All’ombra delle antiche volte del Castello Sforzesco, Michelangelo incontra la luce contemporanea di Robert Wilson. Una sinfonia di chiaroscuri e note sacre trasforma la Pietà Rondanini in un’esperienza sensoriale totale, tra contemplazione e stupore. Un percorso immersivo che si inserisce perfettamente nel solco della Milano Design Week 2025, dove luce, materia e acqua sono protagoniste di un dialogo estetico e sensoriale tra arte e spazio.
Indice
L’ultima opera di Michelangelo, tra amore e incompiutezza
La Pietà Rondanini risplende al centro dell’austera sala dell’Ospedale Spagnolo, avvolta da un gioco coreografico di luci e penombra. Nell’installazione Mother, Robert Wilson fonde arte visiva, musica e architettura. Al buio affiorano gradualmente dettagli della scultura, mentre fasci di luce scolpiscono le forme marmoree e proiettano ombre danzanti sulle pareti secolari.
Nell’aria si diffonde lo Stabat Mater di Arvo Pärt, scelto da Wilson come colonna sonora, le cui note austere e spirituali echeggiano sotto le volte e amplificano il senso di sacralità. Lo spettatore è invitato a perdersi in questo dialogo sensoriale: la luce guida lo sguardo su ogni curva del marmo, il suono avvolge e commuove, trasformando la sala in un viaggio di meditazione profonda.
Al centro dell’installazione c’è la Pietà Rondanini, ultima scultura iniziata da Michelangelo intorno alla metà del ’500 e rimasta incompiuta alla sua morte. Raffigura la Vergine Maria che sostiene il corpo di Cristo deposto dalla croce: un’immagine di dolore materno e amore assoluto.
Dal 2015 la Pietà è esposta nella Sala dell’Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco su un piedistallo centrale. L’intera sala è spoglia e raccolta, già di per sé carica di silenzio e contemplazione. È in questo ambiente che si inserisce l’intervento poetico di Wilson.
Robert Wilson: luce, visione e poesia scenica

Robert Wilson, regista e artista visivo americano, è celebre per le sue scenografie visionarie e l’uso magistrale della luce. Con Mother, creata in collaborazione con il Comune di Milano in occasione del Salone del Mobile 2025, Wilson offre la sua personale “visione” della Pietà, concependo un’opera totale che dialoga con il capolavoro del Rinascimento senza alterarne la presenza.
Un intervento che si colloca idealmente accanto ad altri progetti della Design Week 2025, in cui arte, installazione e percezione si fondono in esperienze immersive. «Mi accingo a creare una mia visione del capolavoro di Michelangelo, non finito prima della sua morte, diviso tra un sentimento di timore reverenziale e l’altro di ammirato stupore» racconta Wilson.
In Mother, però, prevale un senso di pace: «Un sentimento di serenità, di pace con se stessi pur di fronte alla tragedia della morte. Niente a che vedere con la religione. È un’immagine universale, un’esperienza spirituale che muove in noi qualcosa di più profondo che non necessita spiegazioni».
Il titolo Mother richiama infatti la figura materna della Vergine, ma in chiave laica e universale: Wilson non intende fare un’operazione religiosa, bensì evocare emozioni condivise legate alla perdita e all’amore materno.

Un’esperienza sensoriale tra arte, musica e contemplazione
Dal punto di vista estetico, il medium principale è la luce. “Without light, space does not exist”, afferma Wilson. La luce è per lui la misura di tutte le cose, il materiale da cui nasce ogni progetto. In Mother, essa diventa protagonista viva della scena, modulata come materia plasmabile. «Il palcoscenico, un foglio di carta, un’architettura, la facciata di una cattedrale, uno schermo sono per Robert Wilson una tela su cui dipingere con la luce», spiega Franco Laera, curatore del progetto.
In questo allestimento, Wilson dialoga con la potenza espressiva del non-finito michelangiolesco, facendo emergere dal buio la bellezza struggente della scultura. I tempi dilatati, il silenzio carico di attesa tra una nota e l’altra di Pärt, la staticità solenne della Pietà: tutto si fonde nella sua regia minimalista.
E proprio nell’anno in cui Euroluce torna al centro della scena alla Biennale dell’illuminazione del Salone del Mobile 2025, Mother incarna un inno al potere evocativo della luce, capace di scolpire emozioni nel vuoto.

Un tempo sospeso: l’invito a rallentare
In un tempo in cui tutto corre e si consuma in fretta, Mother ci invita a fermarci, osservare, ascoltare. È un invito alla lentezza, all’ascolto interiore, al lasciarsi attraversare dall’arte.
La Pietà Rondanini non è più solo un’opera da ammirare: è un’entità viva, che respira nel buio e nella luce, che parla senza voce.
Con la delicatezza di un regista e la profondità di un poeta, Robert Wilson ci ricorda che anche nell’incompiuto si può nascondere la perfezione.