Chiara Ferragni e Federico Lucia, la bellezza della normalità

Chiara Ferragni e Federico Lucia sono la dimostrazione di come, una posizione privilegiata, possa andare a braccetto con l'empatia e la beneficenza. Perché la ricchezza non può essere una colpa. L'ignoranza sì

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Irene Vella

Giornalista televisiva

Scrive da sempre, raccogli emozioni e le trasforma in storie. Ha collaborato con ogni tipo di giornale. Ha fatto l'inviata per tutte le reti nazionali. È la giornalista che sussurra alle pasticcerie e alla primavera.

Oggi è il 31 dicembre 2020, un giorno come tanti, di un anno diverso da tutti. Un anno che ci ha provati, temprati, messi con la spalle al muro, chiusi in casa, vestiti di mascherine e ricoperti di igienizzante. Ma è anche lo stesso anno che ci ha fatto riscoprire il piacere delle piccole gioie, la bellezza di un sorriso, il calore degli abbracci, il profumo della primavera, che non lo sapeva, il senso di libertà del mare e l’appartenenza.

Ci sono stati i canti, le poesie e la musica dai balconi, le dirette su Instagram, le videochiamate per sentirsi meno soli, gli aperitivi su zoom, poi è arrivata la didattica a distanza, il primo esame di stato senza la cena dei cento giorni, senza commissione, senza genitori ammassati fuori dalle aule, senza viaggi con lo zaino in spalla in giro per il mondo. È stato un anno di mancanze, impossibile dire il contrario, ma è stato anche l’anno in cui per essere felici ci è bastata la riapertura del bar preferito, come dimenticare il primo macchiatone in quel bicchiere di carta e il sorriso di chi non vedevi da tre mesi?

È stanno un anno che ci ha portato via tanto, un anno in cui gli animali si sono riscoperti i padroni della terra, e piano piano sono tornati nelle città senza paura, l’anno in cui i canali di Venezia sono tornati così puliti da potercisi specchiare dentro, e le persone si sono rivelate per quello che erano realmente, i buoni lo sono diventati ancora di più, i cattivi anche.

Chiara Ferragni e Fedez rientrano per me tra le conferme di questo annus horribilis, durante la pandemia si sarebbero potuti rinchiudere nel loro attico dorato, aspettando momenti migliori, ed invece coscienti e consapevoli di quello che stava accadendo intorno, hanno lanciato un crowdfounfing raccogliendo donazioni da cento paesi nel mondo, arrivando in pochissimo tempo alla cifra record di 4,5 milioni di euro, destinati al San Raffaele di Milano, per poter triplicare l’offerta di posti in terapia intensiva, partendo da una una base offerta dalle loro tasche di centomila euro.

Come se non bastasse, come volontari dell’associazione Milano aiuta, hanno preparato la spesa e sono andati in bicicletta a consegnarla alle famiglie che ne avevano bisogno. E voi direte eh facile fare beneficenza con i soldi, ma aiutare gli altri non ha un costo, quando è stata l’ultima volta che lo avete fatto? E soprattutto è il messaggio veicolato ad essere importante, il porgere la mano a chi è in difficoltà, perché se è vero che lo può fare chiunque, è altrettanto vero che non tutti lo fanno. Quando quest’estate c’è stato il libera tutti, moltissimi sono stati i vip che, in barba alla logica e all’umana intelligenza, hanno ripreso le vecchie abitudini, fregandosene del buonsenso e del bene comune, e allora ci sono stati fiumi di champagne bevuti dalla stessa bottiglia, serate in discoteche esclusive della Costa Smeralda, fottendosene del distanziamento sociale e delle mascherine, impestando la Sardegna, che fino ad agosto era stata quasi Covid Free, e tornando nelle regioni di appartenenza con un regalo per tutti i loro amici e familiari: la positività al Coronavirus.

Chiara Ferragni
Fonte: Instagram
Chiara Ferragni post Instagram

È diventato quasi un motivo di vanto avere il Covid, c’è stata la gara alla diretta, e c’è stato chi, tra un termometro e una Tachipirina, non ha perso l’occasione per consigliare (a pagamento) le tisane da bere per tornare in forma. I Ferragnez no, anche in quell’occasione hanno dimostrato come, pur scegliendo la stessa meta per le vacanze, si possa essere intelligenti, affittando una villa e tenendosi ben lontani dalla movida e dalle feste, assaporando la libertà mancata con bagni in solitaria, o la gioia di una grigliata in famiglia, insomma cercando di dare il buon esempio.

E prima che possiate attaccarvi al fatto che non tutti possano affittare una casa con piscina, ribadisco che per fare vacanze intelligenti e lontane dal casino, basta scegliere luoghi più appartati, e meno noti, o semplicemente meno di moda, e di cui il nostro paese è pieno, a prezzi accessibili e per tutte le tasche, ma non era questo il punto. Io per esempio ho passato il mese di agosto nella piscina Intex di tre metri per due, interamente di plastica, nel mio piccolo giardino, acquistata su Amazon per la modica cifra di 76 euro, e mi sono anche abbronzata…

Il focus è di come loro non abbiano mai perso di vista il punto di vista corretto di questo 2020, la pandemia era ancora in circolo e hanno dimostrato che si può perdere un anno di feste, ma preservare la vita, hanno dimostrato che la ricchezza dotata di empatia può fare la differenza in un mondo di indifferenti, sono stati la normalità, ci hanno mostrato che si può essere felici anche rinchiusi, non si sono mai sottratti alla loro responsabilità di personaggi pubblici, anzi hanno insegnato come essere il mezzo attraverso il quale poter fare del bene a chi ne ha più bisogno.

Chi li segue sa che la gioia di Federico nel lanciare Scena Unita, il fondo per aiutare e sostenere tutti i lavoratori del mondo dell’intrattenimento, è autentica, e non sono d’accordo con chi dice che la beneficenza si fa, ma non si dice, ritengo che in periodi come questo, dove gli influencer vengono emulati anche nel tipo di condimento usato per la pizza, sia importantissimo il messaggio che viene lanciato, quello di non dimenticarsi di chi ha perso tutto, e non stiamo parlando dei cantanti famosi, ma delle maestranze che senza concerti, si sono ritrovati senza lavoro.

chiara ferragni

E poi c’è Chiara che non perde occasione per dimostrare come dietro a quel bellissimo faccino, ci sia un cervello di pari livello, lei che potrebbe scegliere di non esporsi, come tante sue colleghe, che riescono a parlare solo di creme, tisane dimagranti, lei no. Scende in campo e da sola di fronte alla telecamera e, con il suo blocco di appunti scritti a mano, condivide con i suoi 21 milioni una riflessione sul significato dell’essere donna nel 2020, una sorta di glossario sulla violenza contro il genere femminile, dal revenge porn al victim blaming, e conquista tutti. Anche i più scettici. E allora bene venga l’Ambrogino d’oro che riconosca il loro impegno, un riconoscimento che si sono ampiamente meritati, e non a parole, ma con i fatti.

Perché la ricchezza non è una colpa.

L’ignoranza sì.