Artrite e artrosi: differenze, cause e possibili cure

Che differenza c'è tra artrite e artrosi? Ecco quali sono le cose da sapere per distinguere queste due patologie spesso confuse tra loro

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Che differenza c’è tra artrite e artrosi? In primo luogo, bisogna comprendere la natura di queste due patologie. L’artrite è una malattia infiammatoria, mentre l’artrosi è di tipo degenerativo-cronico. Grazie a questa prima distinzione, è possibile comprendere che si tratta di due condizioni molto diverse fra loro. Entrambe sono considerate delle patologie reumatiche, poiché colpiscono le articolazioni, comportando talvolta seri disagi.

La sintomatologia, caratterizzata principalmente da rigidità e dolore, può essere simile tra le due condizioni. Spesso, però, queste interessano persone con età diverse. Capita di confondere l’artrite e l’artrosi: cerchiamo di capire le sostanziali differenze.

Cos’è l’artrite?

Generalmente con il termine artrite ci si riferisce alle patologie che provocano un’infiammazione a carico delle articolazioni. L’artrite è dunque una condizione di natura infiammatoria con un’evoluzione particolarmente insidiosa.

Esistono diversi tipi di artrite. La più nota e diffusa è l’artrite reumatoide, ma ci sono anche:

Le strutture che concorrono a formare l’articolazione sono interessate dal processo infiammatorio. Questo causa ispessimenti, gonfiori e sensibilizzazioni della zona colpita. Da ciò scaturiscono il dolore e una particolare rigidità dell’articolazione colpita, nonché una deformazione della struttura articolare e un indebolimento dei legamenti e della cartilagine. Tale patologia può presentarsi a qualsiasi età e colpire anche i più piccoli.

La causa scatenante dell’artrite dipende dalla patologia a cui è correlata, quando questa è riconoscibile, o può risultare, negli altri casi, ignota. Si pensa che entrino in gioco fattori predisponenti del paziente e l’esposizione a determinati fattori ambientali. Ciò che è certo, è che questa patologia si acuisce con il passare del tempo e, se non riconosciuta e trattata prontamente, può causare seri problemi e diventare potenzialmente invalidante.

I sintomi dell’artrite

Come accennato, l’artrite si presenta come un’infiammazione articolare che può provocare arrossamento, gonfiore e forti dolori. Nei casi più gravi, è accompagnata da rigidità e limitazione della capacità funzionale delle articolazioni. In quelle forme di artrite che tendono a cronicizzare, come nell’artrite reumatoide, si possono manifestare delle deformazioni articolari, con conseguenti difficoltà a svolgere anche i semplici movimenti quotidiani.

A essere colpite sono di solito le piccole articolazioni, come quelle della mano, del piede o del polso, ma non sono risparmiate nemmeno le articolazioni più grandi, come quelle delle spalle, dei gomiti, delle caviglie o delle ginocchia. Spesso queste patologie esordiscono in maniera simmetrica, colpendo le medesime articolazioni presenti sui due lati del corpo (ad esempio, i due gomiti o le due ginocchia).

Il dolore causato dall’artrite ha alcuni sintomi peculiari, come:

  • la comparsa a riposo o durante la notte;
  • un miglioramento della sintomatologia con il movimento;
  • un’alternanza tra periodi di attenuazione e di acuizione delle manifestazioni dolorose.

Possono accompagnare il dolore anche una sensazione di calore alle articolazioni, un indebolimento dei muscoli, una leggera febbricola e una sensazione di rigidità alle articolazioni, che solitamente perdura per più di 30 minuti consecutivi.

Le forme più gravi di artrite arrivano a deformare l’osso coinvolto nell’articolazione, fino a rendere estremamente difficili i normali movimenti quotidiani. Nel caso dell’artrite reumatoide, possiamo avere anche un interessamento di altri distretti del corpo, quali occhi, cuore, polmoni, pelle e vasi sanguigni.

Come diagnosticare l’artrite?

La diagnosi di artrite comprende in primis un’anamnesi complessiva del paziente da parte di uno specialista e, in seguito, una serie di esami diagnostici mirati. Ad esempio:

  • esami del sangue per verificare parametri quali VES, fattore reumatoide, Proteina C-reattiva (PCR), anticorpi anti-peptide ciclico citrullinato (anti-CCP);
  • analisi del liquido sinoviale ottenuto tramite artrocentesi (prelievo del liquido all’interno dell’articolazione);
  • radiografia;
  • risonanza magnetica.

È essenziale anche una valutazione medica complessiva, che possa associare i risultati degli esami e i sintomi, in modo da fornire una diagnosi precisa, che escluda altre cause o patologie concomitanti.

Il medico competente è il reumatologo, che può avvalersi dell’aiuto di altri specialisti come, ad esempio, l’ortopedico, nel caso in cui siano presenti segni di usura articolare o deformazioni delle ossa.

Come trattare l’artrite

Essendo una categoria che comprende diverse malattie, il trattamento dipende dalla diagnosi.

Le artriti infettive, ad esempio, devono essere trattate con una terapia antibiotica adeguata, per evitare il rischio che l’infezione si diffonda attraverso l’organismo, causando complicanze potenzialmente anche fatali.

L’artrite reumatoide, invece, non ha cause precise e precisamente definibili. In questi casi è essenziale non trascurare l’infiammazione e iniziare quanto prima una terapia adeguata per evitare che la sintomatologia vada incontro a un peggioramento nel corso degli anni.

Sono disponibili numerosi farmaci efficaci nella gestione della malattia. Alcuni, come FANS, paracetamolo o corticosteroidi, servono per tenere sotto controllo i sintomi dolorosi della patologia. Esistono anche i DMARDs (Farmaci Anti-Reumatici Modificanti la Malattia) o i farmaci biologici, che puntano a cambiare il decorso clinico della patologia e a tentare di rallentarne il decorso. I più utilizzati sono il metotrexato, l’idrossiclorochina, la sulfasalazina, l’adalimumab o il tocilizumab. È opportuno precisare, però, che si tratta di sostanze che possono presentare diversi effetti collaterali e che richiedono una sorveglianza attiva da parte del medico curante per essere assunti.

La fisioterapia è essenziale, perché consente di migliorare notevolmente la mobilità articolare e tenere attivi i muscoli, in modo da alleviare il dolore e favorire il mantenimento di un fisiologico uso delle articolazioni colpite. Possono essere impiegati anche la laserterapia e la tecarterapia, che riescono ad agire in profondità sui tessuti e a preservare il più a lungo possibile la salute dell’intera struttura articolare.

Si consiglia sempre di tenere sotto controllo il peso corporeo e di seguire un regime alimentare equilibrato, sano e completo. Dell’attività sportiva leggera può, inoltre, favorire il rinforzo muscolare, a patto di scegliere discipline che non sovraccaricano eccessivamente le articolazioni (ad esempio, il nuoto). Nei casi più gravi, si può pensare a un intervento chirurgico, come un’artroplastica o il posizionamento di una protesi che possa sostituire l’articolazione lesionata quando questa causa un dolore non controllabile o risulta funzionalmente compromessa.

Cos’è l’artrosi?

L’artrosi è una patologia cronico-degenerativa causata dall’usura delle articolazioni. Si tratta di una condizione che, nella maggior parte dei casi, colpisce gli individui over 50.

Consiste in un logoramento delle articolazioni, con una piccola componente infiammatoria cronica di basso grado e interessa prima le cartilagini e, solo successivamente, le ossa. Molto più diffusa dell’artrite, colpisce generalmente la popolazione anziana: l’esordio dell’artrosi è molto più lento e graduale di quello dell’artrite e porta a un progressivo assottigliamento delle cartilagini che rivestono le articolazioni, fino a consumarle completamente.

Il ruolo della cartilagine è essenziale nel funzionamento delle articolazioni, poiché le riveste e ne consente un fluido scorrimento. Quando la cartilagine si consuma, le ossa che compongono l’articolazione vengono a contatto. Lo sfregamento può generare dolore, difficoltà nei movimenti e, con il tempo, lo sviluppo di deformazioni (si parla anche di artrosi deformante).

Molto spesso, la causa dell’artrosi è sconosciuta e non sono precisamente note le ragioni che portano all’indebolimento della cartilagine. Sono stati evidenziati alcuni fattori predisponenti per lo sviluppo di questa malattia, come:

  • un’età che supera i 50 anni:
  • il sesso femminile:
  • il sovrappeso o l’obesità;
  • precedenti traumi articolari;
  • altre forme di patologie articolari già presenti;
  • predisposizione familiare alla patologia.

I sintomi dell’artrosi

L’artrosi è il risultato di una degenerazione particolarmente lenta, anche se già prima dell’esordio della patologia vera e propria il paziente potrebbe manifestare dolori e sintomi tipici del deterioramento della cartilagine.

Generalmente l’artrosi si manifesta lungo le spalle, le mani, i piedi, le ginocchia, l’anca e la colonna vertebrale (specialmente la zona lombare), poiché sono le zone del corpo che sono maggiormente esposte allo stress e che sopportano grandi carichi durante gli anni. Tra tutte, l’artrosi dell’anca è la forma più insidiosa e invalidante. Quando i sintomi colpiscono più distretti si parla di poliartrosi. Raramente vengono interessate articolazioni simmetriche, come avviene nell’artrite reumatoide e i danni alle cartilagini tendono a colpire solamente uno dei due lati del corpo.

Il dolore legato all’artrosi si fa sentire quando l’articolazione è in uso, al contrario di quanto avveniva per l’artrite. Durante il movimento, infatti, le articolazioni risentono dell’assenza di una cartilagine intatta e dello sfregamento osseo.

La rigidità articolare, pur presente, si manifesta soprattutto al mattino, migliora durante la giornata e non è mai troppo prolungata (circa 30 minuti). In caso di artrosi, inoltre, è possibile notare anche qualche rumore da scricchiolio, tipico del contatto tra le protuberanze ossee che non dovrebbero, in condizioni ottimali, entrare in contatto tra loro.

Quali esami fare per diagnosticare l’artrosi?

Anche nel caso di artrosi è bene farsi guidare da un medico esperto che possa diagnosticare correttamente la patologia e prescrivere eventuali esami. Lo scopo dell’anamnesi è quello di indagare i sintomi, valutare l’eventuale storia familiare di artrosi, gli eventuali infortuni che hanno interessato l’articolazione in passato e la tipologia di dolore che il soggetto accusa.

Per confermare la diagnosi si possono effettuare la radiografia e la risonanza magnetica, in modo da verificare lo stato complessivo delle articolazioni.

Trattamenti per l’artrosi

Oltre alle terapie farmacologiche, uno stile di vita sano e una dieta composta da alimenti ricchi di calcio sono la base per tenere sotto controllo l’artrosi e preservare la salute delle ossa. Non è possibile risolvere il problema definitivamente se non attraverso la sostituzione dell’articolazione con una protesi. Tuttavia, si può mantenere a una qualità di vita decisamente soddisfacente.

Tra i rimedi più immediati per alleviare il dolore da artrosi c’è l’applicazione di impacchi caldi o l’applicazione di creme a base di capsaicina. Tra i farmaci più efficaci per curare l’artrosi riconosciamo gli antidolorifici (paracetamolo, ibuprofene e simili), oppure i corticosteroidi, utili soprattutto quando i primi non hanno sufficienti effetti sulla patologia.

Come per l’artrite, anche per artrosi la fisioterapia può avere effetti importanti, perché aiuta a gestire il dolore e a rinforzare specifici distretti muscolari che possono alleviare il carico sulle articolazioni colpite. Le terapie strumentali, quali tecarterapia, magnetoterapia o laserterapia, possono aiutare ad alleviare le sensazioni dolorose.

Un’attività fisica regolare aiuta, inoltre, a tenere sotto controllo il peso corporeo, alleviando il carico su tutte le articolazioni portanti (come, ad esempio, schiena e ginocchio), nonché a migliorare lo stato di benessere generale dell’organismo.

Le infiltrazioni possono favorire la lubrificazione articolare, ma in alcuni casi è inevitabile ricorrere all’intervento chirurgico per migliorare significativamente la sintomatologia legata all’artrosi, nei casi in cui il paziente non trovi giovamento da tutte le altre terapie disponibili. Oltre all’impianto di protesi si può ricorrere anche alla pulizia dell’articolazione o all’osteotomia.

Tra le più moderne forme di trattamento per l’artrosi c’è anche la medicina rigenerativa, nello specifico il trapianto di cellule mesenchimali, ovvero particolari cellule staminali indifferenziate, che hanno la possibilità di trasformarsi in cellule di un determinato tessuto (in questo caso, quello delle cartilagini).

Tali cellule vengono prelevate dal tessuto adiposo del soggetto o dal suo midollo osseo e iniettate nell’articolazione soggetta ad artrosi: qui si differenziano diventando cellule cartilaginee e andando a ricostruire i tessuti lesi. Benché si tratti di un metodo innovativo e potenzialmente di successo, non ha gli stessi risultati su tutti i pazienti ed è utile solamente negli stati precoci della malattia, mentre sulle artrosi ormai in stadio avanzato riesce ad apportare un beneficio limitato. Il tuo medico saprà illustrarti il trattamento più idoneo alla tua condizione.

 

Fonti bibliografiche

FAQ

Come dormire con l'artrite reumatoide?

I dolori possono compromettere la qualità del sonno, generando stress. È possibile combattere l’insonnia con farmaci specifici, adeguate tecniche di rilassamento, materassi ergonomici o terapie psicologiche che aiutino a convivere con la patologia.

Quanti tipi di artrite ci sono?

Sono state classificate più di 100 tipologie di artrite, accomunate dall’infiammazione articolare. Ad esempio, la gotta, la fibromialgia, la polimialgia reumatica, l’artrite psoriasica, o le forme legate ad altre patologie del connettivo.

Come curare l'artrosi alle mani?

Per trattare l’artrosi è possibile ricorrere a farmaci antidolorifici, fisioterapia e a esercizi adeguati per l’articolazione. Anche l'alimentazione gioca un ruolo cruciale, mentre per i casi più gravi restano infiltrazioni e interventi chirurgici.

Per l'artrosi è meglio il caldo o il freddo?

Mentre il freddo è utile negli stati dolorosi acuti e nelle infiammazioni, in caso di malattie degenerative come l’artrosi si può ricorrere al caldo, che allevia il dolore e aumenta il flusso di sangue, ossigeno, nutrienti e sostanze riparatrici.