Che fine ha fatto Susan Boyle

Susan Boyle è un’artista britannica diventata nota per il 2° posto al Britain’s Got Talent. La carriera e le curiosità sulla cantate

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Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo.

Susan Boyle è una famosa artista britannica diventata nota grazie al secondo posto nella terza serie della trasmissione televisiva “Britain’s Got Talent”. In particolare ha raggiunto il successo a livello internazionale con l’interpretazione impeccabile ed emozionante del brano “I dreamed a Dream” tratto dal musical “Les Misérables”, cantanto nella puntata del talent show trasmessa l’11 aprile del 2009. Il suo album “I dreamed A Dream” ha battuto il record di album di debutto più venduto nel Regno Unito nella sua prima settimana, precedentemente detenuto da Leona Lewis. Dopo l’exploit dei suoi primi due album, la carriera della musicista è un po’ calata ma Boyle ha comunque venduto circa 19 milioni di dischi in tutto il mondo.

I primi passi nel mondo della musica di Susan Boyle

Susan Magdalane Boyle è la figlia di un minatore veterano della Seconda Guerra Mondiale e di una stenografa, entrambi di origini irlandesi emigrati in Scozia. Il padre Patrick è un cantante dilettante, che si esibisce di solito in locali e pub del centro scozzese. La madre dà alla luce Susan all’età di 45 anni. La bambina nasce a Blackburn, in Scozia, il 1° aprile del 1961, ma il parto non è privo di complicazioni che causano alla piccola un principio di asfissia. L’incidente provoca, negli anni a venire, una serie di difficoltà di apprendimento, che influiscono negativamente nella socializzazione di Susan coi compagni di scuola. La ragazzina è spesso vittima di atti di bullimo e viene soprannominata “Susie the Simple”, in italiano “Susie la sempliciotta”. Lasciata la scuola con una bassa valutazione, trova lavoro come apprendista cuoca presso il West Lothian College di Livingston per sei mesi. Durante il periodo lavorativo presso l’Università, inizia a frequentare il teatro e assiste alle esibizioni dei cantanti professionisti. Ascolta di nascosto i corsi di musica che venivano tenuti nell’ateneo, prima di iniziare a prendere le sue prime lezioni vere e proprie dal vocal coach Fred O’Neil. Si iscriva anche alla scuola di recitazione di Edimburgo e prende parte anche al Fringe, festival artistico della capitale scozzese. Nel 1994 Susan partecipa alla trasmissione “My Kind People”, nella quale canta “I Don’t Know How to Love Him”, tratto dal musical “Jesus Christ Superstar”, ma viene fatta oggetto di derisione da parte del presentatore Michael Barrymore. L’episodio comunque non fa abbattere la cantante che prosegue il suo percorso e nel 1999 registra una traccia per un cd a scopo benefico, prodotto dalla West Lothian School. L’album si chiama “Music for a Millennium Celebration, Sounds of West Lothian” e la performance di Boyle sulle note di “Cry Me a River” attira l’attenzione di alcune delle testate più importanti, addirittura oltre i confini del Regno Unito. Sempre nel 1999, Susan registra alcuni demo, che invia a discografici e talent scout inglesi.

Il successo con Britain’s Got Talent

Nonostante un primo tentativo di entrare a far parte del mondo della musica, le esibizioni di Susan continuano a limitarsi a concorsi locali. Intanto la madre e il vocal coach tentano di convincerla a partecipare al “Britain’s Got Talent” e a “X Factor”, ma l’artista è frenata dalla timidezza e dal rischio di venir derisa. La morte della mamma di Boyle nel 2007 è probabilmente lo stimolo per la cantante a vincere le sue paure e insicurezza. Nel 2008 fa quindi domanda per partecipare al “Britain’s Got Talent” e arriva nel 2009 alle audizioni principali. La sua apparizione, iniziata sotto lo scetticismo generale, stupisce il pubblico che più volte, durante l’esibizione, si alza in piedi per una standing ovation. Anche la giuria, che prima dell’esibizione di Susan aveva accolto l’artista con ilarità per il suo particolare modo di comportarsi, resta senza parole appena la cantante comincia a emettere le prime note. Il successo si diffonde dal pubblico del programma a tutto il mondo grazie ai social network. Su YouTube il video della performance viene visto, in poco tempo, da milioni di utenti ovunque. La seconda esibizione del 24 maggio 2009 duplica l’acclamazione collettiva. In questa occasione Susan canta “Memories”, tratta dal musical “Cats” e approda alla finale del programma. Nonostante fosse la favorita, Susan non riesce però a strappare la vittoria finale, che va al gruppo di danzatori dei “Diversity”. A causa del fortissimo stress accumulato, anche per alcune polemiche derivanti da alcuni suoi comportamenti sul palco, Susan viene ricoverata in una clinica psichiatrica di Londra il giorno dopo la sua sfortunata finale. Durante la degenza, durata cinque giorni, il primo ministro Gordon Brown fa pervenire alla cantante gli auguri di pronta guarigione e l’artista viene invitata alle celebrazioni per la festa dell’Indipendenza Americana, a Washington. Intanto, la casa discografica Syco, una sussidiaria della Sony Music le propone un contratto. Il fenomenale successo su Internet e su tutti i media e la simpatia riscossa da Boyle la trasformano in un’icona culturale.

Gli album di Susan Boyle

Lo stesso anno della partecipazione a “Britain’s Got Talent”, Susan pubblica con la Syco l’album “I Dreamed a Dream” che riscuote un successo di vendite stratosferico e mondiale, pari a oltre 10 milioni di copie, in particolare negli Stati Uniti. Il disco è promosso dai singoli “Wild Horses” e ovviamente “I Dreamed a Dream”. La cantante si esibisce in diversi paesi e arriva anche in Italia, ospite del Festival di Sanremo del 2010 riscuotendo una standing ovation. Viene inoltre chiamata a cantare di fronte a Papa Benedetto XVI durante la celebrazione officiata nel parco di Bellahouston a Glasgow il 16 settembre 2010. Lo stesso anno in un episodio di Futurama, “Attack of the Killer App “, viene rivelato che Leela ha una “bolla” canterina di nome Susan sul sedere, che canta “I Dreamed A Dream” e “Amazing Grace”. Nel 2010 esce anche il secondo disco “The Gift” contenente cover prevalentemente di canzoni natalizie, l’anno dopo il terzo album “Someone to Watch Over Me” vende 1,1 milioni di copie in tutto il mondo. Nel 2014 e nel 2016 pubblica altri due album di cover “Hope” e “A Wonderful World”. Poi scompare per alcuni anni per far ritorno sul palco di “Got Talent” negli Usa dove si sfidano alcuni fra i principali concorrenti delle passate edizioni nel mondo. Fra i giudici c’è anche Simon Cowell, già conosciuto a Britain’s Got Talent. All’audizione canta “Wild Horses” dei The Rolling Stones e ottiene il golden buzzer di Mel B che la catapulta direttamente in finale. Sempre nel 2019 Susan Boyle pubblica l’album “Ten”, un nuovo progetto di sole cover che celebra i suoi 10 anni nel mondo della musica mainstream.

Vita privata e curiosità su Susan Boyle

Secondo alcune testate Susan Boyle, nonostante un patrimonio stimato in circa 40 milioni di sterline, vive ancora nella ex casa popolare di famiglia che ha ristrutturato e rimodernato perché è l’unico posto in cui si sentirebbe al sicuro. Nel 2022 ha avuto un leggero ictus come ha rivelato la cantante stessa nel 2023 quando è tornata a esibirsi sul palco di “Britain’s Got Talent”. Riguardo alle curiosità sull’artista, la stessa Boyle ha rivelato di soffrire della sindrome di Asperger. Il lavoro come apprendista cuoca è stato il primo e l’unico che ha trovato nel corso della vita prima di diventare una famosa cantante. Fino a quando non si è presentata a “Britain’s got talent”, le sue esperienze canore si sono limitate a semplici esibizioni presso locali e karaoke. Del primo cd registrato nel 1999 vennero stampate solo 1000 copie. il suo vocal coach ha affermato che Susan abbandonò le audizioni di “X Factor” perché convinta che i partecipanti venissero scelti in base al loro aspetto e, per poco, non fece lo stesso anche con “Britain’s Got Talent”, da lei ritenuto un programma di impatto molto giovanile non adatto a lasciar spazio a una donna di mezza età (quando partecipò Boyle aveva 47 anni). Al 20 aprile 2009, dopo solo nove giorni dalla sua apparizione televisiva, la clip della sua audizione, le successive interviste e la sua interpretazione della canzone popolare statunitense “Cry Me a River” sono stati visti oltre cento milioni di volte sul web. Si ritiene che la sua interpretazione di “I Dreamed a Dream” abbia influito positivamente sulla vendita dei biglietti per la rappresentazione di Les Misérables di Vancouver. Della sua performance hanno parlato, fra gli altri, le reti radiofoniche e televisive italiane, l’indiano “The Times of India”, il tedesco “Der Spiegel”, la cinese “Xinhua News Agency”, la brasiliana “Zero Hora”, l’israeliano “Ynet” e l’arabo Al Arabyia.