Le zanzare vi perseguitano? Dipende dall’odore

Uno studio ha dimostrato che le zanzare sono attirate da un odore particolare, un vero e proprio richiamo per gli insetti più temuti dell'estate

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Che alcuni profumi possano diventare una sorta di “richiamo” per le fastidiose zanzare, sia di giorno che di notte, è ormai chiaro. Così come si sa che, contrariamente a quanto si pensa, non sarebbe completamente vero che ci sono persone “immuni” alla puntura. Probabilmente la scarsa o nulla reazione della pelle è legata a sistemi di risposta da parte del singolo organismo in questi casi. Ora però c’è un ulteriore studio che aggiunge un’informazione importante su questo fronte.

La puntura delle zanzare, almeno quando si parla di possibili infezioni trasmesse attraverso questo vettore come la dengue o quella da virus zika, sarebbe una sorta di “richiamo” per ulteriori contatti da parte di altri insetti perché modificherebbe il microbiota dell’epidermide, rendendo quindi la persona più esposta ai rischi. Il tutto per un obiettivo del tutto a favore dei virus stessi, cui la zanzara fa da vettore: passare più facilmente da una persona ad un’altra.

Lo studio su Cell

A proporre questa ipotesi di lavoro, partendo da dati su animali da esperimento, è un’originale ricerca apparsa sulla rivista scientifica Cell. In pratica, stando a quanto riportano le osservazioni sui topi, il virus in questione avrebbe bisogno di “viaggiare”, utilizzando come veicolo per passare da una persona all’altra proprio la zanzara. Che in qualche modo “succhia” il sangue. Per ottenere questo obiettivo il virus stesso arriverebbe a modificare il microbiota cutaneo degli ospiti, cioè i batteri presenti sull’epidermide, con conseguente “richiamo” per altri insetti.

In questo modo i virus si diffondono più rapidamente, perché riescono ad attirare un maggior numero di zanzare. In qualche modo, quindi, sarebbe il “profumo” che riesce a guidare l’insetto verso il fastidioso ponfo che provoca. Gli studiosi hanno visto anche che alcune sostanze possono diventare un efficace richiamo per le zanzare: tra queste l’acetofenone, che appare maggiormente presente ad esempio nei soggetti con infezione da dengue rispetto agli altri soggetti.

A produrlo sono specifici batteri che normalmente crescono sull’epidermide umana e vengono tenuti sotto controllo da composti autonomamente prodotti dalla pelle: in caso di infezioni come quelle citate accade che questo meccanismo di controllo sia meno infezione, quindi la pelle assume “aromi” capaci di attrarre ancor di più gli insetti. Mentre si stanno studiando anche sostanze che possano influire positivamente su questo meccanismo, questa ricerca di altissimo livello mostra una volta di più quanto sia importante cercare di comprendere meccanismi complessi che potranno in futuro aiutarci a trovare modalità di prevenzione specifica per queste patologie.

Così si comportano le zanzare

Esistono moltissime specie di zanzare. Per quelle che colpiscono di notte, con il tipico ronzio, la necessità di pungere altri animali è finalizzata alla loro riproduzione. Il sangue che aspirano, infatti, è necessario per deporre le uova. E non colpiscono a caso, come spesso si pensa: il calore e l’odore dell’essere umano (non a caso si consiglia spesso di evitare i profumi intensi nelle notti estive), l’umidità ambientale e addirittura il biossido di carbonio che viene emesso da chi sta dormendo sono le “guide” che portano la zanzara a colpire.

Un ruolo che l’insetto – a proposito, il ronzio tipico delle zanzare è dovuto al battito velocissimo delle piccole ali, che può raggiungere il ritmo di 1000 battiti al secondo – svolge naturalmente a meraviglia. Mandibole e mascelle sono fatte come piccoli “coltellini” che aprono la strada alla bocca entro cui viene aspirato il sangue. Ma la zanzara non si limita a “portarci via” il prezioso liquido rosso. Le femmine infatti pungendo iniettano nel corpo dell’ospite la saliva, entro cui sono presenti sostanze che inibiscono la coagulazione del sangue ed hanno azione infiammatoria.

È per questo che, la mattina dopo, molti ritrovano i segni dello sgradito incontro notturno, sotto forma di un ponfo arrossato e pruriginoso. A questo punto, ricordiamo di sfatare una credenza. Non è vero che alcune persone sono naturalmente “repellenti” per le zanzare. Nè si deve pensare che chi viene punto spesso ha il sangue dolce. I piccoli insetti attaccano indifferentemente chiunque, e pungono senza discriminazioni di sesso o età. Solo è diversa da individuo a individuo la reazione alla puntura. Alcune persone rispondono in maniera così blanda all’attacco della zanzara che la mattina dopo non portano alcun segno dell’avvenuto “contatto”.