Il nuovo Gucci di Sabato De Sarno: rivoluzione necessaria? Tempo di bilanci alla MFW

La prima sfilata di Gucci sotto la direzione artistica di Sabato De Sarno ha creato non poche polemiche. Allora chiediamoci: è questa la direzione giusta per il brand?

Foto di Ilaria di Pasqua

Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

La Milano Fashion Week è sempre un momento di grande attesa per gli appassionati di moda di tutto il mondo, ma quest’anno è stata protagonista di un’esplosione di polemiche e controversie senza precedenti. Il motivo? La prima sfilata di Gucci sotto la direzione artistica di Sabato De Sarno. In questo articolo, ci immergeremo nelle profonde acque delle discussioni che hanno circondato questo evento, cercheremo di analizzare il concept che si celava dietro la sfilata e, soprattutto, cercheremo di rispondere a una domanda cruciale: è questa la direzione giusta per Gucci?

Le polemiche dopo la sfilata Gucci di Sabato De Sarno

La sfilata, per dirla senza mezzi termini, non è stata ben accolta dai fedeli sostenitori di Alessandro Michele, il precedente direttore creativo di Gucci. 

Gli appassionati del marchio si sono sentiti traditi, gridando all’unisono: “Questo non è Gucci!”. Durante i sette anni in cui Michele ha guidato Gucci, il marchio è stato sinonimo di genialità, estro e audacia. Era la personificazione degli anni ’70, con merletti, pizzi, colori accesi e una follia tipica di quegli anni.

Va da se che il pubblico non sia rimasto soddisfatto se è questa l’aspettava che aveva in mente. Se stavano pensando ad Alessandro e poi hanno trovato Sabato. La reazione del pubblico è stata immediata e feroce, con una valanga di commenti negativi sui social media che definivano De Sarno deludente, privo di estro e addirittura paragonavano i capi Gucci alle ultime uscite di Zara. TikTok è stato particolarmente spietato, con gli utenti che hanno creato meme derisorii di De Sarno, fingendo di essere Michele.

Sfilata Gucci, Spring Summer 2024
Fonte: IPA
Sfilata Gucci, Spring Summer 2024
Sfilata Gucci, Spring Summer 2024
Fonte: IPA
Sfilata Gucci, Spring Summer 2024
Sfilata Gucci, Spring Summer 2024
Fonte: IPA
Sfilata Gucci, Spring Summer 2024

Il concept dietro la sfilata

De Sarno ha letteralmente tappezzato lo skyline di molte città del mondo con il suo slogan “ANCORA”, indicando il quartiere Brera di Milano come epicentro della sfilata Gucci Primavera Estate 2024, la sua prima direzione creativa. 

Lo stilista aveva scelto proprio le vie attorno all’Accademia d’Arte di Milano per il suo debutto alla direzione creativa di Gucci e per presentare Gucci Prospettive N.1, Milano Ancora. A ribadire un legame con l’arte presente in lui. Che ritorna più forte che mai, con una mostra di giovani artisti in via Fiori Chiari e un volume che è una lettera d’amore alla città della moda. La pioggia però riporta Gucci nel suo headquarter, all’interno del Gucci hub, in via Mecenate 77, e l’atmosfera cambia un po’.

La collezione presentata è stata indubbiamente “molto Gucci”, con una palette di colori ben definita, dai toni bianco e nero al rosso e al lime. C’è stata una presenza forte di completi sartoriali, canotte in maglia sottile, e gonne a matita abbinate a giacconi outdoor. Gli accessori, tra cui le nuove borse Jackie e Bamboo, hanno rubato la scena, mentre il logo Gucci è stato intelligentemente posizionato su pellami e tessuti. 

Sabato De Sarno dichiara solo qualche giorno fa: «Sono partito dal guardaroba perché sentivo l’urgenza di mettere insieme i pezzi che mi piacciono e che non trovo», «ci sono molti cappotti in tutto il mondo, ma questo è il mio cappotto, la mia forma, il mio tessuto, il mio dettaglio».

Ma cosa è andato storto? C’è qualcosa che De Sarno non è riuscito a comunicare? O è possibile che il pubblico stia semplicemente fraintendendo la sua visione?

Facciamo un passo indietro

Per comprendere appieno la situazione, è essenziale ricordare che Alessandro Michele non è Gucci. Le case di moda scelgono un direttore creativo per dare una direzione al marchio, e questo legame può durare anni o poche stagioni. Basti pensare a Dior prima e dopo John Galliano o a Chanel con e senza Karl Lagerfeld. La moda è in continua evoluzione, e ogni direttore creativo porta la sua impronta.

Prima di Alessandro Michele, c’era Tom Ford. Le sue collezioni per Gucci sono entrate di diritto nella storia della moda. In qualità di direttore creativo della maison dal 1994 al 2004, lo stilista americano si è fatto portavoce di una sensualità assoluta. 

Ford ha portato un’estetica sexy chic, abiti succinti e tessuti suggestivi al centro della scena. Le sue collezioni sono state caratterizzate da tagli audaci, dettagli metallici e camicie di seta sbottonate. Alexis Novak, fondatrice di Tab Vintage, descrive la visione di Ford su Gucci come “la miscela perfetta di chic e sexy. Ford sapeva davvero come creare look semplici che avevano un forte impatto e che chiaramente avrebbero resistito alla prova del tempo”.

Sfilata Gucci, Spring Summer 1996
Fonte: Getty Images
Sfilata Gucci, Spring Summer 1996
Sfilata Gucci, Spring Summer 1996
Fonte: Getty Images
Sfilata Gucci, Spring Summer 1996

Last but not least: “Money talks”

Altro tassello da tenere in considerazione quando si parla di una collezione è il l’investimento di denaro che il brand mette nello show. Questa “scommessa” guiderà le vendite dei prossimi sei mesi ed è c’è quindi da pensarci due volte prima di agire.  Nello caso specifico di Gucci, il gruppo Kering, che possiede la casa di moda, ha messo non poche pressioni sul brand visto gli ultimi successi, anzi insuccessi ottenuti. 

Nel 2020, i ricavi di Gucci sono diminuiti del 22,7% rispetto all’anno precedente, un calo significativo anche rispetto ad altri marchi del settore. Ma è comunque particolarmente considerevole se paragonato ad altri marchi che si sono ripresi più rapidamente dalla fine dei lockdown in primavera. 

Questo calo ha sollevato molte domande sul futuro del marchio, considerato uno dei più influenti nella moda contemporanea. Da un articolo de “Il Post” del 2021 si legge: “Per questo alcuni analisti e giornalisti si sono chiesti se il motivo sia dovuto soltanto alla pandemia o abbia altre ragioni, come il cambiamento di gusto degli appassionati di moda e una saturazione dell’estetica massimalista, vintage e androgina tipica di Michele, dopo anni di acclamazione e imitazioni”. 

Molti esperti ritengono che un rallentamento delle vendite di Gucci fosse inevitabile, dato l’enorme successo ottenuto finora. L’estetica di Alessandro Michele, riconoscibile e distintiva, potrebbe aver allontanato una parte della clientela. La pandemia, la chiusura dei negozi e il blocco del turismo hanno aggravato la situazione.

Gucci ha reagito con alcune scelte strategiche, riducendo il numero di collezioni all’anno e riducendo la vendita attraverso intermediari. La collaborazione con il marchio di abbigliamento sportivo North Face ha dimostrato che l’interesse per l’azienda rimane alto, soprattutto in Cina.

Sabato De Sarno
Fonte: IPA
Sabato De Sarno

In conclusione

Dopo aver esaminato a fondo la sfilata di Sabato De Sarno per Gucci e aver cercato di mettere insieme tutti i pezzi di questo intricato puzzle, emergono conclusioni importanti. Questa collezione sarà discussa a lungo nei prossimi mesi, ma non tanto per i singoli capi di abbigliamento o gli accessori che ha presentato. La lezione principale è che il vero banco di prova nella moda rimane sempre la sfilata stessa.

Tuttavia, il momento più toccante è stato il pianto liberatorio di Sabato alla fine del gran finale, un segno che ci ricorda quanto coraggio e forza sia necessario per assumersi la responsabilità di guidare un marchio come Gucci, in cui un fatturato da 9,62 miliardi di euro è considerato deludente. Questo ci invita a metterci nei suoi panni e ad apprezzare la sfida che sta affrontando.

In conclusione, il futuro di Gucci è incerto. La transizione da Alessandro Michele a Sabato De Sarno ha suscitato molte controversie, ma è anche un segno che il marchio è disposto a evolversi. La moda è un ciclo in costante cambiamento, e solo il tempo dirà se questa nuova direzione porterà successo a Gucci.