Consigli per stare a proprio agio nell’intimità col partner

La sfera intima ha un valore immenso nella coppia. Ecco alcuni consigli per viverla al meglio con il partner

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Cos’è veramente l’intimità

Se cerchiamo la definizione di intimità in Wikipedia troviamo: sfera dei sentimenti e degli affetti più gelosamente custodita contro la curiosità e l’indiscrezione altrui o anche all’intesa fra marito e moglie. A noi piace ricordare che la confidenza non si limita ai generi o a un solo tipo di unione, quella matrimoniale. Intimo è quel che sentiamo sulla pelle e nell’anima, riguarda tanto il corpo quando la mente e ha a che fare con il vissuto e le esperienze. La storia personale infatti gioca un ruolo importantissimo per il modo in cui si sceglie la persona con cui condividere e per il modo in cui si vive il rapporto con il partner successivamente alla decisione che si sente dal cuore e a livello di attrazione.

Intimità è prima di tutto vivere la relazione con l’altro/a in una condizione di sicurezza, sia fisica che emotiva. Io riesco a stare serenamente con l’altro se vivo anche il rapporto con me stesso/a in modo sicuro. La sicurezza sta nel vivere in modo tranquillo e gioioso il proprio corpo e la propria fisicità. Quando questo accade possiamo davvero pensare di lasciarci andare e siamo anche in grado di apprezzare con piacere la forma e l’interiorità dell’altro/a.

Spesso si crede che la sfera intima non sia qualcosa di migliorabile: sbagliato! Non disperate se incontrate una persona cui piacete e che vi piace molto ma si crea imbarazzo tra le lenzuola. Progressivamente dovete comunicare, chiarirvi, costruire un vostro lessico, solo vostro. L’intimità è dinamica e cambia insieme a noi, in base ai nostri gusti, ai nostri cambiamenti, alle nostre evoluzioni.

Consiglio di base: conoscersi

Lo afferma la sapienza greca e sta alla base della filosofia: la conoscenza di se stessi/e corrisponde al potere personale, alla via somma, quella che spalanca la possibilità di vivere veramente la vita con senso e significato. Se questo fattore incide sulle scelte professionali, familiari, di vita, sicuramente riguarda anche il modo in cui scegliamo di vivere il piacere. Per sviluppare autenticità con il/la partner si deve avere onestà rispetto ai blocchi, ai timori, alle voglie. Per comunicare devo prima sapere, conoscere questi aspetti di me. Per aprirmi all’altro/a, devo prima conoscere me stesso/a.

Se mi conosco, so cosa mi richiama e attrae. Questo dovrebbe divenire una sorta di “mantra” che spinge a mantenere il focus su se stessi/e. Impossibile cercare il piacere nell’altro se non si ha piacere guardando la propria immagine. Non si tratta solo di quel che lo specchio rimanda. Molto importante è anche la rosa di pensieri che scegliamo di nutrire. Spesso una postura che rende meno attraenti è il risultato di una disistima nutrita con pensieri depotenzianti. Occorre invece, attraverso i pensieri giusti ed equilibrati, darsi il permesso di piacersi, di avere piacere prima di tutto nell’immagine che lo specchio ci rimanda.

Partire dal proprio corpo: 5 passi fondamentali

Il primo passo per amare il proprio corpo quindi passa per la mente. Il modo in cui ci percepiamo è strettamente legato alle cose che ci diciamo sul nostro corpo. Conoscere i propri ritmi, sentire come ci piace essere amati/e, capire in cosa consiste la passione per noi, come la riconosciamo, come la sentiamo. Quindi il secondo passo riguarda il nostro corpo fisico: come mi presento? Che immagine rimando agli altri? Come vorrei manifestarmi davanti agli altri?

Il terzo passo corrisponde ad analizzare in modo esaustivo e preciso le proprie movenze, il modo in cui il nostro corpo agisce nel mondo. In altre parole, il modo in cui occupiamo lo spazio con il nostro corpo: se ci si muove con imbarazzo, incertezza, che passo abbiamo, quale vorremmo, come sta la schiena, che viso abbiamo quando ascoltiamo e quando parliamo. Sono tutte domande utili non per giudicarsi, ma per visualizzare le situazioni in cui vorremmo trovarci.

Quarto passo: farsi proprio questo tipo di domande: cosa mi piace? In termini di comportamenti, parole, silenzi, musica di sottofondo, luce, orari del giorno, vestiario, profumi, candele. La base sta nell’immaginare un appuntamento tipo e andare davvero nel dettaglio, visualizzando anche il proprio corpo.

Quinto passo: sperimentare. Non fermatevi nella zona di confort, non sostate in quello che conoscete. Cercate, esplorate, guardate film, riviste, chiedete consigli, insomma, andate all’avventura sensoriale.

Il potenziale erogeno della pelle

La pelle ci riveste completamente e di fatto è l’organo più esteso dell’apparato tegumentario. In sintesi abbiamo un organo che ci copre per una superficie pari a 2 m² e che ha funzione di protezione (muscoli, organi interni, ossa) e di ricezione e invio di segnali. Prendersi cura della propria pelle dopo l’allenamento, scegliere il bagnoschiuma che amiamo, dedicarsi a fare e farsi fare massaggi, questi sono tutti consigli utilissimi per chi vuole entrare a contatto con il piacere.

Un organo extragenitale che viene a volte escluso dalla sfera erotica quando si parla di sesso ma che invece a tutti gli effetti, per via delle terminazioni nervose, ha un potenziale erogeno sconcertante. Quando vi avvicinate a qualcuno che vi piace non sottovalutate le grandi risposte che il contatto con la pelle genera e crea. E, se avete un partner abituale, se condividete la vostra vita da tempo con qualcuno/a, potete partire proprio da angoli di pelle ancora inesplorati o che avete imparato ad amare nel tempo in quanto si tratta di una mappa immensa, di un “terreno fertile” pieno di tesori.