Zanzara tigre, come evitare le punture e che malattie può trasmettere

I cambiamenti climatici in corso favoriscono l’aumento delle punture e delle patologie trasmesse da queste pericolose zanzare.

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Alessandro Antonio Labate

Medico chirurgo specialista in Medicina Interna

Medico chirurgo specialista in Medicina Interna. Dirigente Medico presso il reparto di Malattie respiratorie dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

La zanzara tigre è una zanzara di aspetto tigrato prevalentemente diurna, quindi attiva nel tardo pomeriggio e nelle prime ore del mattino, nonché “antropofila” quindi predilige il genere umano. È un tipo di zanzara tropicale e subtropicale, per cui la sua diffusione alle nostre latitudini va via via aumentando in associazione con i cambiamenti climatici e la tropicalizzazione del clima. Questa zanzara inoltre ha una sempre più spiccata resistenza agli insetticidi e si sta adattando ai climi più rigidi.

Di pari passo con la diffusione di questa zanzara vi è l’aumento dei rischi legati alle possibili patologie che questa zanzara può trasmettere, anche se in Italia il rischio di contagio connesso al morso di zanzara è basso.

Conosciamo meglio la zanzara tigre

La zanzara tigre (o Aedes albopictus) è una zanzara, originaria dell’Asia Tropicale e Subtropicale, che deve il suo curioso nome alle striature bianche presenti lungo il suo corpo di colore nero. È arrivata in Europa, e anche nel nostro paese, probabilmente attraverso l’importazione intercontinentale di merci nei primi anni ’90 e da allora ha conosciuto una diffusione rapida e inarrestabile.

Presente oggi ovunque, in ogni regione peninsulare e sulle isole, è stata spesso protagonista di preoccupazioni ed emergenze sanitarie e/o ambientali.

Questa zanzara è dotata di sei zampe e un paio di ali e da adulta può misurare dai 2 ai 10 mm, ma la grandezza effettiva di ogni esemplare dipende molto dal numero di larve presenti e dall’alimentazione che riescono a procurarsi nel corso del loro sviluppo. I maschi di zanzara tigre sono più piccoli delle femmine del 20% circa, come spesso accade anche in altre specie di zanzare ed è sempre la femmina a pungere le sue malcapitate vittime, mente il lavoro del maschio si limita a prelevare nettare dai fiori.

A causa dell’innalzamento delle temperature stagional,i i cicli riproduttivi della zanzara tigre, potenziale vettore di patologie, vanno avanti senza sosta per quasi tutto l’anno, spiegano gli esperti. La zanzara tigre in Italia è in comunemente attiva da marzo a ottobre, ma si è adattata alle temperature invernali grazie alla “diapausa”, un processo che congela la maturazione delle uova durante l’inverno per poi riattivarne la maturazione con l’arrivo della bella stagione.

La zanzara tigre predilige gli ambienti freschi e ombreggiati, come le siepi, l’erba alta, gli arbusti o l’interno delle abitazioni e le stanze più riparate dal sole e dal caldo. Per lo stesso motivo, a differenza di altre zanzare, esce allo scoperto solamente nelle ore diurne più fresche, come l’alba o il tramonto, mentre di notte resta a riposo.

La deposizione delle uova avviene dove c’è acqua stagnante e uno dei punti che rende questa zanzara un nemico temibile è la sua straordinaria capacità di adattamento ai più diversi ambienti.

Perché la zanzara femmina punge l’uomo o gli altri animali? Il suo obiettivo è quello di prelevare sangue per nutrire le sue uova e, per quanto la sua puntura risulti particolarmente fastidiosa, la quantità di sangue sottratta è inferiore ai 2 microlitri. Generalmente abituata a volare a bassa quota, questa zanzara morde prevalentemente sulle caviglie o sugli arti inferiori.

Sfortunatamente il morso di zanzara tigre risulta molto più fastidioso di quello delle altre zanzare e provoca gonfiore, prurito intenso, irritazione, arrossamenti e anche dolore. Nei soggetti allergici, un numero elevato di punture può anche causare serie problematiche di salute.

La zanzara tigre come vettore di malattie: cosa significa?

Si tende a definire le zanzare come “vettori” di malattie pericolose, ma cosa si intende? I vettori sono organismi capaci di trasmettere agenti patogeni, come virus, batteri, funghi e parassiti da un animale infetto ad altri animali, oppure all’uomo.

Tali agenti patogeni introdotti nell’organismo sono potenzialmente in grado di scatenare malattie anche gravi ed è per questo che la puntura di questo insetto è ritenuta particolarmente pericolosa, sia per gli animali domestici, sia per l’essere umano.

La zanzara tigre può diventare vettore di numerose tipologie di patogeni e negli ultimi anni si è assistito a sempre più frequenti focolai di malattie trasmesse dal morso di zanzara, anche in Italia. È bene precisare che generalmente gli agenti patogeni non sono endemicamente presenti sul nostro territorio, ma sono stati diffusi da soggetti provenienti da aree endemiche quindi dove il patogeno è diffuso.

Le zanzare tigre possono quindi diffondere malattie di seria portata, come la malattia di Dengue, la Chikungunya, la febbre di West Nile, l’encefalite di La Crosse, la febbre gialla, il virus Zika e la filaria, che può colpire cani e altri animali domestici.

Dengue e Chikungunya

La febbre di Dengue è una patologia caratterizzata da febbre alta che può durare diverse settimane, dolore retro-orbitale, rash cutaneo, dolori muscolari in assenza di tosse e mal di gola, ma che si può associare a gravi complicanze quali riduzione delle piastrine, sanguinamento e shock. L’agente responsabile è il virus Dengue trasmesso dalla zanzara tigre. Nel 2023 si sono verificati circa 220 casi di casi importati da altri paesi e 66 casi “autoctoni”, in particolare nel nord e centro Italia a dimostrare la diffusione di questo virus nelle nostre latitudini.

La Chikungunya è una malattia caratterizzata da febbre e dolori articolari tali da limitare i movimenti (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”). Altri sintomi includono dolore muscolare, mal di testa, affaticamento e rash cutaneo. Il dolore alle articolazioni è spesso debilitante, generalmente dura alcuni giorni ma può anche prolungarsi per alcune settimane. Inoltre, il virus della chikungunya può causare malattie acute, subacute o croniche. Sono stati registrati alcuni focolai in diverse regioni italiane nel 2017.

Febbre gialla

La febbre gialla è provocata da un virus appartenente al genere Flavivirus e risulta diffusa in alcune aree dell’Africa e del Sud America. Ha un decorso insidioso, infatti nei primi momenti provoca febbre e dolori diffusi, come mal di testa o mal di schiena, bradicardia, nausea e iperemia congiuntivale. In seguito, possono manifestarsi acidosi, ittero, emorragie e proteinuria, sintomi questi pericolosi per la sopravvivenza.

Colpendo primati e umani, la febbre gialla riesce a diffondersi attraverso la puntura di zanzara tigre, ma in Italia non risulta endemica e non desta particolari preoccupazioni.

Encefalite di La Crosse

Questa forma di encefalite, detta anche encefalite californiana per la sua origine, è causata dal virus di La Crosse trasmesso dalla puntura di zanzara tigre. L’infezione da virus di La Crosse più spesso interessa i bambini e generalmente è per lo più asintomatica o paucisintomatica. Solo raramente questo virus può scatenare meningiti. Negli adulti, invece, può causare nausea, vomito e cefalea, ma talvolta evolve in forme più severe.

I pazienti con forma grave di encefalite di La Crosse vanno incontro a gravi danni neurologici che si manifestano con crisi epilettiche, stato confusionale, deficit motori, fino al coma.

Malattia da virus Zika

Anche il virus Zika è salito alla ribalta per alcuni casi di contagio di cittadini italiani, che hanno destato particolare preoccupazione ma che sono stati riscontrati con viaggiatori provenienti da zone endemiche. Anche questo virus è veicolato da una zanzara della specie Aedes, ma può anche essere trasmesso da uomo a uomo attraverso i liquidi biologici.

Si stima che nell’80% dei casi l’infezione sia asintomatica. I sintomi, quando presenti, sono simili a quelli di una sindrome simil influenzale autolimitantesi, della durata di circa 4-7 giorni, a volte accompagnata da rash maculo papulare, artralgia, mialgia, mal di testa e congiuntivite. Raramente è necessario il ricovero in ospedale.

Come difendersi dalle punture di zanzara tigre?

Per combattere con buoni risultati le zanzare, compresa la zanzara tigre, è necessario uno sforzo congiunto delle istituzioni e dei cittadini, che devono cooperare per attuare misure preventive idonee a interrompere la proliferazione e la diffusione di questi insetti fastidiosi e anche pericolosi.

Le istituzioni hanno il compito di fare prevenzione ambientale, distruggendo i focolai larvali ed eliminando le possibili aree di ristagno di acqua e conseguente riproduzione delle larve di zanzara. Inoltre, è essenziale che svolgano adeguate campagne di informazione verso i cittadini, affinché possano anche loro fare una parte importante della lotta a un piccolo ma insidioso nemico comune. La cooperazione tra queste due parti risulta essenziale e solamente nelle zone dove viene effettuata con successo risultano significativamente ridotti il numero di zanzare in circolazione, le punture e gli eventuali contagi derivanti dal morso.

Il primo passo per evitare di essere punti dall’insetto (e venire quindi contagiati) è quello di mettere in atto alcune misure di prevenzione, sia per quanto riguarda le singole persone che l’ambiente.

La prima cosa da fare è coprirsi bene, indossando maglie e pantaloni a maniche lunghe ed evitando, quando possibile, abiti corti e sandali che espongono grandi porzioni di pelle al morso di zanzara.

Come ulteriore barriera è bene usare i repellenti cutanei. Si tratta di prodotti che vengono usati anche per le normali zanzare e si trovano in vendita in tutti i supermercati, con efficacia anche sulla zanzara tigre. In tal modo sarà presente una doppia protezione, da parte di abiti e sostanze repellenti. Tra i prodotti antizanzara più diffusi ci sono quelli a base di DEET (ovvero il dietiltoluamide), che sono disponibili in crema e in spray e offrono un’efficacia immediata ed effetti che durano fino a 5 ore consecutive.

Molto in uso sono anche la picaridina e il citriodiol. La prima è molto simile al DEET, anche se dura un po’ meno, mentre il citriodiol è un repellente molto blando, la cui durata non va oltre le 3 ore. In tutti i casi, è bene prestare particolare attenzione nell’uso di questi repellenti sui bambini (alcune varianti di queste sostanze sono controindicate sotto i 12 anni) e, inoltre assicurarsi che il repellente scelto non macchi o danneggi i vestiti, prima di applicarlo.

A questo vanno aggiunte alcune buone abitudini per quanto riguarda la casa. Sui terrazzi e nei giardini è utile puntare sugli zampironi, mentre per impedire l’ingresso degli insetti fra le mura domestiche è necessario montare delle valide zanzariere.

Un altro fattore importantissimo sono i ristagni d’acqua, dove proliferano e si sviluppano le larve: vietato lasciare in giro bottiglie aperte, annaffiatoi, bidoni e riserve d’acqua a cielo aperto, copertoni, sottovasi, piscine gonfiabili, giochi per bambini e qualsiasi altro contenitore dove l’acqua possa ristagnare e diventare un’incubatrice perfetta per le zanzare

Per quanto riguarda i tombini privati, dovrebbero essere attuati dei trattamenti larvicidi, anche tramite prodotti che si possono reperire facilmente in commercio. È bene eseguirli ogni 10 giorni almeno, nei periodi più sensibili per la riproduzione delle zanzare, utilizzando prodotti attivi contro le larve e innocui sull’essere umano. Può essere utile introdurre dei pesci rossi nelle fontane, che sono ghiotti di larve di zanzara e possono contribuire a ridurre la loro presenza.

È fondamentale anche che le fasce più a rischio (anziani, bambini e donne in gravidanza) evitino i luoghi in cui potrebbe esserci la zanzara, ad esempio i parchi pubblici dopo un violento temporale. Infine, se si decide di viaggiare nei Paesi dove sono diffuse patologie trasmissibili dalle zanzare, bisogna informarsi molto bene prima della partenza, per arrivare a destinazione preparati e dotati di tutti i presidi più adatti a evitare la puntura di zanzara. Se al rientro dovessero comparire disturbi compatibili con una malattia trasmessa dalle zanzare, è ovviamente saggio contattare subito il proprio medico o un pronto soccorso.

 

Fonti bibliografiche

FAQ

Come curare le punture di zanzara tigre?

È possibile applicare del ghiaccio sulla puntura per alleviare l’irritazione e il prurito, o anche ricorrere alle numerose pomate in commercio, a base di ingredienti naturali o anche formulate con sostanze cortisoniche. All’occorrenza si può disinfettare la ferita con dell'acqua ossigenata.

Come combattere la zanzara tigre?

La prevenzione parte dall'eliminazione delle zone dove possono proliferare, come ristagni d'acqua e tombini, da svuotare e disinfestare periodicamente. È utile anche difendersi dal morso attraverso abiti lunghi e repellenti, o evitando la frequentazione di zone particolarmente a rischio, come parchi, erba alta, aree umide e ombreggiate.

Come le zanzare scelgono chi pungere?

Le zanzare sono dotate di speciali recettori per l’anidride carbonica, che consentono loro di individuare la presenza di un soggetto da giungere a distanze che arrivano a 50 metri. Selezionano quindi le loro vittime in base alla quantità di CO2 che emettono e anche al gruppo sanguigno. Secondo alcuni studi, infatti, il gruppo sanguigno 0 sarebbe quello che più attrae questi insetti.