Ipotensione arteriosa: sintomi, cause e rimedi

L'ipotensione arteriosa è una condizione in cui la pressione sanguigna è anormalmente bassa, potendo causare sintomi come vertigini e svenimenti

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Laureanda in Medicina e Chirurgia

Studentessa di Medicina appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Seguire uno stile di vita sano significa non solo mangiare correttamente e svolgere un regolare esercizio fisico, ma anche tenere costantemente sotto controllo i propri parametri vitali affinché questi siano sempre nella norma e non destino problemi. La pressione arteriosa fa parte di questi parametri, ed è sempre importante osservarne l’andamento in quanto un suo abbassamento o innalzamento può essere sintomo diretto dell’insorgenza di patologie più o meno serie.

Misurare la pressione significa vedere la forza con cui il sangue viene “pompato” sulle pareti delle arterie da parte del nostro muscolo più importante, il cuore.

Cos’è l’ipotensione arteriosa

L’ipotensione arteriosa può essere definita come una condizione nella quale la pressione sanguigna arteriosa è più bassa rispetto alla normalità. Solitamente, infatti, la pressione, misurata con uno strumento chiamato sfigmomanometro, si esprime con due valori: la massima o sistolica (ovvero la forza con cui il cuore pompa il sangue quando è a riposo) e la minima o diastolica (cioè i valori relativi a quando il cuore è sotto sforzo e si contrae). Questi numeri vengono espressi in millimetri di mercurio (mmHg) e sono indicatori fondamentali per controllare la pressione del sangue.

L’ipotensione è, per forza di cose, opposta all’ipertensione. Se nella prima i valori della pressione misurati a riposo sono sotto la media, che li vuole a 120/80 mmHg (il primo numero indica la pressione massima, il secondo la minima), nella seconda sono invece di gran lunga superiori, sopra i 140/90 mmHg. Laddove una pressione bassa non è per forza sintomo di qualcosa di grave, è invece fondamentale curare con attenzione un’ipertensione in quanto può indurre a problemi cardiocircolatori molto seri. Questi valori sono un riferimento per comprendere se si soffre di alterazioni della pressione sanguigna. Solitamente, chi soffre di ipotensione arteriosa presenta valori differenti con la sistolica sotto i 100 mmHg e la diastolica sotto i 60 mmHg.

livelli di pressione possono diventare complessi da gestire e pericolosi per la salute quando la massima scende sotto gli 80 mmHg. Nonostante questo, però, diversi medici considerano pericolose le alterazioni dei valori della pressione sanguigna in presenza di sintomi più o meno gravi del paziente e non solo in base a questi parametri.

L’ipotensione interessa in genere soggetti di tutte le età e di entrambi i sessi, anche se si evidenziano delle categorie più predisposte. È stato appurato che le donne ne soffrono più degli uomini (specie le donne in gravidanza, per azione diretta dell’ormone progesterone), gli anziani, i ragazzi giovani, gli atleti e chi assume alcune tipologie di farmaci (antidepressivi, diuretici, beta bloccanti, ma anche sedativi, antidolorifici e antipertensivi). Ne può soffrire inoltre chi è affetto da patologie cardiovascolari, a carico del sistema nervoso metaboliche.

Tipologie di ipotensione

I medici hanno suddiviso i casi di ipotensione in 3 tipologie principali in base a quelle che sono le motivazioni scatenanti e a come avviene il calo dei valori pressori.

  • L’ipotensione ortostatica o posturale Interessa indistintamente individui di entrambi i sessi e di tutte le età. Episodi di questo tipo si verificano in seguito al compimento di movimenti bruschi e improvvisi come l’alzarsi velocemente dopo essere stati seduti o sdraiati a lungo.
  • L’ipotensione postprandiale si riferisce a cali di pressione durante la digestione, dopo i pasti.
  • L’ipotensione neuronale vede casi registrati maggiormente tra bambini, ragazzi e giovani adulti, a seguito di prolungati periodi di stazionamento in posizione eretta. In parole povere succede che, dopo lunghi periodi in piedi, i neuroni vivono uno stato di confusione, non riconoscendo quest’ultima come la corretta posizione dell’individuo. Di conseguenza il sistema nervoso invia impulsi diversi all’apparato cardiovascolare che cambia il corretto funzionamento arterioso, portando a cali di pressione improvvisa e talvolta vere e proprie sincopi. Questo succede perché il corpo sta per troppo tempo in una posizione per lui insolita.

Sintomi della pressione bassa

sintomi dell’ipotensione arteriosa possono essere particolarmente sfumati, a prescindere da fattori quali l’età. Certamente, diversi studi hanno dimostrato come le donne siano più colpite rispetto agli uomini e come ci siano diverse tipologie di ipotensione arteriosa, a seconda dell’età. Nei soggetti anziani può essere diagnosticata l’ipotensione ortostatica e post-prandiale, mentre nelle persone più giovani l’ipotensione neuro-mediata è la più comune.

I sintomi non sono particolarmente specifici e, tra questi, ci sono:

  • nausea e vomito
  • sensazione di stordimento
  • vertigini
  • sincope
  • capogiri che possono tradursi in improvvisi svenimenti, spesso preceduti da una visione offuscata
  • vasodilatazione periferica
  • agitazione
  • mancanza di appetito
  • irrequietezza
  • sudorazione fredda
  • depressione
  • deficit di concentrazione, agitazione e irrequietezza (l’individuo si trova spesso in uno stato di confusione e fatica a prestare attenzione)

Tra gli altri sintomi dell’ipotensione arteriosa possono esserci dolori legati ad altre condizioni, come patologie cardiache e altre complicazioni. Ad esempio, possono comparire dolore al petto, febbre, sintomi neurologici e aritmie cardiache.

Inoltre, l’organismo può attivare riflessi di risposta all’ipotensione, come ad esempio:

Le diagnosi effettuate contano casi di ipotensione meno comuni rispetto a quelli di ipertensione. Ciò non vuol dire che una pressione arteriosa costantemente bassa sia da sottovalutare né che sia poco diffusa. Spesso l’ipotensione è infatti difficile da individuare perché si presenta come asintomatica, o è facile confonderla con semplice stanchezza e spossatezza.

Monitoraggio della pressione

Per coloro che sono predisposti ad avere una pressione bassa è fondamentale eseguire dei controlli periodici dei valori della pressione. Al fine di tenere sotto controllo la propria salute, può essere necessario acquistare un apposito apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa. Questi strumenti sono composti, solitamente. da una fascia o da un bracciale che deve essere avvolto intorno al braccio o al polso.

Gli apparecchi per la misurazione della pressione pressione possono essere di due tipologie: manuali e digitali. I secondi sono i più frequenti oggi, perché sono molto semplici da usare, grazie ad uno schermo che riporta informazioni sul battito cardiaco e sui valori della pressione arteriosa. I modelli più moderni possono fornire anche altre informazioni, utili per coloro che soffrono di patologie cardiocircolatorie.

Solitamente la misurazione della pressione arteriosa inizia avvolgendo l’apposita fascia intorno al braccio e stringendola. In seguito. bisogna avviare il dispositivo, al fine di rilevare i parametri pressori: pressione sistolica e diastolica.

È importante seguire alcuni semplici consigli al fine di ottenere la misurazione reale della pressione sanguigna. Tra questi ci sono:

  • un corretto posizionamento del braccio, che dovrebbe essere poggiato su una superficie piana e all’altezza del cuore;
  • indossare correttamente la fascia elastica intorno al braccio, al fine di rilevare correttamente la pressione;
  • rimanere rilassati, smettere di svolgere attività fisica ed evitare di assumere alimenti eccitanti prima di procedere alla misurazione, così da non condizionare i risultati ottenuti.

Per avere uno storico affidabile circa l’andamento della pressione, è consigliabile scegliere sempre lo stesso orario: questo consente, infatti, di verificare cosa accade nello stesso momento in giorni diversi e come cambia la pressione. Ogni giorno sarà necessario effettuare la misurazione ad orari simili in modo da poter confrontare situazioni analoghe, ad esempio a stomaco vuoto, appena svegli o nel pomeriggio.

Infine, può essere consigliabile svolgere più misurazioni a qualche minuto di distanza, in modo da verificare che i risultati siano davvero rappresentativi ed affidabili. Può essere consigliabile eseguire 3 misurazioni per farne la media aritmetica.

Cause dell’ipotensione arteriosa

Le cause dell’ipotensione arteriosa possono essere diverse ma, in molti casi, si tratta di una condizione temporanea. Se questi episodi fossero molto frequenti o intensi, potrebbe essere necessario recarsi dal medico di medicina generale in modo da approfondire i sintomi e svolgere, eventualmente, degli esami diagnostici. Solo molto raramente la pressione bassa può essere sintomo di un’emorragia interna o di un’insufficienza delle ghiandole surrenali.

L’ipotensione non deve destare agitazione quando è causata da:

  • motivazioni costituzionaligenetiche e fisiologiche. Alcune persone soffrono di ipotensione per loro stessa costituzione, ma non per questo significa che stiano male. Anzi, in questo caso ci si può azzardare a dire che sia una situazione benigna.
  • attività fisica costante intensa. Gli atleti soffrono spesso di pressione bassa, poiché un esercizio costante e intenso abbassa notevolmente i battiti cardiaci. È riscontrata soprattutto in coloro che praticano corsa e ciclismo, attività che mettono a dura prova l’apparato respiratorio e cardiocircolatorio.

In tutti i casi patologici è necessario un consulto e il parere del medico, poiché la pressione bassa può essere sintomo o evolversi in malattie più gravi.

Tra le motivazioni più frequenti di pressione bassa ci sono:

  • disidratazione,
  • cambiamenti improvvisi della postura, ad esempio sollevarsi velocemente da una posizione sdraiata o seduta,
  • calo della quantità di glucosio nel sangue,
  • forti emozioni,
  • effetti collaterali di farmaci vasodilatatori, diuretici e antidepressivi triciclici,
  • eccessivo consumo di alcool,
  • ustioni,
  • anemia,
  • gravidanza,
  • carenza di vitamine,
  • gastroenterite,
  • acidosi metabolica,
  • perdita di liquidi e patologie che indeboliscono il corpo, come diarrea, vomito prolungato e sudorazione profusa.

Alcune delle cause dell’ipotensione arteriosa possono essere cardiache, come scompenso cardiaco, tamponamento pericardico, infarto del miocardio, progressione di una cardiomiopatia cronica. Tra le altre cause possono esserci:

Tuttavia bisogna ricordare che molte di queste condizioni esordiscono con altre sintomatologie, spesso molto più gravi. Il semplice dato della pressione arteriosa in un paziente completamente asintomatico non dovrebbe fare sospettare una patologia.

Diagnosi dell’ipotensione arteriosa

La diagnosi dell’ipotensione arteriosa è piuttosto semplice, mentre è più complesso comprendere e individuarne le cause. La pressione bassa può essere, infatti, sintomo di molte patologie ed è per questo che, solitamente, si procede con un’anamnesi approfondita allo scopo di individuare quali possano esserne le cause.

Durante questa prima visita il medico indagherà l’eventuale presenza di diversi fattori di rischio, tra cui:

  • eventuali patologie preesistenti e presenti in famiglia,
  • farmaci assunti al momento e terapie a cui è sottoposto il paziente,
  • episodi pregressi.

Dopo questa visita il medico potrà fare delle ipotesi eziologiche, riservandosi di chiedere che siano eseguite ulteriori indagini se non risultasse immediatamente chiara la causa dell’ipotensione arteriosa. Tra queste potrebbero esserci:

  • analisi del sangue,
  • esami radiologici,
  • elettrocardiogramma,
  • test neurologici ed esami più specifici.

Ad essere sotto osservazione speciale del medico non sono di solito i casi sporadici, bensì quelli ricorrenti o cronici. Esistono clinicamente diversi gradi di ipotensione a seconda dell’intensità delle manifestazioni e della loro gravità:

  • ipotensione di grado lieve (inferiore a 90/60 mmHg, ma superiore a 60/40 mmHg)
  • ipotensione di grado medio (inferiore a 60/40 mmHg, ma superiore a 50/33 mmHg)
  • ipotensione di grado severo (inferiore a 50/33 mmHg)

Mentre nel primo caso (grado lieve), in assenza di sintomi, è bengna e non desta preoccupazione, trovarsi di fronte a ipotensione di grado medio o severo può comportare la presenza di patologie più gravi con conseguente malfunzionamento dell’organismo. Ad esempio, gli organi potrebbero non ricevere abbastanza sangue a causa della spinta debole del cuore.

Trattamenti per l’ipotensione

Non è semplice indicare un rimedio per l’ipotensione arteriosa. Le numerose cause di questa condizione, infatti, potrebbero richiedere trattamenti molto diversi. La prescrizione di terapie mirate dipende, sicuramente, dalla causa che ha scatenato questa condizione medica.

Ad esempio, nel caso di ipotensione arteriosa ortostatica il trattamento prevede la somministrazione di farmaci atti ad evitare la disidratazione e a ridurre gli episodi. Inoltre, spesso, viene consigliato l’utilizzo di calze contenitive, soprattutto nel caso di pazienti più anziani.

trattamenti farmacologici più accreditati per la cura dell’ipotensione sono diversi. Come avviene per ogni terapia farmacologica, devono essere prescritti esclusivamente dal medico sulla base della storia clinica del paziente.

  • Eritropoietina: aumenta i globuli rossi, innalzando di conseguenza anche la pressione arteriosa
  • Corticosteroidi
  • Fludrocortisone: cura il morbo di Addison, che è una delle principali cause di ipotensione permanente (e di conseguenza risolve anche questa)
  • vasopressori agiscono sulla vasocostrizione aumentando i valori della pressione nei vasi sanguigni
  • Norepinefrina e Noradrenalina agiscono incrementando i valori pressori, così come la Fenilefrina
  • Terapie a base di Etilefrina, di solito somministrate per via orale, sono usate soprattutto per curare l’ipotensione ortostatica

In molti casi, però, le cause dell’ipotensione arteriosa sono da attribuire ad uno scorretto stile di vita, ad esempio in quei soggetti che svolgono lavori dove è necessario trascorrere molto tempo in piedi. In questo caso, è necessario modificare la propria dieta, ma anche alcune abitudini.

Nei casi più gravi sono necessari esami specifici, nonché indagini specialistiche al fine di individuare con precisione la causa dell’ipotensione per proporre il trattamento adeguato.

È bene inoltre conoscere che, nelle diverse ore della giornata, la pressione arteriosa dell’organismo non è la stessa.

  • Il sonno notturno abbassa i valori pressori che si rialzano da sé con il risveglio. Durante tutta la mattinata la pressione arteriosa solitamente cresce fino al suo apice, che di solito corrisponde al mezzogiorno.
  • La pressione si abbassa durante la digestione perché il sangue è richiamato verso stomaco e intestino e sottratto agli altri organi.
  • Il rilassamento abbassa la pressione, lo stress la alza.
  • Gli ambienti caldi abbassano la pressione, così come avviene in generale per i mesi estivi.

Dieta per la pressione bassa

Sempre più spesso, nei casi non gravi né patologici di ipotensione il medico consiglia di intervenire sul proprio stile di vita, a partire dalla dieta. Infatti, a causa della sudorazione eccessiva nel praticare sport, della disidratazione, delle carenze di minerali, dell’utilizzo di diuretici e diete chetogeniche, può essere più probabile soffrire di ipotensione arteriosa. La dieta mediterranea è sicuramente il principale alleato contro l’ipotensione, poiché ricca di alimenti in grado di consentire un apporto vario di tutte le vitamine e dei sali minerali necessari.

Un corretto regime dietetico non rappresenta certo una cura o la soluzione, ma può aiutare a migliorare la condizione nei casi più lievi, diminuendo i sintomi e i disagi provocati dall’ipotensione. Per questo motivo, è fondamentale avere un confronto con un nutrizionista e adottare il regime alimentare più adatto alle proprie esigenze.

Ecco alcuni consigli di alimentazione più indicati:

  • consumare liquirizia, naturale, in quanto la radice di questa pianta contiene una sostanza che ha un effetto simile all’aldosterone, che aumenta la pressione sanguigna;
  • evitare di consumare bevande alcoliche in quanto l’alcol etilico può portare a vasodilatazione. Inoltre, questa molecola tossica deve essere espulsa dai reni con le urine e questa caratteristica favorisce la disidratazione;
  • evitare pasti abbondanti, in quanto la digestione richiede un abbondante flusso sanguigno e, per questo motivo, la suddivisione dell’introito calorico giornaliero potrebbe seguire questa proporzione: il 15% del fabbisogno a colazione, il 10% con gli spuntini, il 30% a pranzo e il 25% a cena;
  • evitare diete a basso contenuto di glucidi, responsabili dell’ipoglicemia e dell’accumulo di sostanza fortemente osmotiche come i chetoni. Questi ultimi, infatti, sono molecole tossiche che, come l’alcol etilico, i reni filtrano ed espellono utilizzando una grande quantità di acqua;
  • è necessario praticare esercizio fisico con costanza in modo da stabilizzare i livelli della pressione. È necessario, però, avere il corretto apporto di minerali, ad esempio attraverso l’utilizzo di integratori.

Specie nella stagione calda è importante seguire queste semplici raccomandazioni: il caldo infatti accentua la vasodilatazione e aumenta la disidratazione, aumentando le probabilità di soffrire di ipotensione.

Raccomandazioni

Se si è soggetti a episodi di ipotensione gli specialisti sconsigliano inoltre di:

  • allenarsi eccessivamente, specie in estate. Alla fine di ogni seduta di allenamento è bene reintegrare subito i liquidi persi con un corretto apporto di sali minerali
  • frequentare ambienti troppo caldi. Il caldo funge da vasodilatatore e la sudorazione eccessiva causa un’enorme perdita di liquidi, aumentando il calo dei valori di pressione
  • stare in posizione eretta per un periodo di tempo troppo prolungato
  • dopo essere stati a lungo seduti o sdraiati, alzarsi con movimenti bruschi
  • eccedere con alcune tipologie di farmaci (antidepressivi, diuretici, betabloccanti, sedativi, antidolorifici e antipertensivi), assumendoli sempre e solo dietro prescrizione medica.

Se si è affetti da ipotensione o lo si sospetta, bisogna sempre dirlo al proprio medico che saprà individuarne le cause scatenanti, fornendo le giuste spiegazioni e trattamenti.

Fonti bibliografiche: