Acetone: che cos’è, sintomi e rimedi

Debolezza, sonnolenza, dolori addominali, nausea, possono indicare la presenza di questa condizione. L’esperta spiega i sintomi, le cause e i rimedi da adottare

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

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Per svolgere qualsiasi tipo di azione il nostro organismo necessita costantemente di energia. Il carburante assunto attraverso l’alimentazione viene infatti utilizzato sia per le attività che prevedono un dispendio energetico importante, sia per quelle definite “basali” (ad esempio relative alla funzionalità respiratoria, all’attività cardiocircolatoria, al corretto funzionamento del sistema nervoso).

La chetosi in pediatria è una condizione in cui il corpo produce un eccesso di chetoni, ovvero sostanze prodotte dal fegato, quando il corpo utilizza i grassi come fonte di energia invece del glucosio.

Con la Dottoressa Lilia Altieri, Pediatra, vediamo che cos’è quello che viene definito comunemente “acetone”, come riconoscerlo e quali rimedi adottare.

Che cos’è l’acetone

«Più propriamente dovremmo parlare di chetosi, ovvero quello stato in cui il corpo, a causa di un deficit di zuccheri (carboidrati) trae energia dal grasso, generando appunto i “chetoni” che vengono liberati nel sangue, nelle urine e con il respiro», spiega la dottoressa.

Quando si è in salute e si segue una dieta equilibrata, il corpo controlla autonomamente le quantità di grassi da bruciare, dunque non vengono prodotti chetoni. L’energia necessaria, viene in questo caso ottenuta dal corpo scomponendo in glucosio i carboidrati assunti con l’alimentazione. Diversamente, se le riserve di glucosio non sono sufficienti, l’organismo si attiva per produrre energia bruciando, invece, i grassi. Si tratta del meccanismo alla base anche della dieta chetogenica, un regime alimentare differente dalla dieta mediterranea che invece prevede un consumo bilanciato di tutte le tipologie di alimenti.

Quali sono i sintomi

«I bambini con livelli alti di chetoni nel sangue, si sentono molto deboli e spossati; possono avere inappetenza, dolori addominali, vomito e sonnolenza. Tutti questi sintomi, a loro volta possono causare disidratazione ed aumentare la concentrazione di chetoni in circolo, innescando un vero e proprio circolo vizioso. Il bambino presenta inoltre il caratteristico “alito acetonemico”», continua l’esperta.

Gli adulti che seguono una dieta chetogenica possono avvertire sintomi, soprattutto in una prima fase, come:

  • alito cattivo;
  • perdita di peso;
  • minore appetito;
  • irritabilità;
  • difficoltà a dormire;
  • affaticamento e debolezza.

Quali sono le cause

«L’acetone può essere ricondotto a diverse cause: è frequente durante un episodio febbrile, sia perché associato ad una ridotta assunzione di liquidi, sia come conseguenza della temperatura corporea elevata. Il nostro organismo infatti, tende a bruciare un’elevata quantità di zuccheri e successivamente utilizza i grassi e le proteine, generando appunto corpi chetonici che provocano malessere. Altre cause possono essere:

  • il digiuno prolungato;
  • un’intensa attività fisica;
  • il vomito;
  • le gastroenteriti.

Anche una dieta ricca di grassi animali può favorirlo. L’acetone nei neonati è una condizione rara, ma che può portare a gravi conseguenze, per cui in genere viene consigliato il ricovero», precisa la dottoressa Altieri.

Bere bevande a base di cola è utile?

«Bere bevande a base di cola è sconsigliato. In commercio esistono però soluzioni reidratanti orali appositamente create per ridurre la chetosi, bilanciate in sali minerali e zuccheri. Le bevande a base di cola invece, non contengono sali minerali e zuccheri nelle giuste proporzioni e potrebbero risultare anche dannose».

Quali sono i rimedi

«La cosa fondamentale è garantire una corretta idratazione del bambino, preferibilmente con soluzioni reidratanti orali a base di sali minerali e zuccheri, a piccoli sorsi, e lentamente durante l’arco della giornata. È preferibile prediligere alimenti ricchi di carboidrati semplici (pasta, pane, riso e frutta) e poveri di grassi.

Se il bambino vomita, è bene non somministrare nulla nell’ora successiva e poi riprendere gradualmente l’idratazione a piccoli sorsi.

Può capitare, soprattutto quando il bambino è molto disidratato, che la reidratazione per via orale possa non rivelarsi efficace a causa dell’instaurarsi di una condizione chiamata acidosi metabolica. In questo caso sarà necessaria la reidratazione via endovena.

Il trattamento della chetosi in pediatria dipende dalle cause sottostanti e dalla gravità dei sintomi. In genere, il trattamento prevede l’eliminazione della causa scatenante e il ripristino dell’equilibrio idroelettrolitico del bambino. Ciò può comportare la somministrazione di liquidi e carboidrati per via orale o endovenosa, a seconda della gravità della condizione», conclude l’esperta.

Per prevenire la chetosi in pediatria, è importante che i bambini seguano una dieta sana ed equilibrata, che preveda un adeguato apporto di carboidrati e una limitazione dell’assunzione di grassi. Inoltre, i genitori dovrebbero prestare attenzione ai sintomi della chetosi e consultare un pediatra se il loro bambino presenta sintomi sospetti.

Fonti bibliografiche