Aurora su TikTok: “Se non facessi Ramazzotti di cognome”. La risposta a ogni critica

Con un brano rap decisamente inedito la showgirl si sfoga e mette a tacere una volta e per tutte chi la definisce raccomandata perché “la figlia di”

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Redazione

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L’ironia è un’arma che Aurora Ramazzotti ha spesso usato per difendersi dagli attacchi social. Ma stavolta la venticinquenne ha davvero superato se stessa per originalità e coraggio. Tra le critiche a cui la ragazza è ogni giorno esposta ovviamente la più frequente, e per lei fastidiosa, è quella che l’accusa di essere una raccomandata, di essere solo “la figlia di”. Per mettere a tacere, o almeno tentare di farlo, gli haters, Aurora ha scritto e pubblicato su TikTok un brano rap dal titolo Se non facessi Ramazzotti di cognome.

“Se non facessi Ramazzotti di cognome”: il testo della canzone anti-haters di Aurora

Con l’incipit stesso del “brano inedito” che Aurora Ramazzotti ha pubblicato su TikTok viene chiarita fin da subito la poca sostanza di certe “accuse” nei suoi confronti. Spiacevoli frasi che molto spesso le sottolineano sempre lo stesso concetto: “Se non ti chiamassi Ramazzotti di cognome non saresti dove sei”.

Nel rap pubblicato su TikTok Aurora, usando l’arma del paradosso, prova a spiegare quanto sia sbagliata questa affermazione cantando: “Beh se non facessi Ramazzotti di Cognome potrei essere un numero infinito di persone. Talmente incalcolabile da non poterlo dire. Magari sarei Beckham e mi amereste da morire”.

Il rap di Aurora, reduce dal successo del concerto Love Mi su Italia 1, poi va avanti sottolineando “se non facessi Ramazzotti di cognome magari, chi lo sa, vivrei in un altro Paese, magari sarei un prete, un filo d’erba o un sasso. Fai che non faccio Ramazzotti di cognome, mio padre un avvocato e scelgo la sua professione…”

“Se non facessi Ramazzotti di cognome”: come è nato il rap TikTok di Aurora

La canzone di Aurora è nata, a detta della stessa autrice, inizialmente come un testo parlato. Una sorta di monologo contro chi la taccia di essere solo una raccomandata fin da quando ha deciso anche lei di fare i primissimi passi nel mondo dello spettacolo.

“L’altro giorno avevo scritto un testo perché volevo parlare di questa cosa”, ha spiegato la Ramazzotti, “ma poi rileggendolo mi sono cadute le pa**e. E quindi ho deciso di scrivere un rap”. L’idea di Aurora di trasformare un monologo in rap si è rivelata decisamente vincente anche perché in pochissimo tempo il suo sfogo musicale è diventato virale.

Aurora Ramazzotti: “In Italia c’è un problema culturale”

Nella canzone rap di Aurora c’è una frase (“Magari sarei Beckham e mi amereste da morire”) che veicola un messaggio che la ragazza ha tenuto a sottolineare anche nel video in cui ha spiegato il motivo per cui ha deciso di rappare il proprio disappunto.

“C’è tutto un problema culturale in Italia” ha dichiarato Aurora  “perché scommetto che non rompono solo a me, ma anche a figli di avvocati, medici e quant’altro, che hanno deciso di percorrere lo stesso percorso dei propri genitori, nonni, zii… dà fastidio l’idea che tu possa togliere, tra virgolette, il lavoro a qualcun altro. Con la differenza che se sei un personaggio pubblico e sei esposto ti rompono le scatole di più”.

Il problema di queste critiche, secondo la Ramazzotti stanno proprio nel non sense delle stesse: “Chi mi conosce, mi apprezza e mi segue sa quanto mi dia fastidio quando mi si dice: ‘Se non ti chiamassi Ramazzotti di cognome non ti cag***ebbe nessuno’: c’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato con questa frase. Se io non mi chiamassi Ramazzotti chissà chi sarei”, ha sottolineato Aurora.