Allergia ai pollini, quando e a chi serve l’immunoterapia specifica

Con l'arrivo della primavera, i disturbi legati all'allergia ai pollini si manifestano con più frequenza. Un aiuto importante arriva dall'immunoterapia

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Apparentemente sembra un sogno. Per chi deve fare i conti con starnuti a ripetizione, naso chiuso, occhio che si arrossano e altri disturbi non appena i pollini circolano nell’ambiente, pensare di eliminare alla radice il problema è apparentemente un’utopia. Ma lo specialista può, in casi specifici e dopo aver ben definito i pollini delle graminacee che causano i disturbi, provare a “desensibilizzare” progressivamente chi ne soffre. L’obiettivo è arrivare ad un vero e proprio trattamento causale del quadro, che lentamente ma progressivamente rende sempre meno sensibili all’azione di questi “pericoli” (ovviamente per chi è allergico) che circolano nell’atmosfera. Questo approccio si definisce immunoterapia allergene specifica o AIT. Ma quando è utile? E come si effettua questo trattamento?

Quando i fastidi nascono dalle graminacee

I pollini più comuni, nella grande “confusione” di fioriture che si verificano in questo periodo, sono quelli delle graminacee. Si tratta di oltre venti tipi di piante – presenti ovunque in Italia – anche diverse tra loro. Il periodo di pollinazione delle graminacee ha inizio generalmente proprio in questi giorni e poi cresce progressivamente fino a maggio, per poi calare. Una ripresa della fioritura, di minore intensità rispetto a quella primaverile, avviene di solito fra fine estate e inizio autunno, giustificando una blanda ripresa dei sintomi in alcuni soggetti affetti da questa allergia.

“La maggior parte dei pazienti diventano sintomatici all’allergia alle graminacee nella seconda infanzia cioè tra gli 11 ed i 17 anni – spiega Samuele Burastero, Ricercatore Allergologo dell’Ospedale San Raffaele di Milano “ma si può sviluppare per la prima volta una allergia sintomatica anche nell’età adulta fino ai 40 anni e oltre. La frequenza è equivalente tra maschi e femmine senza una distinzione particolare, mentre l’ereditarietà per questo tipo di allergie è accentuata rispetto ad altri allergeni: chi è allergico alle graminacee tende ad avere figli con la stessa allergia”.

I sintomi dell’allergia alle graminacee sono comuni alle allergie respiratorie e sono il naso chiuso e che cola, gli starnuti, il respiro affannoso, il prurito, la lacrimazione degli occhi e le palpebre infiammate. “La grossa differenza rispetto ad un semplice raffreddore – sottolinea l’esperto – è che, in caso di allergia alle graminacee, il secreto nasale è liquido come l’acqua, si parla infatti di rinorrea sierosa. Il raffreddore allergico dovuto alle graminacee è accompagnato da sintomi agli occhi che si arrossano, che lacrimano, che prudono, spesso si può associare anche il prurito alle orecchie o in gola”. Sul fronte delle patologie, sicuramente la rinite allergica e l’asma sono le forme più diffuse legate a questa condizione. E dopo un percorso più o meno lungo…. “Il paziente arriva dall’allergologo per una valutazione più puntuale della sua allergia e una conseguente indicazione terapeutica, mirata a superare la semplice gestione occasionale dei sintomi con gli antistaminici, introducendo, quando è indicato, l’immunoterapia allergene specifica – conclude Burastero.”

Come funziona l’AIT

L’immunoterapia allergene specifica (AIT) è in grado di agire sulle cause dell’allergia e non solo sui sintomi. Rappresenta quindi un’importante opzione terapeutica per i pazienti, soprattutto quelli che non sperimentano un sollievo sufficiente dei sintomi dal trattamento sintomatico. Consiste nel somministrare alla persona allergica, per un tempo non inferiore a 3 e fino a 5 anni, una dose crescente e controllata di estratti dell’allergene a cui questa è sensibile.

L’AIT è in grado di indurre una modifica nel sistema immunitario del paziente allergico fino alla completa desensibilizzazione all’allergene. Terminato questo ciclo, l’AIT fornisce una protezione per una fase che può̀ arrivare a superare i 10 anni. “L’AIT per allergia alle graminacee – conclude Burastero – rappresenta sicuramente una soluzione efficace, per gestire i pazienti con questo tipo di allergia. Si tratta di una terapia rimborsata in tutta Italia, sicura, senza effetti collaterali, non incompatibile con l’uso dei farmaci sintomatici, in grado di dare risultati già entro tre, quattro mesi dall’inizio della terapia, con una modalità di somministrazione sublinguale giornaliera per almeno 3 anni.”

L’importante, in ogni caso, è trovare la soluzione mirata per ogni persona che affronta l’allergia, anche in chiave di qualità della vita, come ricorda “Simona Barbaglia, Presidente dell’associazione pazienti “Respiriamo Insieme”: “un motivo importante per agire il prima possibile è il fatto che la rinite allergica non trattata è considerata un fattore di rischio per lo sviluppo dell’asma. Se i sintomi allergici hanno un grande impatto sulla vita quotidiana, è necessario l’aiuto dello specialista per identificare il trattamento più adatto per prevenire il passaggio a maggiori livelli di gravità dell’asma. In Italia, oggi, ci sono diverse opportunità di trattamento. A sostegno di tutti i pazienti ci sono farmaci registrati e quindi sicuri, rimborsati dal sistema sanitario nazionale e quindi gratuiti per il paziente in tutte le regioni”. Sul tema è in corso comunque una campagna di informazione dal titolo “Eccì Graminacee”, patrocinata da Respiriamo Insieme, per spiegare sui social l’importanza della conoscenza dell’allergia alle graminacee.