Gramigna: proprietà, benefici e possibili utilizzi

Pianta infestante nota anche con la denominazione di grano selvatico, la gramigna è considerata uno dei migliori diuretici naturali

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Silvia Menini

Naturopata e Giornalista

Naturopata in costante formazione, è anche giornalista pubblicista, scrittrice, sommelier ed esperta di marketing.

Quando si parla della gramigna si inquadra una pianta infestante appartenente alla famiglia delle Poaceae note anche come Graminaceae. Le graminacee sono piante diffuse in tutto il mondo e hanno un ruolo importante nell’alimentazione non solo dell’uomo ma anche in quello animale in quanto sono utilizzate per la produzione di foraggio e per ottenere cereali, zucchero e amido. La gramigna è molto comune e diffusa in Europa, Asia, Africa, Nord America. Predilige terreni argillosi e umidi e la si trova facilmente anche nei prati incolti, ai margini delle strade e dei corsi di acqua.

La gramigna è una pianta, come già detto, particolarmente infestante e molto resistente, con radici profonde. Si sviluppa rapidamente e attacca le colture adiacenti. Inoltre, presenta un’elevata resistenza agli agenti atmosferici e sopravvive anche se viene calpestata. Proprio per queste sue caratteristiche, viene definita anche “erba cattiva”. Il proverbio ‘l’erba cattiva non muore mai’ fa proprio riferimento al carattere invadente della graminacea.

Componenti principali della gramigna

L’agropirene è una molecola che costituisce il 95% dell’olio essenziale presente nella composizione chimica della gramigna. È il principale responsabile delle proprietà antisettiche e antinfiammatorie di questa pianta officinale. Agisce quindi direttamente sulle problematiche che colpiscono i reni e le vie urinarie.

La triticina è un carboidrato isometrico derivato dal fruttosio che conferisce alla pianta la sua caratteristica azione diuretica.

Un po’ di storia

Il nome botanico della gramigna è Elytrigia repens anche se si può trovare con il sinonimo Agropyron repens, mentre nel linguaggio comune viene denominata erba gramigna o grano selvatico per il suo aspetto simile alle spighe di grano. Il nome “grano selvatico” deriva dal significato etimologico della parola Agropyron di origine greca, dall’associazione dei termini agros e puros che, tradotti, significano appunto “grano selvatico”.

Le proprietà della gramigna erano note sin dalla antichità. Dioscoride la consigliava nelle difficoltà di minzione, Plinio nei calcoli urinari e come potente diuretico.

Invece, nella medicina Ayurvedica, la pianta officinale si eleva ad erba sacra, offerta in dono al Dio Ganesh (raffigurato come un elefante con quattro braccia) e si utilizza prevalentemente per le sue proprietà emostatiche, diuretiche, astringenti e depurative.

Come si riconosce la gramigna in natura

Si può riconoscere la gramigna osservando semplicemente le foglie che sono di colore verde brillante, lineari, sottili e piatte o anche dalla presenza di fiori: una sorta di spighette verdi che si sviluppano tra giugno e settembre. Il rizoma è biancastro e si sviluppa con un portamento strisciante.

Si contraddistingue per diverse proprietà che è bene conoscere. La gramigna e il suo rizoma viene infatti utilizzato in forma di tisana sia internamente che esternamente per le sue proprietà diuretiche, emollienti, lenitive, antimicrobiche, depurative.

Proprietà benefiche della gramigna

Vediamo ora nel dettaglio tutte le proprietà benefiche della gramigna.

Proprietà antinfiammatoria

Tra queste è possibile citare l’azione antinfiammatoria, ma anche la capacità di favorire la diuresi.

Per questo beneficio è necessario fare riferimento al rizoma della pianta privato delle radici, conosciuto con il nome di stolone. I rizomi della gramigna sono a loro volta contraddistinti dalla presenza di una sostanza nota con il nome di tricitina che è anche la responsabile della forte efficacia diuretica della pianta oltre che di fruttani, mucilaggini, polioli, sali minerali e piccole quantità di oli essenziale.

Tornando un attimo all‘efficacia antinfiammatoria – frutto della presenza di sostanze come i polifenoli – ricordiamo che può risultare cruciale nella prevenzione delle infezioni a carico dell’apparato urinario. Come sottolineato dagli esperti di Humanitas, la gramigna è considerata una delle migliori alleate contro cistite e disuria, sfruttando anche le sue proprietà diuretiche. In questo caso è meglio se utilizzata come estratto fluido. È anche un utile sostegno per le coliche renali e per prevenire la formazione di calcoli (litiasi) renali e della vescica.

In questo modo si sfrutta l’attività dilavante delle urine per favorire la risoluzione di infezioni e prevenire così la formazione di calcoli. Per questa problematica, la gramigna può essere assunta sotto forma di estratto liquido 1:1 in un dosaggio di 4-8 ml di prodotto tre volte al giorno. Se si usa la formulazione di tintura 1:5, la dose consigliata è di circa 5-10 ml da assumere tre volte al giorno. Utile anche l’infuso sebbene non sia la modalità preferibile in quanto non si può stabilire con certezza la quantità di sostanze attive assunte.

Il rizoma è usato anche in caso di flogosi genitali, gastrointestinali, per alleviare i reumatismi, favorire la diuresi e ridurre la pressione.

Per uso esterno, la tisana di gramigna si utilizza per alleviare il dolore causato dalle emorroidi e per contrastare le infiammazioni di pelle e mucose.

In commercio si possono trovare anche delle creme che contengono l’estratto secco di gramigna. È sicuramente una metodologia utile per trattare la dermatite allergica da contatto. Dopo una sola settimana in cui si applica la crema, l’eritema e l’edema vengono ridotti con un recupero dell’epidermide in 4-5 giorni.

Questo effetto antinfiammatorio della gramigna è equiparabile a quelli derivanti dall’uso del glucocorticoide: un ormone steroideo che agisce sia sulla risposta infiammatoria che su quella immunitaria, riducendole. Le proprietà antiflogistiche, invece, sono determinate dall’agropirene: un principio attivo presente nell’olio essenziale della pianta, con proprietà antinfiammatorie ed antisettiche per le vie urinarie.

Un aiuto in caso di cellulite per la sua funzione diuretica

I motivi per cui vale la pena provare la gramigna non finiscono certo qui! Questa pianta – le specie più diffuse sono l’Agropyrum repens e il Cynodon dactylon – è infatti spesso consumata sotto forma di infuso con un fine estetico molto specifico, ossia la prevenzione della cellulite e la ritenzione idrica e favorire quindi il dimagrimento. La cellulite causata appunto da un ristagno di liquidi corporei può essere ridotta con l’utilizzo della gramigna, grazie al suo effetto diuretico e drenante, proprio per la presenza si triticina, saponine e vanillina, tre principi attivi che costituiscono la droga.

Anche il mannitolo, uno zucchero presente nella gramigna, svolge il ruolo di diuretico osmotico e agisce inibendo il riassorbimento di acqua e potassio sia incrementando l’osmolarità del filtrato renale e del sangue. Attraverso questo processo promuove l’eliminazione delle urine.

Agendo sul sistema linfatico e su quello renale, elimina i liquidi in eccesso, favorendo la riduzione della pelle a buccia di arancia e portando a una minore sensazione di pesantezza e gonfiore agli arti inferiori.

Azione depurativa sull’organismo

Tradizionalmente la gramigna viene utilizzata anche nella depurazione, per trattare problemi a carico di fegato e cute e per lenire la tosse secca.

Azione ipoglicemica

L’estratto acquoso di gramigna ha una azione ipoglicemizzante. Assumendo una dose quotidiana di 20 mg di droga per chilo corporeo, si ha una diminuzione dei livelli di glicemia nel sangue. La normalizzazione dei parametri della glicemia si ottiene già dopo un paio di settimane di trattamento. Questa pianta, inoltre, non interferisce sulla secrezione di insulina.

Riduce il colesterolo

L’assunzione costante di gramigna in estratto acquoso liofilizzato agisce anche sul metabolismo dei grassi, portando a una riduzione dei trigliceridi plasmatici e una diminuzione modesta di colesterolo LDL presenti nel sangue. Tale riduzione si riscontra già dopo una settimana di trattamento e permangono anche nelle due settimane successive una volta terminato il trattamento.

Modalità di utilizzo della gramigna

Se non ci sono controindicazioni si può tranquillamente introdurre questa pianta in virtù delle caratteristiche visive delle sue spighe nella dieta quotidiana. Per quanto riguarda le alternative per consumarla ce ne sono svariate.

Il decotto di gramigna si prepara utilizzando un cucchiaino di rizoma essiccato in acqua fredda. Si deve poi portare a bollore l’acqua e lasciata in ebollizione per circa dieci minuti. Il decotto si può utilizzare esternamente sulla pelle e sulle mucose o anche per uso interno assumendone anche diverse tazze al giorno. Ottimo per la cistite e per la ritenzione idrica.

Per uso interno si può consumare anche l’infuso di gramigna e si prepara utilizzando 5 grammi di droga essiccata per ogni tazza di acqua.

La tintura madre di gramigna si può prendere da una a tre volte al giorno nella dose di 30-40 gocce in poca acqua e favorisce un corretto drenaggio dei liquidi e migliora le funzionalità delle vie urinarie. Svolge anche una azione depurativa dell’organismo.

L’estratto liquido promuove la funzionalità depurativa dell’organismo e tratta i disturbi alle vie urinarie. È utile anche nel migliorare il drenaggio dei liquidi. Si consigliano 10 ml diluiti in acqua sia calda ce fredda da assumere da una a tre volte al giorno.

Tra le alternative per consumare la gramigna ci sono anche gli integratori in capsule reperibili presso la propria erboristeria di fiducia e che aiutano a migliorare il drenaggio dei liquidi e agisce sulla funzionalità delle vie urinarie. Il dosaggio giornaliero è di 3 capsule, da assumere lontano dai pasti principali con un sorso di acqua.

Controindicazioni

Come poca fa accennato, la gramigna è nota per la sua portentosa efficacia diuretica. In virtù di questa peculiarità, gli esperti consigliano di evitarne l’assunzione in caso di patologie renali. Lo stesso vale nell’eventualità di edemi dovuti a insufficienze cardiache o renali. Si raccomanda inoltre di astenersi dal consumo di gramigna anche durante la gravidanza e nei mesi dell’allattamento al seno.

Il principale punto di riferimento per togliersi i dubbi rimane in ogni caso il medico curante, anche in virtù del fatto che l’assunzione di questa pianta può interferire con gli effetti dei farmaci diuretici, causando, di riflesso, squilibri di natura elettrolitica.

L’assunzione di gramigna è anche sconsigliata in caso di edema provocato da insufficienza cardiaca e renale.