Artrite reumatoide: sintomi, cause e trattamenti

L'artrite reumatoide è una malattia autoimmune cronica che causa infiammazione, dolore e deformazione delle articolazioni

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Laureanda in Medicina e Chirurgia

Studentessa di Medicina appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica che interessa le articolazioni, ma non solo. In alcune persone, infatti, può danneggiare un’ampia varietà di sistemi corporei, tra cui la pelle, gli occhi, i polmoni, il cuore e i vasi sanguigni. Si tratta di una patologia autoimmune, che si verifica cioè quando il sistema immunitario attacca erroneamente i tessuti del proprio corpo.

Colpisce il rivestimento delle articolazioni, causando un gonfiore doloroso che talvolta può provocare erosione ossea e deformità articolare. È proprio l’infiammazione associata all’artrite reumatoide che può danneggiare anche altre parti del corpo. La malattia può causare disabilità fisiche anche importanti, ma negli ultimi anni le opzioni di trattamento sono migliorate.

Cos’è l’artrite reumatoide

L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune, provocata cioè da un “errore” del sistema immunitario, il sistema di difesa dell’organismo. Normalmente, il sistema immunitario aiuta a proteggere il corpo da infezioni e malattie. Nell’artrite reumatoide, esso, per un anomalo funzionamento, non attacca i “nemici”, bensì i tessuti sani delle articolazioni.

Vengono prodotte particolari proteine, le citochine che, per una serie di reazioni, provocano l’infiammazione dell’articolazione e favoriscono l’aggressione alle ossa, alla cartilagine e agli altri tessuti connettivi. Se non si interviene, con il passare del tempo, la membrana sinoviale (strato di rivestimento interno della capsula articolare) si ispessisce e si trasforma in un tessuto infiammatorio che invade tutta l’articolazione e che degrada il tessuto articolare, connettivo e osseo.

Per questa ragione, l’osso può venire progressivamente distrutto e l’infiammazione può estendersi ad altre strutture articolari, come tendini e legamenti. Con gli anni, l’infiammazione può coinvolgere, gradualmente, altri organi tra cuore, polmoni, nervi, occhi e pelle. 

Le cause dell’artrite reumatoide 

L’eziologia dell’artrite reumatoide rimane oggetto di studi e non è ancora completamente compresa. Tuttavia, l’ipotesi più accreditata è che una predisposizione genetica interagisca con specifici fattori ambientali, tra cui agenti patogeni come alcuni virus e batteri, innescando la risposta infiammatoria cronica tipica della patologia. Le mutazioni genetiche potrebbero infatti rendere il sistema immunitario più suscettibile a rispondere in modo anomalo a questi stimoli esterni.

I fattori di rischio identificati nel corso degli anni includono una serie di variabili biologiche e di stili di vita che possono incrementare la possibilità di sviluppare la malattia:

  • Genere: le donne presentano un rischio maggiore rispetto agli uomini. Tale discrepanza potrebbe essere attribuita a fattori ormonali, anche se la ricerca è ancora in corso per comprendere appieno quest’associazione.
  • Età: nonostante l’artrite reumatoide possa manifestarsi in ogni fase della vita, è più frequente l’insorgenza nei soggetti di mezza età, suggerendo che cambiamenti biologici legati all’età possano influenzare la suscettibilità alla malattia.
  • Storia familiare: avere parenti di primo grado affetti da artrite reumatoide aumenta significativamente le probabilità di sviluppare anch’essa la condizione, il che sottolinea il ruolo della genetica nella patogenesi della malattia.
  • Fumo di sigaretta: è stato ampiamente dimostrato che il fumo è un fattore di rischio per l’insorgenza e l’aggravamento dell’artrite reumatoide, specialmente in presenza di una specifica predisposizione genetica.
  • Sovrappeso: l’adiposità eccessiva può contribuire all’infiammazione sistemica e, di conseguenza, aumentare il rischio di sviluppare l’artrite reumatoide. Il legame tra obesità e severità della malattia è oggetto di studi che stanno esplorando come il tessuto adiposo possa influenzare le risposte immunitarie e infiammatorie.

In sintesi, la complessa interazione tra genetica, fattori ambientali, ormonali e comportamentali gioca un ruolo chiave nell’insorgenza dell’artrite reumatoide, rendendo cruciale un approccio clinico attento e personalizzato per la gestione del rischio e il trattamento della patologia.

Quali sono i sintomi dell’artrite reumatoide

L’artrite reumatoide si manifesta con alcuni segni e sintomi come:

  • articolazioni calde e gonfie;
  • rigidità articolare che di solito è peggiore al mattino e dopo l’inattività; 
  • affaticamento, febbre e perdita di appetito.

Circa il 40% delle persone che hanno l’artrite reumatoide manifesta anche segni e sintomi che non coinvolgono le articolazioni. Le aree che possono essere interessate includono: pelle, occhi, polmoni, cuore, reni, ghiandole salivari, tessuto nervoso, midollo osseo, vasi sanguigni. 

I segni e i sintomi dell’artrite reumatoide possono avere gravità e durata variabile. Periodi di maggiore attività della malattia, chiamati riacutizzazioni, si alternano a periodi di relativa remissione, quando il gonfiore e il dolore svaniscono o scompaiono. Nel tempo, l’artrite reumatoide può causare la deformazione delle articolazioni e il loro spostamento fuori posto.

Come esordisce l’artrite reumatoide

L’artrite reumatoide precoce tende a colpire prima le articolazioni più piccole, in particolare le articolazioni che attaccano le dita alle mani e le dita dei piedi ai piedi stessi. Con il progredire della malattia, i sintomi spesso si diffondono a polsi, ginocchia, caviglie, gomiti, anche e spalle. Nella maggior parte dei casi, i sintomi si verificano nelle stesse articolazioni su entrambi i lati del corpo. 

Le complicanze dell’artrite reumatoide

L’artrite reumatoide aumenta il rischio di sviluppare: 

  • osteoporosi: l’artrite reumatoide, insieme ad alcuni farmaci usati per il suo trattamento (principalmente gli steroidi), possono aumentare il rischio di osteoporosi, una condizione che indebolisce le ossa e le rende più soggette a fratture;
  • noduli reumatoidi, cioè rigonfiamenti solidi di tessuto che si formano più comunemente intorno ai punti di pressione, come i gomiti. Tuttavia, questi noduli possono formarsi in qualsiasi parte del corpo, inclusi cuore e polmoni;
  • secchezza di occhi e bocca: le persone che hanno l’artrite reumatoide hanno molte più probabilità di sviluppare la sindrome di Sjogren, un disturbo che riduce la quantità di umidità negli occhi e nella bocca;
  • infezioni: questa malattia e molti dei farmaci usati per combatterla possono danneggiare il sistema immunitario, portando a un aumento delle infezioni;
  • composizione corporea anormale: la proporzione tra grasso e massa magra è spesso più alta nelle persone che soffrono di questa patologia, anche in coloro che hanno un normale indice di massa corporea (BMI);
  • sindrome del tunnel carpale: se l’artrite reumatoide colpisce i polsi, l’infiammazione può comprimere il nervo che innerva la maggior parte della mano e delle dita, scatenando il tunnel carpale;
  • problemi di cuore: questa malattia può aumentare il rischio di avere arterie indurite e ostruite, nonché di sviluppare un’infiammazione della membrana che racchiude il cuore (il pericardio);
  • malattia polmonare: le persone con artrite reumatoide presentano un aumentato rischio di infiammazione e cicatrizzazione dei tessuti polmonari, che può portare a una progressiva mancanza di respiro;
  • linfoma: l’artrite reumatoide aumenta il rischio di linfoma, un gruppo di tumori del sangue che si sviluppano nel sistema linfatico.

Quali esami si fanno per l’artrite reumatoide 

In caso di fastidio e gonfiore persistenti alle articolazioni è bene rivolgersi al proprio medico, che potrebbe poi inviare a uno specialista in reumatologia. L’artrite reumatoide può essere difficile da diagnosticare nelle sue fasi iniziali perché i primi segni e sintomi sono simili a quelli di molte altre malattie e possono trarre in inganno.

Durante l’esame fisico, il medico controllerà le articolazioni per rilevare gonfiore, arrossamento e calore; inoltre raccoglierà un’approfondita anamnesi per comprendere le caratteristiche, le tempistiche e le associazioni dei dolori descritti dal paziente.

Generalmente lo specialista prescriverà alcuni approfondimenti diagnostici per confermare l’ipotesi formulata durante la visita. Le analisi del sangue che vengono solitamente richieste ricercano segni di infiammazione e guardano alla presenza di anticorpi associati all’Artrite Reumatoide:

  • La velocità di sedimentazione degli eritrociti (VES) e i livelli di proteina C-reattiva (PCR) sono indicatori di infiammazione. Un valore elevato di VES o PCR, in combinazione con altri indizi clinici, aiuta a formulare la diagnosi definitiva.
  • Il fattore reumatoide (RF) è un anticorpo che si trova in circa l’80% delle persone con artrite reumatoide (AR). Gli anticorpi contro il peptide ciclico citrullinato (CCP) sono rilevabili nel 60-70 percento delle persone con AR. Tuttavia, si trovano anche in persone senza AR, perciò la sola presenza non implica una diagnosi certa di AR.

Il medico può consigliare poi l’esecuzione di una radiografia e/o una risonanza magnetica per monitorare la progressione della situazione nel tempo e lo stato delle strutture ossee affette.

Curare l’artrite reumatoide

Purtroppo non esiste una cura definitiva per l’artrite reumatoide, ma gli studi clinici indicano che la remissione dei sintomi è più probabile quando il trattamento inizia precocemente con i farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD). Oggi i medici hanno a disposizione diverse cure farmacologiche: i tipi di medicinali raccomandati dal medico per il singolo caso dipenderanno dalla gravità dei sintomi e dall’epoca di comparsa della patologia. I più usati sono:

  • farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che possono alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione. I FANS da banco includono ibuprofene e naprossene sodico. I FANS più forti sono disponibili solo su prescrizione medica. Gli effetti collaterali possono includere irritazione dello stomaco, problemi cardiaci e danni ai reni;
  • steroidi: i farmaci corticosteroidi, come il prednisone, riducono l’infiammazione e il dolore e rallentano il danno articolare. Gli effetti collaterali possono includere assottigliamento delle ossa, aumento di peso e diabete. Questi farmaci possono dare anche fastidio allo stomaco, e infatti vengono solitamente associati a protettori gastrici.  I medici prescrivono spesso un corticosteroide per alleviare rapidamente i sintomi, con l’obiettivo di ridurre gradualmente il farmaco;
  • DMARD convenzionali: questi farmaci possono rallentare la progressione della malattia e salvare le articolazioni e altri tessuti da danni permanenti. I DMARD comuni includono metotrexato, leflunomide, idrossiclorochina e sulfasalazina. Gli effetti collaterali variano, ma possono includere danni al fegato e gravi infezioni polmonari;
  • agenti biologici: conosciuti anche come modificatori della risposta biologica, rappresentano una nuova classe di DMARD che include abatacept, adalimumab, anakinra, certolizumab, etanercept, golimumab, infliximab, rituximab, sarilumab e tocilizumab. I DMARD biologici sono generalmente più efficaci se associati a un DMARD convenzionale, come il metotrexato. Questi tipi di farmaci possono aumentare il rischio di infezioni;
  • DMARD sintetici mirati, come baricitinib, tofacitinib e upadacitinib, che possono essere utilizzati se i DMARD convenzionali e i farmaci biologici non sono stati efficaci. Dosi più elevate di tofacitinib possono aumentare il rischio di coaguli di sangue nei polmoni, gravi eventi cardiaci e cancro. 

Quando serve la chirurgia per l’artrite reumatoide

Se i farmaci non riescono a prevenire o rallentare il danno articolare, il medico potrebbe consigliare un intervento chirurgico per riparare le articolazioni danneggiate, ridurre il dolore e migliorare la mobilità. La chirurgia di questa forma di artrite può comportare una o più delle seguenti procedure: 

  • sinovectomia, per rimuovere il rivestimento infiammato dell’articolazione (sinovia). Può aiutare a ridurre il dolore e migliorare la flessibilità dell’articolazione; 
  • riparazione del tendine: l’infiammazione e il danno articolare possono causare l’allentamento o la rottura dei tendini intorno all’articolazione, per cui potrebbe essere necessario ripararli chirurgicamente;
  • fusione articolare, che può essere consigliata per stabilizzare o riallineare un’articolazione e per alleviare il dolore quando la sostituzione dell’articolazione non è un’opzione;
  • sostituzione totale dell’articolazione: durante l’intervento di sostituzione dell’articolazione, il chirurgo rimuove le parti danneggiate dell’articolazione e inserisce una protesi

Il medico potrebbe indirizzare la persona da un fisioterapista o terapista occupazionale per imparare degli esercizi specifici che aiutano a mantenere flessibili le articolazioni. Il terapeuta può anche suggerire nuovi modi per svolgere le attività quotidiane che aiutino a proteggere le articolazioni, per esempio raccogliere un oggetto usando gli avambracci.

In alcuni casi è utile il ricorso a dispositivi di assistenza, che evitano di stressare ulteriormente le articolazioni doloranti, come un coltello da cucina dotato di impugnatura che aiuta a proteggere le articolazioni delle dita e del polso e i ganci per bottoni che possono facilitare la vestizione. 

Fonti bibliografiche: