Come capire se devi andare dall’osteopata

Se ci sono dei problemi strutturali o viscerali, somato-emozionali oppure osteoarticolari, insomma, quando andare dall’osteopata?

Foto di Elisa Cappelli

Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Cosa fa l’osteopata

L’osteopata rappresenta una figura intermedia tra un medico allopatico classico e un operatore che lavora su versanti bioenergetici. In sintesi, la presa in carico dell’osteopata corrisponde a un lavoro di aiuto simultaneo e sinergico sul versante meccanico, viscerale, linfatico, circolatorio, psicologico. “L’arteria suprema” ovvero il cardine fondamentale osteopatico, l’aspetto cardiocircolatorio come condizione di riferimento principale, come concetto radicale per capire lo stato dell’arte dei tessuti del paziente.

L’osteopatia nasce con Andrew Taylor Still, medico che la strutturò dal punto di vista pratico e teorico e nel 1892 aprì la prima scuola di formazione in osteopatia, la “American School of Osteopathy” (ASO), con sede a Kirksville, una cittadina del Missouri. Da quella sede passarono moltissimi studenti che nel tempo ampliarono i canali di ricerca dello studio del corpo umano, andando ad aprire versanti come la craniosacrale o l’aspetto bioenergetico stretto.

Se immaginiamo il corpo umano come un sistema che ha al suo interno tutti i requisiti per automedicarsi, come una sorta di farmacia umana, ecco che l’osteopatia va ad attivare quei principi vitali di base e innesca processi per cui i tessuti si autoriparano e trovano la loro via di espressione. L’osteopata agisce per migliorare la salute e il benessere generale delle persone attraverso manipolazione, stretching, massaggio, lavoro energetico e viscerale, azione sul sistema muscolo-scheletrico. Il professionista o la professionista in osteopatia va a integrare la struttura e la funzione, ovvero crea completamento tra la fisiologia e l’anatomia attraverso un intervento di armonizzazione.

In un singolo trattamento si ottengono ottimi risultati di rilasciamento dei tessuti miofasciali e lo stesso accade per le articolazioni e per i muscoli. Gli effetti sono meccanici ma vanno anche a riguardare il sistema omeostatico (equilibrio interno) della cellula. La fascia pervade tutto il corpo e il suo stato influisce sulla mobilità e la motilità (espressione della vitalità cellulare) di vari organi e muscoli.

L’osteopata va a riequilibrare anche la funzione digestiva, di assorbimento o di espulsione. Esegue anche un lavoro di tipo cranio-sacrale, andando ad agire sull’armonia ritmica fra le ossa del cranio, creando miglioramenti a livello osseo, nervoso, meningeo (le membrane a tensione reciproca che troviamo nel cranio: pia madre, aracnoide, dura madre) e del liquor cefalorachidiano.

Quando andare dall’osteopata

L’osteopata è indicato in caso di problemi cervicali, lombalgie, sciatalgie, nevralgie, cefalee, artrosi, dolori causati da traumi, ma anche disturbi urinari, intestinali e ginecologici. Un o una brava osteopata ha anche ottime intuizioni a livello della comprensione dello stato bioenergetico del paziente che si trova davanti, sia a livello dello scanner visivo sia quando va a toccare i tessuti con le mani. Il suo obiettivo sta nell’individuazione della disfunzione somatica, come stato di disequilibrio del sistema tissutale. Non usa farmaci e il suo sistema diagnostico d’elezione rimangono le mani.

Nel caso in cui ti trovi a combattere con sintomi come sciatalgie, artrosi, lombalgie, discopatie, cefalee, dolori articolari vari, nevralgie, stanchezze croniche, forme infiammatorie di varia natura, disturbi ginecologici e digestivi, problemi a carico di vari organi dovuto a stress, allora potrebbe essere il momento di rivolgersi a un osteopata e affrontare il problema dal punto di vista non solo biomeccanico ma anche energetico, fluidico e viscerale.

Molto importante anche creare la giusta connessione con il professionista o la professionista, in modo da potersi aprire al meglio non solo nel momento dell’anamnesi, ma anche per quel che riguarda il modo di lasciarsi andare durante il trattamento, per poter godere a pieno dei benefici. La fiducia rimane un fattore importantissimo per potersi aprire profondamente e fare in modo che anche i tessuti si possano lavorare bene. Osteopata e paziente devono poter risuonare allo stesso livello in modo da poter aprire orizzonti di guarigione validi.

Il massimo poi sarebbe andare dall’osteopata non quando si sta male, ma quando si vuole fare una sorta di revisione, una sorta di lavoro di ribilanciamento per stare bene a priori. L’osteopatia funziona quindi molto bene anche in forma preventiva e permette al paziente di entrare in un’ottica di cura e tutela prima che sopraggiunga il disequilibrio o che si manifesti. L’osteopatia non risolve alcuni problemi nella loro forma acuta ma riesce comunque a dare sollievo e a centrare il paziente verso il proprio benessere.

Un buon trattamento manipolativo osteopatico riesce a ricreare integrazione tra mente e corpo nel paziente o perlomeno reindirizzarlo verso la propria centratura, autoregolazione e riparazione dei tessuti. L’osteopatia ci consente di conoscerci meglio, approfondire le nostre emozioni e le nostre abitudini posturali interconnesse; riesce davvero a rivoluzionare la nostra vita e arricchirla, rendendo la nostra vita libera e leggera.