Campylobacter: cos’è il batterio della carne

Scopriamo cos'è il Campylobacter, il batterio che si trova nella carne di pollo cruda e che provoca intossicazioni

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Biagio Flavietti

Farmacista e nutrizionista

Farmacista e nutrizionista, gestisce dal 2017 una pagina di divulgazione scientifica. Appassionato di scrittura ed editoria, lavora come Web Content Editor per alcune realtà del settore farmaceutico e nutrizionale.

Il Campylobacter è un temibile batterio della carne che riesce a provocare intossicazioni e che di recente ha provocato una serie di eventi patologici descritti anche nelle cronache italiane. Quando si pensa alle malattie trasmesse dagli alimenti, spesso vengono in mente i casi di salmonellosi o infezioni da E. coli. Tuttavia, c’è un altro batterio microscopica che è responsabile di un gran numero di casi di intossicazione alimentare in tutto il mondo: il Campylobacter. In questo articolo, si esploreranno in profondità le caratteristiche di questo microbo patogeno, i sintomi dell’infezione che provoca, i modi di prevenzione e i metodi di trattamento per eradicarlo.

Silenzioso, ma anche molto letale, questo batterio è ancora poco conosciuto nel nostro paese, nonostante nell’ultimo periodo siano stati registrati oltre 9 milioni di casi solo nell’Unione Europea. La sua ampia diffusione è dovuta, secondo gli esperti, alla carne di pollo prodotta tramite gli allevamenti intensivi. Il Campylobacter colpisce il tratto digerente umano, provocando una violenta infezione che causa vomito, diarrea, febbre, mal di testa e dolori addominali.

Cos’è il Campylobacter?

Il Campylobacter è un genere di batterio a forma di bastoncello, Gram-negativo, che fa parte dei microaerofili. Il nome “Campylobacter” deriva dalla parola greca “kampylos,” che significa “curvato,” e “bakterion,” che significa “piccolo bastoncino”. Questi microbi patogeni sono noti anche per le loro forme spiraliformi o a forma di virgola. Tra le diverse specie di Campylobacter, le più comuni responsabili delle infezioni umane sono il Campylobacter jejuni e il Campylobacter coli.

Cosa sono i batteri gram-negativi?

I batteri Gram-negativi sono un gruppo di batteri che si distinguono per la loro struttura cellulare e la risposta ad una colorazione chiamata appunto di Gram, una tecnica di laboratorio utilizzata per classificare i batteri in base alla composizione della loro parete cellulare. Questa classificazione è fondamentale nella microbiologia e nell’identificazione dei batteri, poiché i batteri Gram-negativi presentano alcune caratteristiche strutturali e comportamentali distintive che permettono l’utilizzo delle giuste terapie e dei giusti farmaci antibiotici.

La principale caratteristiche dei batteri Gram-negativi è la struttura della parete cellulare. La parete cellulare dei batteri Gram-negativi è composta da uno strato sottile di peptidoglicano, una sostanza polimerica che conferisce rigidità alla parete. Tuttavia, a differenza dei batteri Gram-positivi, i batteri Gram-negativi hanno una seconda membrana esterna composta da lipopolisaccaridi (LPS) nella loro parete cellulare. Questa membrana esterna contribuisce a conferire loro una maggiore resistenza a certi antibiotici ma li rende più sensibili ad altri. Ecco perché conoscere la natura del batterio è fondamentale per applicare le giuste scelte terapeutiche.

Come si Diffonde il Campylobacter?

Il Campylobacter è tra le principali cause di infezioni gastrointestinali nel mondo e si diffonde attraverso il consumo di alimenti contaminati o l’ingestione di acqua che contiene il batterio. Le principali vie di diffusione includono:

  1. Polli e carne non cotta: il Campylobacter è molto spesso associato al consumo di carne di pollo cruda o non cotta, compresi polli, tacchini e anatre serviti in ricette di vario genere. Le carni possono essere contaminate durante la macellazione e il trattamento, oppure durante il trasporto e la conservazione. Anche la contaminazione incrociata attraverso superfici e strumenti da cucina è possibile.
  2. Latte non pastorizzato: il latte non pastorizzato o i prodotti lattiero-caseari non trattati termicamente possono contenere Campylobacter se le mucche o altre fonti di latte sono portatrici del batterio stesso.
  3. Contaminazione incrociata: il contatto diretto con superfici o utensili contaminati da Campylobacter può diffondere l’infezione anche su carne sana. Ad esempio, tagliare pollo crudo su una tavola da taglio e poi usare la stessa tavola per preparare insalata può portare alla contaminazione incrociata anche degli altri alimenti non contaminati.
  4. Acqua contaminata: l’acqua potabile contaminata è un’altra possibile fonte di infezione da Campylobacter molto frequente.

Il contagio avviene solitamente durante la preparazione della carne di pollo, poiché in seguito il Campylobacter viene distrutto dalle alte temperature nel corso della cottura. In questa fase il batterio si diffonde non solo sulle nostre mani, usate per manipolare il pollo, ma anche sulle posate, sui contenitori, sugli utensili e sulle superfici che vengono a contatto con la carne cruda. In tal modo il batterio si diffonde in tutta la cucina, contaminando gli altri alimenti che, una volta ingeriti, lo porteranno direttamente all’interno dell’organismo. Per questo motivo il pollo non va mai sciacquato, ma deve essere cucinato direttamente.

Sintomi dell’Infezione da Campylobacter

L’infezione da Campylobacter può provocare tutta una serie di sintomi che iniziano solitamente dai 2 ai 5 giorni dopo l’esposizione al microrganismo.  Per questo motivo, spesso, non si collega l’assunzione di tali alimenti con i sintomi dell’infezione. I sintomi comuni includono:

  • Diarrea acquosa o sanguinolenta: la diarrea è uno dei sintomi principali e può variare da lieve a grave. In alcuni casi, le feci possono contenere macchie di sangue e aver flussi diarroici insistenti.
  • Dolore addominale: spesso associato a crampi e forti dolori di pancia.
  • Febbre: la febbre è un sintomo comune e può variare in intensità a seconda del grado di infezione.
  • Mal di testa e dolori: altri sintomi influenzali, come mal di testa e dolori muscolari, possono manifestarsi in caso di infezione.

I sintomi dell’infezione da Campylobacter tendono a durare da alcuni giorni a una settimana, ma possono prolungarsi o diventare più gravi in alcune persone, specialmente nei bambini piccoli, negli anziani, nei soggetti più deboli o nelle persone con sistema immunitario compromesso. Anche le donne in gravidanza devono prestare molta attenzione a ciò che inseriscono nella propria dieta, per tale ragione in gravidanza vanno eliminati una serie di cibi crudi e non solo. In questi casi il Campylobacter può provocare meningite, pancreatite, artrite reattiva, endocardite, ma anche infezioni più o meno grazie ai reni e al fegato.

Diagnosi e trattamento

Qual è la cura per la patologia Campylobacter? Solitamente viene prescritta una terapia antibiotica e la reidratazione. Il trattamento, quindi, è principalmente di supporto e mirato a mantenere l’equilibrio dei liquidi e degli elettroliti nel corpo, specialmente se la diarrea è grave. Gli antibiotici possono essere prescritti in casi gravi o infezioni persistenti. Nonostante ciò negli ultimi anni gli scienziati hanno evidenziato come il batterio sia riuscito a sviluppare una resistenza nei confronti della penicillina e delle cefalosporine, rendendo più difficile la cura della patologia nelle sue forme più gravi. Se si sospetta un’infezione da Campylobacter, è importante consultare un medico. La diagnosi di solito comporta un esame delle feci per rilevare la presenza del batterio al suo interno.

Come prevenire l’infezione da Campylobacter

La prevenzione è fondamentale per evitare l’infezione da Campylobacter, anzi risulta una delle armi principali. Ecco alcune misure preventive da adottare:

  • Cottura adeguata: assicurarsi che carne di pollame e altre carni siano cucinate completamente, con temperature interne adeguate e cotture ben avanzate. Il pollo è uno dei pochi alimenti che vanno cotti molto bene e non possono essere mangiati crudi o semi-crudi. Bisogna prestare particolare attenzione anche in gravidanza.
  • Igiene personale: lavare sempre bene le mani con acqua e sapone prima di preparare il cibo, dopo aver manipolato carne cruda e dopo essere andati in bagno, per evitare di veicolare il batterio.
  • Separazione degli alimenti: mantenere carne cruda, pollame e frutti di mare separati da altri alimenti durante la preparazione è fondamentale per la corretta igiene di tutti i cibi da cucinare.
  • Pastorizzazione: consumare solo latte e prodotti lattiero-caseari pastorizzati.
  • Acqua potabile sicura: assicurarsi di bere acqua potabile sicura, specialmente quando si viaggia in aree a rischio.

In conclusione, il Campylobacter è un batterio noto per causare infezioni gastrointestinali e diarrea in tutto il mondo. La prevenzione è sicuramente la chiave per evitare l’infezione, attraverso la cottura adeguata dei cibi, la buona igiene personale e la consapevolezza dei rischi. Se si sviluppano sintomi sospetti, bisogna consultare un medico per una diagnosi e un trattamento adeguati. Con la giusta attenzione, è possibile proteggersi da questa comune infezione alimentare e contrastarla senza avere ripercussione per la propria salute e per le persone che ci stanno intorno.

Fonti bibliografiche:

Campylobacter – EpiCentro – Istituto Superiore di Sanità (iss.it)