Una piccola modifica social ma un grande messaggio da parte della Regina Rania di Giordania. Una delle sovrane più celebri e amate al mondo ha scelto di cambiare la propria immagine dei profili social ufficiali, Instagram, Facebook e X (ex Twitter, ndr), rendendole completamente nere.
Ciò a indicare la propria posizione politica in merito al conflitto tra Israele e Palestina, esploso nuovamente con dirompente violenza e devastante orrore.
Rania, la politica via social
La modifica è avvenuta mentre la Regina Rania era impegnata in un discorso online, per la prima volta dopo l’attacco a sorpresa di Hamas dello scorso 7 ottobre, indirizzato a colpire civili israeliani. A tale azione social ne è seguita un’altra, con la pubblicazione di un video risalente al 2009. Si tratta di una conferenza stampa della Regina, allora intenta a parlare della violenza dilagante nella regione.
“Parlavo nel 2009, nel mezzo di una guerra a Gaza durata tre settimane. Quattordici anni e cinque guerre dopo, è straziante vedere quanto poco sia cambiato. Il mondo non può restare in silenzio. Tutto questo deve finire”.
Una situazione che colpisce in maniera molto pressante la Giordania, considerando come confini con Israele. Una preoccupazione non soltanto sociale e politica ma soprattutto umanitaria, quella della Regina Rania. Suo marito, il Re Abdullah, ha parlato a sua volta della situazione, chiedendo operazioni politiche atte a riportare la situazione a Gaza e nell’area circostante a una “normalità”. Per quanto questo termine possa avere un vago senso in questa martoriata parte di mondo.
La Corte reale hashemita, in una dichiarazione dell’8 ottobre, ha sottolineato come il Re, Comandante Supremo delle Forze Armate Giordane, abbia voluto così riaffermare la “posizione incrollabile della Giordania sulla causa palestinese”.
L’unica via per la pace
Re Abdullah ha spiegato nel dettaglio quella che è la propria politica e quella di sua moglie, la Regina Rania. Non potranno esserci sicurezza e stabilità senza una giusta e completa pace, ha spiegato. Una condizione raggiungibile unicamente attraverso la “Soluzione dei due Stati”.
Un’espressione che riferimento all’ipotesi della fine dell’atavico conflitto, con la creazione di due Stati separati nella parte occidentale della Palestina storica. Uno ebraico e l’altro arabo. Agli arabi residenti in Cisgiordania e a Gaza verrebbe garantita la cittadinanza del nuovo Stato palestinese. Ciò verrebbe inoltre offerto anche ai rifugiati palestinesi. Gli arabi residenti in Israele avrebbero invece facoltà di scegliere la propria cittadinanza, israeliana o palestinese.
Una prospettiva, ad oggi, molto lontana. Intanto la Giordania, così come l’Egitto, hanno confermato la volontà di non accogliere rifugiati, al fine di non correre il rischio di partecipare ai piani politici di alcuni “soliti sospetti”.
Com’è evidente, ciò che la Regina Rania e suo marito il Re Abdullah stanno facendo non si limita a una propaganda social per la pace. Nella giornata di mercoledì, riporta la Corte, ci sarà un incontro privato tra i sovrani e il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il Presidente egiziano Abdel Fattah El Sisi e il Presidente palestinese Mahmoud Abbas. Una situazione particolare e tesa, considerando come POTUS abbia già fatto visita a Israele, confermando la propria posizione a Netanyahu nella lotta contro Hamas.