Luciana Littizzetto, il toccante monologo: “Non puoi fermare l’amore”

La conduttrice ha parlato di famiglie a "Che tempo che fa", lanciando un appello ai goveranti: "Pensate ai bambini"

Puntuale, talvolta anche pungente, ma sempre mettendoci il cuore: Luciana Littizzetto a Che tempo che fa spesso sale sul palco per dire la sua su questioni di attualità. E lo ha fatto nuovamente, questa volta per parlare di famiglia, di famiglie che sono composte da genitori uomo e donna e di quelle omogenitoriali. Ne è venuto fuori un monologo toccante, il cui senso si può racchiudere tutto in una, delle tanti frasi, che ha detto: “Non puoi fermare l’amore”.

Luciana Littizzetto, il monologo con due bambini a confronto

Nel tempo Luciana Littizzetto ci ha abituati alle sue riflessioni. A Che tempo che fa ha portato tematiche di attualità, argomenti importanti e spesso anche molto personali.  Proprio in questo senso, ad esempio, aveva parlato di donazione di organi commuovendosi raccontando la storia di una cara amica. Oppure era entrata nel merito dell’essere figli con due mamme quando era scoppiata la polemica attorno al caso di Peppa Pig. E, ancora, aveva detto la sua sulla 194 sottolineando che, la legge che disciplina le modalità di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, è “di tutte le donne”.

Questa volta, dopo lo stop alla trascrizione all’anagrafe di figli di coppie omogenitoriali, è intervenuta sulla questione famiglia, mettendo a confronto due storie: quella di Luca e Marta, due bambini. E se il primo è stato cresciuto in una famiglia composta da una mamma e da un papà, la seconda invece da due mamme.

“Io sono Luca e ho dieci anni. Io sono Marta e ho sette anni. Io ho una mamma e un papà, io ho una mamma e una mamma”, ha esordito Lucian Littizzetto, dando poi voce alle due storie fatte di bene, affetto e cura.

“Anche la mia famiglia mi ama – dice Luciana raccontando di Marta –  non è come le altre, ma nell’amore è uguale”. A seguire ha fatto un elenco di cose assolutamente uguali: dalle sgridate quando si comportano poco bene, a quello che si divertono a fare insieme. E poi il confronto sulla “politica”,  perché se per una coppia di genitori il Parlamento è il luogo in cui  “si decide il futuro”,  per l’altra è quello dove “si ritorna al passato”. E ancora l’Unione Europea e i valori su cui, secondo i nonni dei due bambini, si basa la Repubblica Italiana.

Infine la famiglia: “La mia è una famiglia tradizionale – fa dire a uno Luciana Littizzetto, mentre all’altra -: la mia è una famiglia arcobaleno”. “C’è qualche differenza tra la mia e la tua?”. “Purtroppo ancora sì, ma non in casa: solo all’anagrafe”.

Luciana Littizzetto, le parole sull’amore e le famiglie

Luciana Littizzetto ha voluto dare voce a due storie, due famiglie, che hanno un filo rosso a unirle: l’amore. E ha voluto sottolineare come sia quello che conta davvero. “Questi bambini vivono già nelle nostre città – ha detto – e mentre la società corre, la politica, al massimo, cammina”.

Poi ha aggiunto: “L’abbiamo detto centinaia di volte, ma forse non l’hanno ancora capito e quindi facciamo 101, come la carica: non puoi fermare l’amore, al massimo puoi fargli lo sgambetto, ma poi lui si alza in piedi e va avanti. Perché l’amore non rappresenta mai una minaccia. Mai”.

Parole semplici, che ha affidato al pubblico di Che tempo che fa. Infine Luciana Littizzetto ha aggiunto: “Quindi amici governanti pensate ai bambini: sono loro che dovete proteggere. Non discriminateli per il modo con cui sono stati concepiti o per l’identità dei genitori. E soprattutto pensate ad aiutare le famiglie, non a rendergli la vita ancora più difficile. O sembrerete come chi vuole asciugare il mare con il mocio”.