La dieta Tisanoreica è un protocollo alimentare sviluppato dall’imprenditore italiano Gianluca Mech per perdere peso bruciando i grassi e drenando i liquidi in eccesso.
Non è una classica dieta, ma un regime alimentare che prevede l’uso di prodotti a base di erbe officinali e si divide in due fasi: intensiva e di stabilizzazione, cui si aggiunge una terza detta di mantenimento.
Non prevede grosse rinunce ma può essere seguita solo per un arco di tempo limitato generalmente tra i 20 e i 40 giorni. Inoltre, è necessario sottoporsi al controllo del proprio medico o di un esperto che possa seguire l’intero percorso.
È bene evidenziare che non si tratta di uno schema alimentare avallato scientificamente, quindi non ci sono ricerche specifiche o studi in grado di dimostrarne l’efficacia per la salute e il benessere.
Indice
Cos’è la dieta tisanoreica?
Lo abbiamo chiesto al nostro esperto, il Dott. Biagio Flavietti, nutrizionista e farmacista che ci dice: “è una dieta di tipo chetogenico, cioè si basa su un basso consumo di carboidrati e predilige i cibi proteici. Ciò consente di attivare il processo di chetogenesi e attaccare i depositi di grasso per favorire il dimagrimento. È un regime a fasi che rispetto alla dieta chetogenica classica prevede l’uso di pasti sostituitivi del pasto principale come la colazione, il pranzo o la cena oppure gli spuntini. La comodità è ritrovarsi dei pasti già preparati con un apporto nutrizionale già calcolato. Questo è un aspetto positivo, perché ciò che pesa di più in una dieta di tipo chetogenico è l’attenzione a non introdurre carboidrati, o meglio la dose soglia che potrebbe bloccare la chetogenesi. I pasti controllati sono, quindi, molto utili e cambiano durante le varie fasi della dieta, poiché le dosi di carboidrati via via tendono ad aumentare”.
In pratica, l’organismo in assenza di carboidrati è costretto a ricorrere alle riserve di grasso con un conseguente dimagrimento.
Si prevede il consumo dei cosiddetti PAT (Preparati Alimentari Tisanoreica), cioè dei preparati in bustina che si vendono nelle farmacie o erboristerie. Sono cibi proteici, coperti da brevetto, a base di caseina, la proteina del latte, collagene, vitamina C, avocado, superossido dismutasi (un enzima con funzione antiossidante e antiinfiammatoria) e un mix di 8 piante ad azione depurativa, digestiva, drenante e ansiolitica per contrastare le fame nervosa.
Sono preparati creati appositamente per la dieta tisanoreica, poveri di grassi e di zuccheri ma ricchi di proteine e fibre alimentari.
Inoltre, sostengono l’attività chetogenica, prevenendo la perdita di muscolo e tessuto, quindi mantenendo la massa magra.
Come funziona e cosa si mangia nella dieta tisanoreica
Oltre ai pasti già pronti e calibrati (biscotti, tisane, barrette, ecc.), sono previste anche tisane e preparati a base di piante che utilizzano il procedimento della decottopia, un particolare metodo erboristico che consente l’estrazione dei principi attivi delle erbe officinali per ottenere prodotti dall’azione depurativa, dimagrante e anticellulite.
Si suddivide in tre fasi:
- Depurativa (della durata di 6 giorni): ha lo scopo di ridurre il livello di zuccheri nel sangue, fegato e muscoli, eliminando le tossine in eccesso.
- Intensiva (almeno 1 settimana): esclude completamente gli zuccheri e i carboidrati, quindi i cibi che li contengono, inducendo il corpo a entrare in chetosi, un processo che “spinge” l’organismo a impiegare il grasso come fonte di energia.
- Mantenimento: della durata minima di una settimana, serve per reintrodurre gradualmente cibi a basso indice glicemico, come pasta integrale, kamut, orzo, farro, legumi e verdure gialle e rosse.
Durante il programma, si prevede il consumo di decotti per drenare e depurare il corpo.
Potenziali benefici
I benefici di questo protocollo sono del tutto potenziali, perché, ricordiamo, non è uno schema nutrizionale confermato dalla scienza.
Si tratta di un’alimentazione:
- Ipoglicidica: cioè che contiene pochi zuccheri e carboidrati
- Normoproteica: che garantisce il giusto apporto di proteine
- Ipocalorica: con un apporto calorico/energetico quotidiano inferiore a quello richiesto dall’organismo durante il giorno.
I suoi vantaggi, pertanto, si basano sull’uso degli estratti di erbe per purificare e disintossicare il corpo, sulla perdita di peso garantita, sull’eliminazione dei grassi, conservando la massa muscolare, sul mantenimento del peso, evitando l’effetto yo-yo, e su un programma personalizzato e semplice da seguire. Inoltre, i cibi sono gustosi e non si avvertono i morsi della fame.
Quanto si dimagrisce e quanto costa?
Alla domanda su quanti kg puoi perdere in due settimane o un mese, non si può dare una risposta che vale per tutti. Il dimagrimento, infatti, dipende dal tempo della dieta e dalle condizioni di salute. Secondo l’ideatore, puoi perdere in media 4 kg in 20 giorni e più di 12 kg in circa due mesi.
Il prezzo del Programma Tisanoreica oscilla dai 5 ai 15 euro al giorno. Il costo dei prodotti, in realtà, è di 20 euro al giorno ma a questa cifra va detratto il costo della spesa che dovresti fare se non seguissi questa dieta. Quindi, 5-10 euro al giorno visto che colazione, spuntino, pranzo e cena sono sostituiti dai PAT. Inoltre, una dieta tradizionale sana prevede sempre alimenti di alta qualità, più costosi del cibo spazzatura.
Secondo Mech, i PAT forniscono le proteine di circa 300 g di carne o pesce al costo di 5 euro. Sembrano convenienti se si confrontano con il prezzo del filetto o della spigola. In effetti, può sembrare un ragionamento valido, se non fosse che paragonare il cibo fresco con un prodotto comunque industriale fa un po’ acqua da tutte le parti. Nella carne o nel pesce fresco non ci sono soltanto le proteine ma anche altri nutrienti essenziali alla salute, come vitamine, sali minerali e grassi sani per il pesce. Per non parlare dell’aspetto visivo, olfattivo e gustativo. Meglio una polvere ricavata da un alimento o l’alimento fresco?
A parte la presunta comodità di aprire una bustina e mangiare (un po’ triste per la verità), se si vuole seguire una dieta di tipo chetogenica non c’è alcun bisogno di sostituire il pasto. Cuocere un pezzo di carne o di pesce alla piastra è semplice e veloce.
La dieta tisanoreica fa bene?
Gli effetti a lungo termine sulla salute delle diete che limitano l’apporto di carboidrati in favore di grassi e proteine, sono oggetto di diversi studi. Soprattutto perché il più delle volte ridurre la quota in carboidrati vuol dire consumare meno frutta, verdura, legumi e cereali integrali, tutti alimenti di origine vegetale, ricchi di fibra alimentare, vitamine e sali minerali.
Inoltre, aumentare il consumo di proteine di origine animale, sembrerebbe accrescere, secondo alcune ricerche, il rischio di malattie cardiovascolari.
Lo studio americano pubblicato su Lancet Public Health ha dimostrato che una dieta con una percentuale del 50-55% delle calorie provenienti dai carboidrati è correlata a un minor rischio di mortalità per tutte le cause. Al contrario, sia il basso (<40%) che l’elevato (>70%) consumo di carboidrati comporta un maggiore rischio di mortalità.
Gli autori hanno quindi ipotizzato che le diete a basso contenuto di carboidrati e un più alto contenuto di grassi e proteine di origine animale, stimolino le vie infiammatorie e lo stress ossidativo, causando un precoce invecchiamento cellulare.
Insomma, un’assunzione equilibrata di carboidrati, specialmente se provengono da frutta, verdura, ortaggi, legumi e cereali integrali, sembra essere la migliore scelta nutrizionale per una più lunga aspettativa di vita in buona salute.
Rispetto alla dieta mediterranea, i regimi alimentari low-carb, specialmente quelli che mirano alla chetosi, devono essere supervisionati dai professionisti e prescritti sulla base di specifiche indicazioni cliniche e in assenza di controindicazioni.
Così come ogni altra terapia, anche le diete che modificano i livelli di macronutrienti presentano alcuni effetti indesiderati. Nello specifico, le diete a ridotto contenuto di carboidrati comportano stanchezza cronica, nausea, mal di testa, caduta dei capelli, ridotta tolleranza all’alcol, calo delle prestazioni fisiche, palpitazioni, crampi, secchezza delle fauci, alito cattivo, gotta o costipazione.
Molte di queste complicazioni si possono mettere in relazione alla chetosi e a un certo grado di disidratazione, ridotta assunzione di fibre, aumento dell’acido urico o perdita di minerali, in particolare di magnesio.
Occorre poi fare molta attenzione se si soffre di diabete o ipertensione, poiché bisogna monitorare attentamente la glicemia e la pressione arteriosa e regolare di conseguenza il dosaggio dei farmaci, poiché questo tipo di dieta tende a ridurre la pressione sanguigna e la necessità di insulina.
Le diete di tipo chetogenico, pertanto, sono considerate dagli esperti schemi nutritivi sbilanciati che, se protratti nel tempo, possono causare danni alla salute.
Inoltre, non educano a una sana e corretta alimentazione per il proprio benessere.
Controindicazioni della dieta tisanoreica
Va ricordato che si tratta di un protocollo e non di una dieta vera e propria, che non ha validità scientifica e che va seguita con il controllo di un medico o di un nutrizionista.
Aggiunge il nostro esperto: “tra gli aspetti negativi c’è prima di tutto il costo perché questi pasti già preparati hanno un prezzo non così basso. Inoltre, non è sostenibile per lunghi periodi e quando si torna a un’alimentazione normale passare da alimenti controllati nei nutrienti e nelle grammature a cibi da consumare in libertà può dare qualche problema di adattamento. Stiamo poi parlando sempre di prodotti industriali da non preferire, perché contengono conservanti e altri ingredienti non da consigliare, soprattutto se si soffre di disturbi o malattie come il colon irritabile, intolleranze alimentari e persone più sensibili agli edulcoranti che sostituiscono gli zuccheri”.
Fonti bibliografiche
- Metodo Tisanoreica, Gianluca Mech
- Low-carbohydrate ketogenic diets in body weight control: A recurrent plaguing issue of fad diets? Obes Rev.
- Low carbohydrate and low-fat diets: what we don’t know and why we should know it, Nutrients
- Dietary carbohydrate intake and mortality: a prospective cohort study and meta-analysis, Lancet Public Health