Cefalea comune ed emicrania, i consigli per capire le differenze

Saper riconoscere i sintomi è fondamentale: quali sono i campanelli d'allarme da tenere sotto controllo

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Per qualcuno è un fastidio che si manifesta raramente, quando magari si è ecceduto a tavola o con gli alcolici o quando si sono mantenuti troppo a lungo collo e schiena in posizione viziate. Ma per molte persone, soprattutto donne, la cefalea è una vera e propria minaccia per la qualità di vita. È il caso ad esempio dell’emicrania, nelle sue varie forme, che colpisce soprattutto le donne. Per queste situazioni occorre sempre affidarsi a uno specialista che sia in grado di offrire, caso per caso, le possibili soluzioni più adeguate.

Per sensibilizzare tutte le persone su un problema che non lascia davvero vivere, da lunedì 9 maggio fino a domenica 15 si celebra la Settimana Nazionale del Mal di Testa, promossa dalla SIN (Società Italiana di Neurologia) e dalla SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee). Durante l’iniziativa, grazie alla campagna social “Mettiamoci la faccia”, chi soffre di mal di testa è invitato a registrare un breve video di massimo un minuto contenente una domanda sulla patologia a cui risponderà uno degli esperti della SIN o della SISC. La risposta video sarà pubblicata, insieme alla domanda, sui profili social istituzionali Sin e SISC. I video devono essere inviati a social@neuro.it.

Cefalea o emicrania?

Esistono due grandi categorie: le cefalee primarie sono disturbi a se stanti non legati ad altre patologie e sono le più frequenti, mentre le cefalee secondarie dipendono da altre patologie, come, ad esempio, cefalea da trauma cranico e/o cervicale, da disturbi vascolari cerebrali (come l’ictus), da patologie del cranio non vascolari (come tumori cerebrali, ipertensione o ipotensione liquorale). A loro volta, le cefalee primarie comprendono l’emicrania, la cefalea di tipo tensivo, la cefalea a grappolo e si distinguono per la tipologia del dolore, l’intensità, la collocazione nella testa, la durata, la frequenza e gli altri sintomi concomitanti. L’emicrania si caratterizza per un dolore pulsante con intensità moderata-severa che, spesso, si localizza nella metà della testa e del volto.

Il paziente non riesce a svolgere nessuna delle attività quotidiane perché ogni azione aggrava il dolore e, a volte (emicrania con aura), gli attacchi vengono preceduti da disturbi neurologici come, ad esempio, sintomi visivi. La crisi si manifesta solitamente insieme ad altri disturbi come vomito e intolleranza alla luce e ai rumori e può durare da alcune ore a 2-3 giorni. Due terzi dei pazienti emicranici sono donne.

La cefalea di tipo tensivo, invece, presenta una intensità lieve-moderata, di tipo gravativo o costrittivo (classico cerchio alla testa) della durata di alcuni minuti o ore o anche alcuni giorni, non aggravata dalle attività fisiche usuali e non associata, in genere, a nausea o vomito. È la forma più frequente di cefalea con una prevalenza di circa l’80%. Fattori di predisposizione genetica possono avere una certa influenza nello sviluppo della cefalea tensiva così come fattori ambientali tra cui lo stress, l’affaticamento, cattive posture o riduzione delle ore di sonno. Infine, la cefalea a grappolo provoca attacchi dolorosi più brevi (1-3 ore) molto intensi e lancinanti che si susseguono 1 o più volte al giorno per un periodo di tempo di circa 2 mesi (grappolo), alternati a periodi senza dolore. L’area interessata è quella oculare e, al contrario delle altre due forme, la cefalea a grappolo colpisce prevalentemente gli uomini. In genere gli episodi si ripetono ciclicamente con una cadenza stagionale o di 1-2 periodi all’anno.

Importante è arrivare presto

Le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dicono che la cefalea colpisce una persona su due con episodi che si verificano almeno una volta l’anno. il problema si manifesta ad ogni età. Oltre il 40% dei ragazzi è colpito da cefalea mentre 10 bambini su 100 soffrono di emicrania, una forma comune di cefalea primaria. “Sei milioni di persone, ossia il 12% della popolazione, sono coloro che in Italia soffrono di emicrania, una specifica tipologia di cefalea che si caratterizza per un dolore pulsante con intensità moderata-severa che, spesso, si localizza nella metà della testa e del volto – spiega Alfredo Berardelli, Presidente della SIN. Si tratta di una patologia talmente debilitante che è stata identificata dall’OMS come la malattia che causa maggiore disabilità nella fascia di età tra 20 e 50 anni, ossia nel momento della vita in cui siamo più produttivi”.

Numeri davvero importanti, per i quali una diagnosi precoce può davvero cambiare la progressione della malattia, poiché evita importanti conseguenze quali la cronicizzazione del disturbo e l’abuso di farmaci. “Grazie alla scoperta del meccanismo da cui si genera il dolore emicranico – commenta Paolo Calabresi, Presidente SISC – sono ormai entrate nella pratica clinica le nuove terapie a base di anticorpi monoclonali che stanno facendo registrare un importante cambio di passo nel trattamento della prevenzione dell’emicrania poiché queste terapie riducono il numero di attacchi nella forma episodica e risultano efficaci anche nelle forme più gravi come l’emicrania cronica e quella resistente ad altri farmaci usati in precedenza. A fronte di tutti questi benefici, inoltre, si verifica un numero molto scarso di effetti collaterali”.