Elodie, Loredana, Matilda: perché a Sanremo 2021 vincono le donne

Sanremo 2021, la bellezza e intensità di Elodie, la bravura e ironia di Matilda, la classe di Loredana e Gigliola (70 anni): a vincere sono le donne

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L’Amica Speciale

Semplicemente #unadivoi

Sanremo 2021: un Festival condotto da un uomo (anzi due: Amadeus e Fiorello), con due terzi dei big in gara uomini, con un unico co-conduttore fisso uomo (Zlatan Ibrahimović), ma nel quale la grande differenza, la stanno facendo le donne. Artiste meravigliose, forti, talentuose, che a 20 anni, come Matilda de Angelis, a 30 come Elodie, a 40 come Laura Pausini o a 70 come Loredana Bertè e Gigliola Cinquetti sono la dimostrazione vivente che bravura, grinta e fascino non hanno età. E volano anche oltre alla bellezza, rappresentando il vero valore aggiunto

Amadeus ha scelto donne con qualcosa da dire, che lo hanno saputo fare a meraviglia.

Loredana Bertè, oltre a dimostrare di essere ancora la regina indiscussa del rock, con una voce graffiante che il tempo non ha scalfito, anzi ha reso ancora più profonda, ha portato sul palco la sua grinta, la voglia di rimettersi sempre in gioco e di dire ancora qualcosa. Con un brano nuovo di zecca: (“Figlia di..”) e un messaggio importante contro il femminicidio:  “Al primo schiaffo si denuncia”.

Matilda de Angelis, giovane attrice italiana già lanciata a livello internazionale, la prima sera ha mangiato in testa agli uomini presenti sul palco, vincendo per disinvoltura, presenza scenica, ironia.

Gigliola Cinquetti, ancora di una bellezza e di una classe senza pari, dimostrazione vivente che il suo brano più famoso “Non ho l’età” è valido tanto a 18 come a 73 anni.

Laura Pausini, da Solarolo a Hollywood, tante volte criticata – in patria –  per la sua musica leggera e commerciale, capace di diventare una divinità nell’America latina e di portarsi (e portare) a casa Grammy, World Music Award e ora pure un Golden Globe. Che dall’Ariston, emozionata come quando vi debuttò a 18 anni, dice: “Mai smettere di sognare. E di crederci”

E poi Elodie, stella indiscussa e rivelazione della seconda serata del Festival: una dea, è stata definita in rete, fisico statuario, voce meravigliosa e capacità di commuovere con un monologo che è arrivato dritto al cuore, aiuto e insegnamento per tante ragazzine di oggi.

“Sono Elodie, vengo da un quartiere popolare di Roma, realtà onesta, crudele ma anche straordinaria. Dove ci sono persone demoralizzate e arrabbiate, ed io ero una di quelle. Il mio quartiere mi ha dato tanto e mi ha tolto tanto, e non parlo solo delle privazioni materiali, ma anche della forza e del coraggio di sognare. Ho sempre voluto fare questo mestiere sin da bambina, ma mi sembrava un sogno troppo grande per me. Non mi sentivo all’altezza, non mi piaceva la mia voce e  non avevo gli strumenti. Tante volte non mi sono data una possibilità. Ma è difficile in certi contesti  focalizzarsi su quello che vuoi essere da grande, qual è il tuo sogno, che cosa puoi fare di te stessa. Poi ho conosciuto un musicista, un pianista jazz, che mi ha insegnato che nella vita e nella musica non bisogna sempre sentirsi all’altezza delle cose, l’importante è avere il coraggio di farle. Oggi essere all’altezza non è più un mio problema, perché l’altezza è solo un punto di vista”.

Loredana, Laura, Gigliola, Elodie: tutte donne che hanno dovuto combattere per mostrarsi all’altezza. La Bertè per imporsi come prima donna rock negli anni ’70, Gigliola perché non aveva l’età, ai tempi, Laura contro tutti quelli che hanno sempre storto il naso di fronte alle sue canzoni, Elodie per acquistare sicurezza e darsi una possibilità. Ma tutte hanno capito che non c’è palco, traguardo, risultato, per cui non si è all’altezza. Se si possiede talento e ci si mette forza, determinazione, coraggio, lo si è sempre. E loro, su quel palco, ce l’hanno dimostrato meglio di chiunque altro.