Una scelta che è piaciuta a molti, ad altri un po’ meno, ma Carlo Conti ne è davvero convinto. Eliminare i monologhi non è una novità, dato che era accaduto anche l’anno scorso, ma per quest’annata è stato ribadito più volte. Ma, come sappiamo, Sanremo 2025 non è un concerto ma è anche uno spettacolo televisivo che richiede ritmo, intrattenimento e i giusti messaggi che richiamano l’attenzione sulla più stretta attualità. È quello che il direttore artistico ha voluto fare invitando Noa e Mira Awad, artiste israeliana e palestinese, perché la fine di una guerra infinita non sia più un sogno per nessuno.
Noa e Mira Awad a Sanremo 2025 col messaggio del Papa
Il testo che conosciamo, quello di John Lennon, poi quello in ebraico e in arabo che cantano loro. Quest’oggi non c’è una striscia a dividere Noa e Mira Awad, che sul palco del Festival di Sanremo portano il sogno di una pace che i loro popoli non riescono a realizzare da decine di anni. Da quel 7 ottobre 2023 è passato oltre un anno, ma il conflitto tra Israele e Palestina ha radici molto più profonde e apparentemente irrisolvibili.
“Ho voluto mettere al corrente di questo momento una persona che è nel cuore di tutti noi. Le ho scritto se poteva mandare un suo pensiero ma ha fatto qualcosa di più”. E manda in onda il messaggio del Papa: “Pensando al tuo invito penso direttamente a tanti bambini che non possono cantare, che soffrono per le tante ingiustizie nel mondo, per le tante guerre e le situazioni di conflitto. La guerra distrugge i bambini, la guerra è sempre una sconfitta. Desidero vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi, e dire che la pace è possibile. Tu oggi lo stai facendo dire attraverso la musica. La musica è bellezza, è strumento di pace, è una lingua che tutti i popoli in diversi modi parlano e raggiunge il cuore di tutti. La musica può aiutare la convivenza”.
Poi si rivolge al pubblico in ascolto, che per la prima volta lo vede direttamente sul ledwall del Teatro Ariston dove la gara sta procedendo velocissima: “Rivolgo un saluto a tutti coloro che sono collegati, specialmente alle persone che soffrono. Che la musica possa raggiungere il cuore di tutti. La musica può aprire il cuore all’armonia, alla gioia dello stare insieme, con un linguaggio comune e di comprensione”.
Il messaggio di pace
“Questo progetto musicale nasce dalla crisi seguita al massacro del 7 ottobre, che ha scatenato una guerra su molteplici fronti, fisici, emotivi e ideologici, in Israele, Palestina e nel mondo intero. Il dolore e il lutto che stiamo vivendo hanno creato uno spazio per una riflessione profonda, che mi ha spinto a condividere i miei sentimenti, le mie idee e la mia visione attraverso la musica”, ha spiegato Noa a margine della pubblicazione del suo progetto The Giver, che ha appena pubblicato.
Le due artiste si conoscono da Eurovision Song Contest 2016, dove parteciparono insieme in Must Be Another Way. “Quello che sta succedendo a Gaza è inaccettabile, leader che pensano di poter sparpagliare milioni di palestinesi. Sarebbe bene che non si semplificasse la situazione, non c’è solo bianco o nero, ma è importante capire che possiamo vivere tutti insieme e in pace. Sicuramente non succederà tra la sera e la mattina, l’importante è che non non ci siano più uccisioni e bombe. Una volta che tutti gli ostaggi torneranno a casa le comunità dovranno avere il tempo di guarire. Si può fare? Si. Sarà facile? No. Ma l’alternativa qual è? Continuare con il massacro?”, ha spiegato Noa in conferenza stampa. Ed è proprio come ha spiegato Papa Francesco: la musica è in grado di fare tutto. Anche di far sognare in una pace rapida, certa e duratura. Si spera.