Orietta Berti, il suo rimpianto più grande è un dolore indelebile

Orietta Berti ha rilasciato un'intervista al settimanale Oggi in cui ha parlato della nuova avventura con The Voice Senior e del suo rimpianto più grande

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Redazione

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Orietta Berti sta vivendo una seconda giovinezza, un momento della sua vita particolarmente florido e felice, fatto di grandi soddisfazioni lavorative che le valgono un affetto smisurato da parte dei fan. Non solo quelli della sua generazione, cresciuti con la sua voce e i suoi brani, ma soprattutto quello dei più giovani, che l’hanno eletta icona dopo la fortunata partecipazione al Festival di Sanremo 2021 e ancora di più dopo la collaborazione con Fedez e Achille Lauro per Mille, il brano simbolo della scorsa estate.

Orietta Berti, da regina dell’estate a giudice di The Voice Senior

Se con Mille Orietta ha scalato le classifiche ed è stata indubbiamente la voce più ascoltata dell’estate, per l’autunno sarà lei a scegliere quella che potrebbe essere una delle voci del futuro.
Dal 26 novembre, infatti, sarà giudice della seconda edizione di The Voice Senior, il talent condotto da Antonella Clerici su Rai Uno in prima serata dedicato a cantanti non più giovanissimi in cerca di un’occasione. Al suo fianco Gigi D’Alessio, Loredana Bertè e Clementino.

Orietta Berti, Luigi Tenco è il suo più grande rimpianto

In occasione del debutto a The Voice Senior, Orietta Berti ha rilasciato un’intervista al settimanale Oggi in cui ha confidato di avere un unico grande rimpianto: il suicidio di Luigi Tenco durante il Festival di Sanremo del 1967. All’epoca saltò fuori la notizia di un biglietto lasciato dal cantautore in cui avrebbe giustificato il suo gesto dicendo di non poter sopportare di vivere in un Paese che mandava in finale Io tu e le rose, brano con cui la Berti partecipò quell’edizione.

“Non ci ho mai creduto e mai ci crederò, ma per me è stata una pagina molto brutta della mia carriera”, racconta la cantante al settimanale. E aggiunge: “Ancora oggi non credo che lui abbia scritto quel famoso biglietto. Non credo che fosse la sua grafia, anche Sandro Ciotti, uno dei suoi più cari amici, me lo confermò: c’erano quattro errori di ortografia, errori che Tenco non avrebbe mai fatto”, dice Orietta. “Solo attraverso il mio pubblico che mi ha sostenuto sono riuscita ad andare avanti. Quella canzone fu molto amata”.