Apis, il veleno delle api che può far bene

Il rimedio naturale apis, detto anche apina, è ideale per la cura di una serie di disturbi, dolori e infiammazioni, cistite inclusa

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Gaia Masiero

Editor specializzata in Alimentazione & Benessere

Digital Content Specialist, è autrice di articoli su alimentazione e benessere per i quali si avvale del supporto di nutrizionisti e dietisti.

Avete mai sentito parlare di apis? Come tutti i rimedi omeopatici, si tratta di un prodotto molto specifico che, come è facile intuire dal nome che porta, è ottenuto dalle api. Anzi, come approfondiremo in seguito, dal loro veleno. Sì perché a quanto pare, lo stesso responsabile di dolore, gonfiore e terribili reazioni allergiche, può avere anche degli effetti benefici se correttamente dosato e utilizzato su soggetti che lo tollerano bene. Ecco cos’è e quando si usa.

Cos’è l’apis

L’apis è un rimedio utilizzato nella pratica omeopatica, una forma di medicina alternativa basata sul principio della similitudine. Questo rimedio è ottenuto dalla tintura madre dell’ape domestica, conosciuta come apis mellifica. L’apis è utilizzato per trattare una serie di disturbi e sintomi, tra cui infiammazioni, bruciori, gonfiori e punture d’insetto. La tintura madre dell’apis viene preparata attraverso un processo di diluizione e dinamizzazione, tipico della pratica omeopatica. Questo processo consiste nel diluire l’estratto di apis in alcool e successivamente agitare energicamente la soluzione. Questa dinamizzazione è considerata fondamentale per potenziare l’efficacia del rimedio.

È importante sottolineare che l’apis omeopatica non deve essere confusa con la terapia con veleno d’ape. L’apis omeopatica è preparata in modo tale da ridurre al minimo la presenza di tossine nell’estratto di apis mellifica, rendendola sicura per l’uso.

Come viene prodotto

La produzione dell’apis è un processo che richiede particolare attenzione e precisione. Questo rimedio omeopatico viene ottenuto attraverso la diluizione e l’agitazione di una sostanza base, in questo caso il veleno d’ape, secondo i principi della medicina omeopatica. La prima fase del processo consiste nell’ottenere il veleno d’ape dalle api. Questo viene fatto con estrema cautela, utilizzando strumenti appositi per raccogliere il veleno senza danneggiare le api stesse (di solito si tratta di scariche elettriche a bassa intensità che le stimolano a pungere e secernere veleno).

Una volta ottenuto il veleno, si procede con la diluizione dello stesso in acqua distillata o alcool, seguendo precise diluizioni omeopatiche. Ogni diluizione viene seguita da una fase di agitazione vigorosa, chiamata dinamizzazione, che conferisce al rimedio omeopatico la sua specifica energia curativa. Questo processo di diluizione e dinamizzazione viene ripetuto più volte, seguendo i principi dell’omeopatia, fino a ottenere la potenza desiderata per l’apis.

In passato per la produzione di questo rimedio omeopatico venivano impiegate le api intere, ma è un metodo piuttosto superato. In ogni caso, trattandosi di un prodotto di derivazione animale, è sconsigliato a segue una dieta vegetariana o vegana per fini etici.

A che cosa serve

L’apis è noto per le sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche. È spesso utilizzato per alleviare i sintomi associati a condizioni infiammatorie come l’artrite, le infiammazioni delle articolazioni e le punture di insetti. Grazie alle sue proprietà antidolorifiche, può contribuire a ridurre il dolore e il gonfiore causati da queste condizioni.

Inoltre, l’apis può essere utilizzato per trattare disturbi dell’apparato urinario come la cistite e l’infiammazione della vescica. Il suo effetto diuretico può aiutare a ridurre l’infiammazione e alleviare i sintomi associati a questi disturbi.

Quando usarlo

L’apis è un rimedio naturale che viene utilizzato per trattare una serie di disturbi e sintomi specifici. Quando si tratta di decidere quando utilizzare l’apis è importante tenere presente che questo rimedio è spesso consigliato per il trattamento di condizioni infiammatorie acute. Ad esempio, può essere utilizzato per alleviare il gonfiore e il rossore associati a punture di insetti o ustioni solari. Inoltre, può essere utile nel trattamento delle infezioni del tratto urinario, come la cistite, in quanto ha proprietà antinfiammatorie e diuretiche.

L’apis può anche essere preso in considerazione per il trattamento delle allergie stagionali, poiché può aiutare ad alleviare i sintomi come prurito agli occhi, starnuti e congestione nasale. Ma l’apis non è adatto a tutti i casi. È sempre consigliabile consultare un medico o un professionista dell’omeopatia prima di utilizzare qualsiasi tipo di rimedio. Inoltre, se i sintomi persistono o peggiorano, è necessario cercare immediatamente assistenza medica.

Il veleno d’ape

Il veleno d’ape è una sostanza complessa che contiene diverse sostanze attive. Tra queste, una delle principali è la melittina, un potente peptide che agisce come neurotossina. La melittina è responsabile della maggior parte degli effetti avversi causati dal veleno delle api, come il dolore e l’infiammazione localizzata. Oltre alla melittina, il veleno d’ape contiene anche altre sostanze come l’apamina, un peptide che agisce come bloccante dei canali del potassio e può influenzare il sistema nervoso centrale. Altre componenti del veleno includono l’adolapina, un inibitore dell’enzima fosfolipasi A2, e la mastoparans, un peptide con proprietà antimicrobiche. Le sostanze contenute nel veleno d’ape possono variare leggermente a seconda della specie di ape e delle condizioni ambientali. Questa complessa combinazione di sostanze chimiche conferisce al veleno delle api le sue proprietà uniche e può essere sia benefica che dannosa per gli esseri umani.

Come viene prodotto

Le api producono il veleno attraverso una complessa reazione chimica all’interno del loro corpo. Le api operaie, che sono le uniche in grado di pungere, possiedono una ghiandola velenifera situata nella parte posteriore dell’addome. Questa ghiandola contiene una soluzione di sostanze chimiche che si mescolano per creare il veleno. Quando un’ape pungente decide di attaccare, contrazioni muscolari involontarie spingono il veleno attraverso il pungiglione e nella vittima.

Cosa provoca le reazioni allergiche

Le principali sostanze responsabili delle allergie da veleno d’ape sono l’apitossina e il melittina. L’apitossina è una miscela complessa di proteine, polipeptidi e ammine biogene. È costituita principalmente da melittina, un potente peptide che svolge un ruolo chiave nella risposta allergica. La melittina è in grado di innescare la liberazione di istamina dalle cellule mastocitarie, che a loro volta scatenano una serie di sintomi allergici come prurito, gonfiore e difficoltà respiratorie. Altre sostanze presenti nel veleno delle api che possono causare allergie includono la fosfolipasi A2 e l’igualina. La fosfolipasi A2 ha un effetto irritante sulla pelle e può causare una risposta allergica locale. L’igualina è una proteina che può scatenare una reazione allergica sistemica, coinvolgendo diversi organi del corpo.

Le api nell’omeopatia

Nell’omeopatia, si utilizzano parti specifiche dell’ape come l’ape intera, il veleno dell’ape o il miele d’api per creare un medicinale omeopatico. L’idea dietro l’utilizzo delle api nell’omeopatia è che queste sostanze possono aiutare a stimolare il sistema immunitario e promuovere la guarigione naturale del corpo. Le api nell’omeopatia sono spesso utilizzate per trattare una varietà di disturbi, tra cui reazioni allergiche, infiammazioni, punture di insetti e condizioni cutanee come l’orticaria.

Le diverse specie

Le api sono insetti incredibilmente diversi e affascinanti, con una vasta gamma di specie che popolano il nostro pianeta. Dalle api miele alle api solitarie, ogni specie ha le sue caratteristiche uniche e svolge un ruolo importante nell’ecosistema. Una delle specie più note è l’apis mellifera, comunemente conosciuta come ape miele. Queste api vivono in colonie organizzate e lavorano insieme per raccogliere nettare e polline, producendo il pregiato miele che tutti conosciamo. Altre specie di api, come le api solitarie, invece, vivono da sole e non formano colonie. Possono essere specializzate nella raccolta di polline da specifiche piante o costruire i loro nidi in vari luoghi, come nel terreno o nei tronchi degli alberi. Un’altra specie interessante è l’ape orchidea, che ha adattamenti straordinari per polinizzare le orchidee. Le femmine di questa specie hanno lunghe proboscidi che possono raggiungere il nettare all’interno dei fiori delle orchidee, mentre i maschi si nutrono del polline. Ci sono anche specie di api senza pungiglione, come la xylocopa violacea, che sono notevoli per le loro dimensioni impressionanti e il loro ruolo nella riproduzione delle piante.

Omeopatia

L’omeopatia è un sistema terapeutico alternativo che ha origine nel XVIII secolo grazie alle scoperte del medico tedesco Samuel Hahnemann. I principi fondamentali su cui si basa questa disciplina sono la legge della similitudine e la teoria delle diluizioni. Secondo il concetto di similitudine, una sostanza in grado di causare determinati sintomi in una persona sana può essere utilizzata per curare quegli stessi sintomi in una persona malata. Questo principio si basa sull’idea che il corpo umano abbia la capacità innata di autoguarigione e che stimolando questa capacità attraverso l’assunzione di sostanze simili ai sintomi presenti, si possa favorire il processo di guarigione. La teoria delle diluizioni, invece, prevede che le sostanze utilizzate come rimedi omeopatici vengano diluite in modo da ridurre la loro tossicità e potenziarne l’efficacia terapeutica. Questo processo di diluizione avviene secondo una scala decimale o centesimale, dove ogni diluizione successiva comporta una diminuzione della concentrazione della sostanza originale.

Funziona?

Critiche e controversie sull’efficacia dell’omeopatia sono argomenti di grande dibattito nel campo della medicina. Mentre molti sostenitori dell’omeopatia credono nella sua efficacia, i suoi detrattori sollevano una serie di preoccupazioni riguardo alla mancanza di prove scientifiche a supporto delle sue teorie e rimedi. Uno dei principali punti di critica è la diluizione estrema dei rimedi omeopatici, che spesso rende impossibile la presenza di una singola molecola del principio attivo. Secondo gli scettici, questo rende l’omeopatia poco più di un effetto placebo. Inoltre, le teorie alla base dell’omeopatia, come il concetto di similitudine, non hanno una base scientifica solida e vengono considerate pseudoscienza da molti esperti. Alcuni studi scientifici hanno mostrato risultati contrastanti sull’efficacia dell’omeopatia, ma la maggior parte di essi ha concluso che gli effetti osservati sono simili a quelli del placebo. Le organizzazioni mediche ufficiali, come l’OMS e la FDA, hanno emesso dichiarazioni che mettono in dubbio l’efficacia dell’omeopatia e sconsigliano il suo utilizzo come sostituto della medicina convenzionale per gravi patologie.

L’approccio complementare

L’omeopatia come approccio complementare alla medicina convenzionale rappresenta un argomento di grande interesse per coloro che cercano soluzioni alternative per il loro benessere. Molti individui, infatti, si avvicinano all’omeopatia come una possibile opzione per affrontare disturbi e malattie in modo più naturale.

L’approccio omeopatico si basa sulla convinzione che il corpo abbia la capacità innata di guarire se stesso, e che questa capacità possa essere stimolata attraverso l’utilizzo di sostanze naturali. L’omeopatia, pertanto, non cerca solo di alleviare i sintomi, ma mira a trattare la persona nel suo complesso, considerando sia gli aspetti fisici che quelli emotivi. In questo senso, l’omeopatia può essere vista come un valido complemento alla medicina convenzionale, che spesso si concentra principalmente sui sintomi e sull’uso di farmaci. Viste le evidenze scientifiche, l’omeopatia non deve sostituire la medicina tradizionale, ma piuttosto essere utilizzata in collaborazione con essa. La scelta di adottare l’omeopatia come approccio complementare deve essere consapevole e basata su una corretta informazione.

Controindicazioni

Gli effetti collaterali e le precauzioni nell’uso dell’apis sono importanti da considerare per garantire un utilizzo sicuro ed efficace di questo rimedio. Benché l’apis sia considerato generalmente sicuro, è sempre consigliabile consultare un medico o un omeopata prima di iniziare qualsiasi trattamento. Alcune persone potrebbero essere sensibili o allergiche alle sostanze contenute nell’apis, come il veleno d’ape, e potrebbero manifestare reazioni avverse.

È quindi fondamentale prestare attenzione a eventuali segni di allergia, come prurito, eruzioni cutanee o difficoltà respiratorie, e interrompere immediatamente l’uso del prodotto in caso di tali sintomi. Inoltre, è necessario rispettare le dosi consigliate e non superare la durata del trattamento raccomandata dal medico o dall’omeopata. L’apis può essere utilizzato per una vasta gamma di disturbi, ma è necessario seguire attentamente le indicazioni specifiche per ottenere i migliori risultati. L’automedicazione con l’apis può comportare rischi e non è consigliata senza una consulenza professionale.

Fonti bibliografiche

  • Effects of Extreme Dilutions of Apis mellifica Preparations on Gene Expression Profiles of Human Cells, PubMed

  • Homeopathy for hives: Does it work?, Medical News Today
  • Diabetes and Homeopathic Remedies, WebMD
  • Exploring the effects of homeopathic Apis mellifica preparations on human gene expression profiles, PubMed