Uno studio dimostra che la Vitamina C è efficace contro il cancro. Ma solo ad alte dosi

Mangiare frutta e verdura fresche ricche di questa sostanza non basta. Per un’azione antitumorale servirebbero 2000 arance al giorno

Foto di Luana Trumino

Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Arance, fragole, mandarini, kiwi, limoni, spinaci, broccoli, pomodori peperoni: sono alcuni dei cibi più ricchi in vitamina C, un argomento ‘caldo’ in questi ultimi mesi grazie a cui studi recenti hanno attribuito un potenziale effetto protettivo anti-Coronavirus. Quello che però è certo ed è ormai confermato dalla scienza è che questa vitamina possiede proprietà anticancro. Ma per sconfiggere veramente un tumore mangiare tanta buona frutta e verdura fresche ricche di questa sostanza non basta. Secondo una ricerca pubblicata su Science Translational Medicine dai ricercatori dell’Istituto di Candiolo, solo mega-dosi di vitamina C, iniettate quotidianamente per via endovenosa per almeno due settimane, ‘risvegliano’ il sistema immunitario contro i tumori e contribuiscono così a ridurne la crescita.

Lo studio

La ricerca è stata condotta su topolini con melanomi o tumori della mammella, al colon-retto o al pancreas, sottoposti o meno a immunoterapia oncologica. “Di recente – spiega il prof. Alberto Bardelli, direttore del Laboratorio di Oncologia Molecolare presso l’Istituto di Candiolo e professore ordinario del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino – si è scoperto che la vitamina C somministrata per via orale non può essere assorbita dall’intestino a dosi tali da avere un effetto anticancro; così abbiamo deciso di testare mega-dosi iniettandole direttamente nel peritoneo di topolini affetti da diversi tumori solidi, cercando di capirne l’effetto sul cancro e sul sistema immunitario”. I risultati mostrano innanzitutto che la vitamina C da sola ‘accende’ i linfociti T e li attiva a rispondere meglio contro il tumore, che così rallenta in maniera significativa la sua crescita.

La dose ideale?

Duemila arance al giorno: è questa la ‘bomba’ di vitamina C che può aiutare a sconfiggere i tumori, potenziando l’attività anticancro del sistema immunitario e rendendo più efficaci e meglio tollerate le immunoterapie a base di inibitori dei checkpoint, promettenti ma spesso gravate dalla comparsa di resistenze al trattamento e da un aumento del rischio di malattie autoimmuni. Per essere utili però le mega-dosi di vitamina C, impossibili da assumere con alimenti o integratori per bocca, devono essere somministrate per via endovenosa per almeno due settimane. “Questo conferma che il possibile effetto anticancro della vitamina C è mediato dall’azione positiva che essa ha sul sistema immunitario – osserva la prof.ssa Federica Di Nicolantonio, professore associato all’Università di Torino e a capo del laboratorio di epigenetica del cancro presso l’Istituto di Candiolo – Abbiamo quindi cercato di capire se tale effetto si mantenga anche in caso di immunoterapia, co-somministrando la vitamina C assieme a due farmaci inibitori dei checkpoint (‘freni molecolari’ che in condizioni normali controllano il sistema immunitario bloccando reazioni di difesa eccessive che danneggerebbero i tessuti o provocherebbero appunto malattie autoimmuni), già approvati per la terapia di alcuni tumori ma gravati da frequenti effetti collaterali, come la comparsa di resistenze al trattamento o di malattie autoimmuni”.

I risultati

“La contemporanea somministrazione delle mega-dosi di vitamina C ha potenziato l’effetto dell’immunoterapia con gli inibitori di checkpoint, rallentando la crescita dei tumori e addirittura portando alla regressione completa in alcuni animali con tumore al seno. Si tratta di risultati pre-clinici, ma se saranno confermati da successivi studi sull’uomo la ‘triplice terapia’ con vitamina C e i due inibitori di checkpoint potrebbe aprire la strada a nuove prospettive di cura nell’ambito delle terapie oncologiche integrate, rendendo le iniezioni endovenose di vitamina C ad alte dosi una strategia da abbinare all’immunoterapia” conclude Bardelli.