene, la cultura e l’educazione, i pensieri che facciamo su di noi e su quello che stiamo facendo mentre lo stiamo facendo.
Queste considerazioni non cambiano tra uomo e donna, come detto più volte, le similitudini sono molto più numerose delle differenze.
Perché non si raggiunge il piacere
La prima differenza che dobbiamo fare è se si tratta di una situazione che si verifica sempre o soltanto in alcune circostanze, per esempio solo in coppia, o solo con una determinata persona. Sono queste situazioni ben diverse in cui ovviamente la presenza dell’altro/a o di un determinato altro/a fa la differenza tra il lasciarsi andare e tenersi invece stretti nelle proprie posizioni. È chiaro che la situazione è ben diversa: all’interno della coppia la complicità è fondamentale, così come la possibilità di comunicare, la fiducia nel potersi lasciar andare.
Altre volte invece è esattamente il contrario, la paura di lasciarsi vedere o la paura di un’eccessiva vicinanza e intimità, bloccano la possibilità di sperimentare il piacere insieme all’altro. Possono essere presenti falsi miti o pregiudizi o pensieri negativi sull’orgasmo, per esempio come completo abbandono, perdita del controllo, disconnessione con la realtà. Se immaginato così, è chiaro che può essere un momento che può destare preoccupazione, in entrambi i sessi. Si potrebbe avere la preoccupazione che, perdendo il controllo, l’altro/a possa rappresentare una minaccia, potrebbe essere questo il caso di coloro che non hanno un orgasmo in coppia ma riescono ad avere un orgasmo con l’autoerotismo. Certamente, all’interno della coppia, la situazione sia al maschile che al femminile può essere legata anche a una modalità sessuale non adeguata o non desiderata.
Non possiamo poi trascurare le possibili cause o concause organiche: quindi prendere in considerazione le patologie o i trattamenti farmacologici che possono indurre un’inibizione dell’orgasmo. Spesso in questi casi ci si trova di fronte ad una difficoltà che compare proprio con l’assunzione del farmaco. Tra le patologie croniche consideriamo il diabete, patologie neurologiche, ipertensione non trattata, aterosclerosi, per citarne solo alcune. E poi teniamo presente il dolore sessuale sia nell’uomo (più raro) che nella donna come inibitore di piacere.
Attivare riflessioni
Credo sia importante ponendosi domanda “perché non riesco ad avere un orgasmo”, avere una sorta di piccola mappa per iniziare a orientarsi e poi scegliere eventualmente se e su quale ambito è necessario avere un aiuto specialistico.
La prima riflessione potrebbe riguardare il tempo, da quanto tempo questo mi succede? Da sempre? Da qualche tempo? Cosa è successo nel frattempo? Quando mi succede? In ogni tipo di stimolazione erotica, che sia autoerotismo o in coppia? Oppure solo con un partner? Quando questo incide su di me e come mi crea disagio? È un disagio anche all’interno della relazione? Quanto per me questa situazione è grave e cosa comporta in termini personali e relazionali?
Cominciare a darsi qualche risposta a queste domande, serve proprio per riflettere su sé stessi e sulla coppia e sui propri pensieri ed emozioni sulla sessualità, partendo da considerazioni molto semplici.