Gli esperti li chiamano persone fragili. Sono i tanti soggetti, anziani ma non solo, che soffrono di malattie che possono essere sopportate con maggior fatica, sia in termini medici che sotto l’aspetto sociale. Le diverse forme di decadimento cognitivo, in qualche modo, rappresentano un prototipo di queste condizioni.
La malattia di Alzheimer, si sa, può essere molto difficile da affrontare sia per chi ne soffre sia per chi li assiste. Per questo, specie nelle giornate molto calde, occorre prendere qualche contromisura. Ecco i consigli degli esperti della Società Italiana di Neurologia, espressamente dedicati all’assistenza ad anziani e persone fragili in presenza di temperature molto elevate.
Attenzione alla disidratazione
“In questa stagione – spiega Alessandro Padovani, Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Brescia – sono maggiormente esposti i pazienti più fragili, avanti con l’età, soli o parzialmente soli, quelli con avanzata perdita delle autonomie e con la necessità di assumere farmaci per più patologie.
Si tenga conto che già nelle persone sane le temperature elevate causano uno stress al nostro organismo e provocano sensazioni di facile affaticamento, vertigini, difficoltà di concentrazione, riduzione del quantitativo di urine emesse, alterazioni del sonno, facile irritabilità e uno stato di agitazione e di disagio. Tutto questo ha maggiori conseguenze nei pazienti con demenza, i quali generalmente tendono a idratarsi poco e a concentrare l’alimentazione nei pasti principali. Molto importante invece preferire pasti piccoli e frequenti, il più possibile variegati, cercando di accompagnare il pasto con liquidi”.
Va detto che c’è un nemico che spesso si sottovaluta, anche per mancanza di “richiesta” di contromisure. Si chiama disidratazione, con ripercussioni sul contenuto di liquidi e sali minerali dell’organismo. La disidratazione è il fattore di rischio maggiore di peggioramento e nella maggior parte dei casi non è adeguatamente prevenuta o contrastata. Spesso le persone anziane hanno una ridotta percezione della sete e spesso non ne avvertono la necessità. Nelle persone con demenza si aggiunge la difficoltà di esprimere i propri bisogni e spesso l’opposizione alle sollecitazioni.
Rimane il fatto che l’idratazione deve essere garantita e promossa in tutti i modi possibili, prediligendo bevande non zuccherate e soprattutto succhi oppure estratti di frutta e di verdura. Tra questi, possono essere proposte succhi di arancia, melagrana, mirtilli, ananas, e tra le verdure pomodori, sedano, carote, cetrioli. Meritano di essere inclusi in questa lista anche l’anguria, il melone, e le pesche.
Frutta e verdura contengono fino all’80% di liquidi e sono anche ricche di sali minerali, vitamine, antiossidanti e fibre, che, insieme all’acqua, consentono un buon funzionamento dell’apparato digerente. Infine, visto il potenziale rallentamento del metabolismo e dei farmaci, molti anziani soffrono di stipsi quindi frutta e verdura forniscono loro le fibre per aiutarli anche per questo ulteriore problema della vecchiaia. Giova ricordare che nelle persone con demenza, è fondamentale evitare di somministrare bevande alcoliche le quali aumentano la sudorazione, la sensazione di calore e la frequenza cardiaca.
Le altre regole utili
Ecco altre raccomandazioni degli esperti: occorre evitare di far uscire le persone anziane nelle ore più calde, prediligere abiti o indumenti leggeri in lino e cotone, dotare l’abitazione di condizionatore o deumidificatore, cercando comunque di arieggiare nelle prime ore del mattino.
In questo contesto, un ultimo consiglio riguarda i farmaci: con il caldo potrebbe essere indicato controllare la pressione arteriosa e ridurre o sospendere, laddove possibile, farmaci come i neurolettici, gli anticolinergici e gli antiipertensivi al fine di evitare che si manifesti un eccessivo abbassamento pressorio così come una crescente spossatezza.