Francesco Totti si confessa su Maria De Filippi e Maurizio Costanzo, raccontando il rapporto con i due conduttori e il ruolo importante che hanno avuto nella sua vita. Non solo Ilary Blasi, l’esistenza dell’ex capitano della Roma è stata segnata da altre figure fondamentali. A raccontarlo è stato lui stesso in una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair, confessioni arrivate poco prima dell’annuncio della morte di papà Enzo a cui era legatissimo. Un lutto molto doloroso per tutta la famiglia Totti, che Francesco sta affrontando circondato dall’affetto della moglie, dei figli Chanel, Cristian e Isabel, del fratello Riccardo e di mamma Fiorella.
Se lo Sceriffo, così come chiamava il suo amatissimo papà, è stato una figura importantissima nella sua vita e nella carriera calcistica, Totti ha avuto accanto a sè anche altre persone. Fra loro Maurizio Costanzo e Maria De Filippi. L’ex calciatore ha spiegato che sarebbero stati loro a consigliare a Totti di sfruttare l’ironia nelle situazioni più difficili. “Per anni ascoltare tante cose false sul mio conto mi ha fatto soffrire. C’erano momenti in cui per smentire le bugie che raccontavano sui giornali, in radio o in tv, sarei andato in guerra. Sono un permaloso. Come dicono a Roma, un rosicone”.
Tutto sarebbe cambiato dopo una lunga chiacchierata con Costanzo e la De Filippi. “Due persone che non mi tradirebbero mai – ha spiegato -. Furono bravi a farmi capire che da un atteggiamento diverso nei confronti della pressione avrei potuto trarre solo giovamento. Gli diedi retta e non dico che da quel giorno mi sia cambiata la vita, ma quasi”.
“Non sono egocentrico – ha aggiunto Totti parlando di sè -. Non sono uno a cui piace parlare, che sogna di apparire o che smania per stare davanti alla telecamera come tanti altri. Preferisco fare tre passi indietro, nascondermi, sparire, se è possibile. Perché con me c’era sempre un rischio. A me piace scherzare, essere ironico e sdrammatizzare, ma dietro una battuta c’è spesso la verità. E la verità certe volte era meglio non esprimerla. Dire quello che sapevo, o che pensavo, avrebbe creato problemi. Avrei fatto solo danni: a me stesso e alla società. Preferivo evitare”.