Occhio secco: cause, come riconoscerlo e come intervenire

La sindrome dell'occhio secco è una patologia che colpisce molte persone: scopri come riconoscerlo e cosa fare

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

La sindrome dell’occhio secco è una patologia molto comune che si stima colpisca circa il 25% della popolazione italiana, con una concentrazione particolare nella popolazione femminile: circa il 50% delle donne sopra i 45 anni sperimenta questa condizione e, addirittura, il 90% delle donne over 50. La maggiore incidenza della secchezza oculare nelle donne in età avanzata è probabilmente legata agli squilibri ormonali che avvengono nel periodo della menopausa.

Quando si parla di occhio secco ci si riferisce a una fastidiosa patologia causata dalla riduzione o dalle alterazioni del fisiologico film lacrimale, ossia l’indispensabile pellicola protettiva che lubrifica e nutre la superficie oculare, evitandone la disidratazione e garantendone il benessere. Un occhio che si presenta secco quindi, oltre a essere interessato da rossori e sfregamenti, è anche più esposto agli agenti esterni che rischiano di comprometterne la salute.

Ma come si manifesta e da cos’è causata esattamente la cosiddetta sindrome dell’occhio secco?

Cos’è la sindrome dell’occhio secco

Per comprendere questo disturbo è utile analizzare brevemente come funziona la lubrificazione oculare. Le lacrime sono fondamentali per la salute degli occhi, perché garantiscono una buona lubrificazione, migliorando la visione. La superficie anteriore dell’occhio è ricoperta da una pellicola, denominata film lacrimale, ricca di sostanze protettive e nutritive che ha il compito di tenere idratato questo prezioso organo. L’apertura e la chiusura delle palpebre consentono di distribuire in modo uniforme il film lacrimale, proteggendo la cornea dalle infezioni e favorendone l’ossigenazione.

Il film lacrimale è composto da tre strati, ovvero:

  • lo strato lipidico prodotto dalle ghiandole di Meibomio (site a livello delle palpebre);
  • lo strato acquoso prodotto dalle ghiandole lacrimali;
  • lo strato mucinico, secreto dalle cellule poste sulla superficie dell’occhio.

La sindrome dell’occhio secco si manifesta quando la fisiologica produzione del film lacrimale viene alterata e questo può accadere a causa di differenti problematiche. La secrezione e la distribuzione omogenea di questo strato essenziale non è più sufficiente e l’occhio tende a seccarsi. Quando questo accade, è possibile avvertire la fastidiosa sensazione di “sabbia negli occhi” e possono manifestarsi anche seri danni alla cornea.

La sindrome dell’occhio secco è spesso causata da tre differenti condizioni:

  • un importante deficit dello strato acquoso e una scarsa quantità di lacrime;
  • un deficit dello strato lipidico, essenziale per impedire l’evaporazione del film lacrimale;
  • un deficit di tipo misto.

Queste condizioni, oltre a rendere l’occhio estremamente secco, riducono anche la capacità di difesa dell’organo, che può restare a contatto a lungo con fattori infiammatori, agenti patogeni o sostanze tossiche.

Inoltre, è bene considerare che la sindrome da occhio secco si distingue in primaria e secondaria; quest’ultima comprende le forme di occhio secco che sono conseguenza di altre patologie sottostanti.

Quali sono i sintomi della sindrome dell’occhio secco?

Solitamente chi soffre di occhio secco avverte una sensazione di bruciore e arrossamento, come se fosse presente un corpo estraneo. Spesso sono presenti anche difficoltà nella visione, che risulta sfocata, nonché un forte arrossamento.

Possibili sintomi sono anche la fotofobia, ossia il fastidio causato dall’esposizione alla luce, o la difficoltà di aprire le palpebre al risveglio per l’eccessiva secchezza oculare notturna. Nei casi più gravi si può verificare anche un’infiammazione della cornea, che provoca un dolore intenso e continuo.

Tali sintomi possono accentuarsi se il soggetto si espone a fattori aggravanti, come vento, ambienti secchi con percentuali di umidità ridotte, eccessivo uso di schermi digitali

Alla sindrome dell’occhio secco possono associarsi anche disturbi legati ai seni paranasali o alla gola quali sinusiti, congestioni, tosse cronica, allergie stagionali e mal di testa.

Le cause della patologia

Alla base dello sviluppo di questa patologia possono esserci numerosi fattori.

  • Innanzitutto, la sindrome dell’occhio secco può essere causata da una scarsa produzione di lacrime (anche detta ipolacrimia). Ciò avviene quando le ghiandole lacrimali non producono una quantità di secreto sufficiente e faticano a preservare l’idratazione della superficie oculare. Tale condizione può essere o meno associata a specifiche malattie autoimmuni, come la Sindrome di Sjogren.
  • Il secondo dei motivi per cui l’occhio può diventare secco è l’eccessiva evaporazione del film lacrimale, ossia una dislacrimia. In questo caso è di sovente presente un malfunzionamento delle ghiandole di Meibomio: si tratta di speciali ghiandole situate nelle palpebre e deputate alla produzione dell’importante componente lipidica delle lacrime.Senza una consistente parte lipidica, le lacrime tendono a evaporare in un tempo molto limitato, lasciando l’occhio secco e disidratato. Tale condizione può, come spesso accade, essere causata da fattori intrinseci (disfunzioni ghiandolari, scarso ammiccamento, etc.) oppure estrinseci (uso di colliri, carenze vitaminiche, uso scorretto delle lenti a contatto e così via).
  • Alcune malattie sistemiche o autoimmuni sono la causa scatenante della sindrome dell’occhio secco e tra essere si annoverano generalmente la già citata sindrome di Sjogren, ma anche l’artrite reumatoide, le patologie tiroidee e il lupus eritematoso sistemico.
  • Specifiche malattie dell’occhio possono favorire l’insorgenza di una secchezza oculare, come le congiuntiviti, le allergie, le blefariti, le ustioni oculari, la ridotta secrezione lacrimale senile o altre malattie infiammatorie croniche della superficie oculare.
  • La menopausa e, più in generale, i forti squilibri ormonali possono essere fonte di stress e di disidratazione per l’occhio.
  • L’uso scorretto o eccessivamente frequente delle lenti a contatto è un altro dei fattori che mette alla prova il regolare funzionamento del film lacrimale.
  • Avere gli occhi secchi può anche essere un sintomo di deficit vitaminici, come quello di vitamina A.
  • Gravi traumi facciali, paresi, esoftalmo da ipertiroidismo e altre simili condizioni sistemiche possono alterare la dinamica palpebrale a tal punto da compromettere l’ammiccamento e la distribuzione uniforme del film lacrimale.
  • L’assunzione di alcune categorie di farmaci può causare la sindrome dell’occhio secco, come ad esempio gli ansiolitici, gli antipertensivi, gli antistaminici, gli immunosoppressori, i diuretici, i farmaci per il trattamento delle patologie cardiache o per il glaucoma.

Fattori di rischio e agenti esterni

Oltre alle cause principali della sindrome è bene considerare anche i fattori di rischio personali e i fattori esogeni che possono favorire o esacerbare la condizione di secchezza oculare.

Ad esempio, l’età avanzata o il sesso, perché l’occhio secco si manifesta principalmente nelle donne e in età avanzata. Spesso, inoltre, i sintomi si presentano dopo una giornata trascorsa all’aria aperta oppure una vacanza al mare o in montagna, perché la disidratazione viene causata da fattori esterni come il vento, il caldo oppure il sole.

I nemici della salute oculare sono presenti anche in città, dove a ridurre l’idratazione degli occhi ci pensano l’uso prolungato di schermi digitali, l’abuso di aria condizionata e, in generale, le numerose fonti di inquinamento urbano.

Fumare è considerato uno dei fattori predisponenti per la sindrome dell’occhio secco, mentre alcuni interventi effettuati sul segmento anteriore dell’occhio sono ulteriori fattori esogeni di rischio per lo sviluppo o il peggioramento dell’occhio secco (generalmente transitoria).

Come diagnosticare la sindrome dell’occhio secco

L’oculista può diagnosticare la sindrome dell’occhio secco, attraverso una serie di esami, una raccolta della storia clinica del paziente e l’esecuzione di appositi test per esaminare la salute dell’occhio e della lacrimazione. Non è semplice individuare la presenza di questa sindrome, specialmente quando si associa a sintomi che possono ricondurre a diverse patologie.

Tuttavia, avere una diagnosi precoce consente di impostare una terapia adeguata e modificare il proprio stile di vita in funzione della propria condizione di salute. Durante la fase di anamnesi, l’oculista può avere un colloquio approfondito con il paziente, somministrandogli un questionario specifico come l’OSDI (Ocular Surface Disease Index)©, famoso test di screening che aiuta a valutare la presenza e lo stadio della sindrome dell’occhio secco.

Lo specialista può prescrivere al paziente opportuni esami di laboratorio, come:

  • l’analisi quantitativa delle lacrime prodotte (test di Schirmer);
  • il test di rottura del film lacrimale (Breakup time o BUT);
  • la colorazione della superficie oculare (staining);
  • la meibomiografia;
  • il test di interferenza;
  • test dell’osmolarità lacrimale o del pH;
  • la valutazione dei menischi lacrimali;
  • il test di Jones;
  • il test del filo rosso di fenolo.

I test possono essere utili al medico per stabilire la condizione dell’occhio e prescrivere, quindi, una terapia adeguata a risolvere la situazione.

Cosa fare se l’occhio è secco?

L’occhio secco è in realtà una malattia cronica per cui non esiste una cura “definitiva”. È possibile però alleviare efficacemente i sintomi e curare le lesioni che possono essersi generate sulla superficie oculare per via dell’intensa secchezza.

Il trattamento della sindrome è particolarmente difficile nel caso in cui sia scatenata da gravi patologie autoimmunitarie ma, anche in questo caso, è possibile lenire i sintomi e i fastidi del paziente, favorendo un’adeguata lubrificazione della superficie oculare.

Quali sono le terapie che l’oculista può decidere di prescrivere?

  • L’applicazione di sostituti lacrimali sotto forma di collirio ossia le cosiddette “lacrime artificiali”, che umettano l’occhio dando intenso sollievo, anche se per un periodo di tempo limitato.
  • L’uso di lubrificanti sotto forma di gel oftalmici, che idratano l’occhio per un periodo più lungo di tempo grazie alla loro capacità di restare a contatto con la superficie oculare più a lungo. Inoltre, questi gel possono legarsi alle lacrime presenti, dando origine a una sostanza lubrificante molto efficace. Solitamente però questi prodotti possono influire sulla qualità visiva, essendo di consistenza molto densa. Risultano ideali se applicati prima di coricarsi.
  • Possono essere anche prescritti farmaci antinfiammatori locali, sempre applicati sotto forma di colliri.
  • È uso anche stimolare la fisiologica funzione delle ghiandole di Meibomio, per incrementare lo strato lipidico e contrastare l’evaporazione del film lacrimale. In genere l’obiettivo viene raggiunto con un massaggio e un trattamento termico locale sulla palpebra, nonché con la pulizia accurata delle rime palpebrali.
  • Se la cornea è (o rischia di essere) danneggiata dall’estrema secchezza oculare è un’ottima idea quella di ricorrere a specifiche lenti a contatto, realizzate per proteggere dallo sfregamento la delicata superficie oculare.
  • Tra le cure più utili ci sono anche le terapie a base di emoderivati (soprattutto il collirio a base di autosiero) o immunosoppressori (come la ciclosporina).
  • Nei casi più problematici viene praticata anche l’occlusione del puntino lacrimale, che blocca il deflusso delle lacrime e permette all’occhio di restare lubrificato.

Ogni decisione terapeutica deve essere presa sotto stretto controllo oculistico in quanto terapie improvvisate, anche con i giusti prodotti, possono essere lesive nei confronti della superficie oculare, una delle strutture più delicate dell’organismo.

Come prevenire l’occhio secco

Per prevenire la sindrome dell’occhio secco, è importante curare l’igiene oculare: è fondamentale mantenere pulite le ciglia e le palpebre e struccarsi bene la sera prima di andare a dormire.

L’idratazione è un altro fattore essenziale. La si può mantenere consumando circa 1,5-2 litri di acqua ogni giorno e abbinando questo rimedio all’utilizzo delle lacrime artificiali, in modo da provare un immediato sollievo dall’irritazione e da riuscire a prevenire in modo efficace la sindrome.

Smettere di fumare è un’altra ottima strategia per non soffrire di occhi secchi e irritati, poiché il fumo di sigaretta provoca e peggiora i sintomi.

Chi pratica sport in piscina, inoltre, dovrebbe ricordarsi sempre di proteggere gli occhi perché le cloramine, derivate dalla combinazione tra cloro e ammoniaca, possono rivelarsi molto pericolose. È d’obbligo, quindi, indossare sempre gli appositi occhialini ed evitare che l’acqua della piscina entri in contatto diretto con gli occhi, per scongiurare rossori e irritazioni.

Tra i suggerimenti c’è anche quello di seguire una dieta bilanciata, che introduca nell’organismo abbondanti quantità di acidi grassi polinsaturi e vitamine come la B3, la B6 o la B12. Ammiccare almeno 12-15 volte al minuto è cruciale per lubrificare con costanza regolare l’intera superficie oculare e combattere la secchezza.

Nell’era digitale è importante anche ricordare l’importanza delle pause dagli schermi. Quando si trascorrono lunghe ore davanti al PC, allo smartphone, al tablet o alla TV si mette a rischio la salute oculare, poiché l’occhio si stanca notevolmente, si disabitua a guardare lontano e si secca notevolmente. Che si stia lavorando, studiando o guardando le proprie serie preferite, è bene fare delle piccole pause seguendo la “regola del 20-20-20”: guardare per 20 secondi ogni 20 minuti un oggetto posto ad almeno 20 metri di distanza (ad esempio fuori dalla finestra), per consentire all’occhio di rilassarsi e lubrificarsi correttamente.

Ovviamente le visite oculistiche regolari sono essenziali per garantire ai propri occhi il massimo benessere.

 

Fonti bibliografiche

FAQ

Come curare l'occhio secco?

È possibile applicare lacrime artificiali o gel oftalmici o proteggere la cornea con apposite lenti a contatto. È utile anche prevenire la secchezza con piccole modificazioni al proprio stile di vita.

Perché l'occhio diventa secco?

L'occhio può seccarsi sia per una scarsa produzione di lacrime, sia per una ridotta componente lipidica al suo interno, che lo fa evaporare più in fretta, lasciando l’occhio secco. Alla base del problema possono esserci patologie sistemiche.

Cosa succede se non si cura l'occhio secco?

La superficie oculare necessita di una corretta lubrificazione, per mantenersi in salute e contrastare l’attacco di patogeni. Una cornea secca e disidratata rischia danni da sfregamento, l’attacco di sostanze irritanti e proliferazioni batteriche.