Ciclo mestruale: sintomi, cause, effetti delle alterazioni

Le alterazioni del ciclo mestruale possono essere considerate come un sintomo causato da patologie più complesse: come riconoscerle e comportarsi

Foto di Ezio Ghigo

Ezio Ghigo

Professore ordinario di Endocrinologia

Professore Ordinario di Endocrinologia dell’Università di Torino, è anche Direttore della Divisione Universitaria di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo nell’Ospedale Universitario Città della Salute e della Scienza di Torino.

Pubblicato: 29 Gennaio 2021 15:02

La ciclicità mestruale è l’espressione di un fine equilibrio caratterizzato dall’alternarsi ciclico di ormoni prodotti dalle ovaie, in particolare estrogeni e progesterone, sotto lo stimolo di altri ormoni, le gonadotropine, prodotti a livello dell’ipotalamo e dell’ipofisi. Tale meccanismo di produzione ormonale è piuttosto complesso e induce, come risultato finale, alcune modificazioni funzionali a carico dei tessuti bersaglio del sistema riproduttivo femminile (utero, endometrio, vagina), tra cui la più evidente è la mestruazione.

La corretta ciclicità mestruale richiede, quindi, l’integrità di:

  1. utero e vie genitali
  2. ovaie
  3. ipotalamo-ipofisi

Molte condizioni patologiche, endocrinologiche e non, che coinvolgono uno o più di questi distretti possono causare un’alterazione del ciclo mestruale.

Definizione di alterata ciclicità mestruale

Per definizione, il ciclo mestruale inizia con il primo giorno di perdita ematica e si conclude con il giorno precedente l’inizio della mestruazione successiva. La mediana della durata di un ciclo è di circa 28 giorni durante la fase intermedia del periodo riproduttivo di una donna; tuttavia il ciclo mestruale presenta un’estrema variabilità da donna a donna anche a seconda delle varie epoche della vita riproduttiva.

Le alterazioni del ciclo mestruale possono essere classificate in:

  • quantitative: caratterizzate da una riduzione (ipomenorrea) o aumento (ipermenorrea, menorragia) del flusso mestruale.

Nella maggior parte dei casi in associazione all’ipomenorrea e ipermenorrea non vi sono alterazioni nella funzionalità e nella regolazione del ciclo mestruale. Tuttavia, l’ipermenorrea è meritevole di particolare attenzione in quanto può esporre la donna ad anemizzazione. Raramente si individuano cause di tipo organico o endocrinologico e nella maggior parte dei casi è dovuta ad alterazioni nel metabolismo locale delle prostaglandine, i mediatori della comparsa e dell’arresto dell’emorragia mestruale.

  • qualitative: caratterizzate da alterazioni della periodicità mestruale, ossia un allungamento (oligomenorrea) o accorciamento (polimenorrea) del periodo intermestruale. Se si verifica una assenza prolungata dei flussi mestruali per un periodo superiore a 3 mesi, questa viene definita

Inoltre viene definita metrorragia un sanguinamento abbondante che si manifesta nell’intermestruo, cioè al di fuori della fase mestruale. Con il termine di dismenorrea, infine, viene definito un flusso mestruale associato a sintomatologia dolorosa.

Cause di alterata ciclicità mestruale

Le alterazioni del ciclo mestruale sopra elencate sono da considerarsi come un sintomo, causato da patologie più complesse che devono essere correttamente inquadrate e diagnosticate per poter essere adeguatamente curate.

Semplificando, le alterazioni del ciclo, in particolare quelle qualitative, possono riconoscere:

  • una causa centrale dovuta a problematiche a livello ipotalamico e/o ipofisarie oppure
  • una causa periferica dovuta a patologie proprie dell’ovaio.

La cause endocrinologiche centrali più frequenti sono:

  • cause organiche: tumori benigni o maligni a livello della regione ipotalamo-ipofisaria con o senza iperprolattinemia, malattie infiammatorie o autoimmuni della regione ipotalamo-ipofisaria
  • cause funzionali: stress psico-fisico, esercizio fisico intenso, perdita di peso e malnutrizione, psichiche (disturbi del comportamento alimentare come anoressia nervosa e bulimia)

Le cause endocrinologiche periferiche più frequenti sono:

  • sindrome dell’ovaio policistico: una frequente condizione morbosa, che interessa più del 10% delle donne in età riproduttiva, caratterizzata da una notevole variabilità clinica e biochimica, ma i cui elementi fondamentali sono: 1) l’assenza di regolare ovulazione; 2) la presenza di iperandrogenismo clinico (irsutismo, acne, alopecia) o biochimico, documentato con aumento dei livelli di androgeni circolanti; 3) l’aspetto ecografico di ovaio micropolicistico.
  • iperandrogenismi (tumori dell’ovaio o del surrene secernenti androgeni, iperplasia surrenalica congenita)
  • infezioni ovariche
  • patologie autoimmuni dell’ovaio
  • patologie ovariche indotte da radioterapie e chemioterapie per la cura di tumori

Inoltre anche la presenza di alterazioni della funzione tiroidea, come ipotiroidismo o ipertiroidismo, e l’utilizzo di farmaci cortisonici in cronico o di alcuni farmaci con effetto iperprolattinemizzante possono alterare la normale ciclicità mestruale e indurre alterazioni del ciclo mestruale, per lo più di tipo qualitativo.

Occorre infine ricordare che un quadro di amenorrea o di oligomenorrea può occasionalmente accompagnarsi ad alcune malattie sistemiche (insufficienza epatica, renale, cardiaca, gravi infezioni, neoplasie, sindromi da malassorbimento, ecc.) che con vari meccanismi possono interferire con il fisiologico funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio.

Inquadramento diagnostico

La valutazione diagnostica presuppone innanzitutto una accurata anamnesi mestruale (caratteristiche dei flussi, eventuali perdite intermestruali, presenza di altri sintomi associati) e una completa anamnesi patologica remota e prossima mirata ad evidenziare soprattutto la presenza di malattie intercorrenti e/o pregresse, variazioni del peso corporeo, situazioni di stress psico-fisico rilevante, utilizzo di farmaci interferenti.

L’esame obiettivo consiste in un accurato esame generale volto sia a cogliere segni di altre affezioni non a carico dell’apparato riproduttivo che possano causare alterazioni del ciclo mestruale (malattie croniche, gravi malattie sistemiche che coinvolgano organi vitali come cuore, fegato e rene, ecc.), sia a individuare sintomi e segni (ipertricosi, irsutismo, ipertensione arteriosa, sovrappeso/obesità, ecc.) che potrebbero orientare verso quadri patologici specifici ed in un esame specifico ginecologico.

Inoltre devono essere effettuate indagini di laboratorio ed in particolare dosaggi ormonali e valutazioni strumentali ecografiche di utero e ovaie.

In conclusione, un corretto inquadramento diagnostico, che richiede spesso la collaborazione multidisciplinare di endocrinologi, ginecologici e psicologici, è fondamentale per poter usare l’ampio ventaglio di opportunità terapeutiche disponibile attualmente che permettano la risoluzione della causa scatenante e il ripristino della regolare ciclicità mestruale, assicurando così alle pazienti ottimi risultati.

In collaborazione con la Dott.ssa Giovanna Motta