“I regali che cambiano un’esistenza”, Luciana Littizzetto commuove a “Che tempo che fa”

La conduttrice ha parlato della donazione di organi, emozionando ed emozionandosi in prima persona

Ci sono argomenti importanti per tutti, questioni che diventano di vitale importanza e scelte che possono fare la differenza. Luciana Littizzetto ha parlato dei “regali che cambiano un’esistenza” e ha commosso a Che tempo che fa con il suo monologo in cui ha preso spunto dall’esperienza vissuta da una sua amica.

Luciana Littizzetto, le sue parole commuovono a Che tempo che fa

Quali sono i regali che cambiano un’esistenza? Luciana Littizzetto ne ha parlato nel suo monologo a Che tempo che fa. Ha voluto farlo raccontando l’esperienza di una sua amica e come si sia conclusa nel migliore dei modi.

Parole che sono un vero e proprio appello volto a sensibilizzare sulla donazione di organi, facendo anche il punto sulla situazione nazionale.

Luciana Littizzetto ha spiegato: “Io ho un’amica molto cara che si chiama Paola. Un po’ di giorni fa, dopo tanta fatica, e due anni di lista di attesa, finalmente ha subito l’intervento di trapianto al centro trapianti de Le Molinette di Torino e questo grazie a una persona buona che ha donato a lei il suo fegato”.

La conduttrice ha poi fatto il punto sulla situazione nazionale. “In Italia solo l’anno scorso ci sono stati 2051 trapianti di rene, 1376 di fegato, 251 di cuore, 115 di polmone e 55 di pancreas: 3148 vite salvate”.

Numeri importanti ma che potrebbero aumentare. “Ma ci sono ancora a oggi 9233 persone in attesa di un trapianto che può salvare loro la vita. Questo significa che purtoppo la richiesta di trapianto supera di gran lunga l’offerta di organi donati”.

Luciana Littizzetto ha poi voluto sottolineare che basta una firma: “Ne facciamo tante, quella forse è la più importante. Non ci viene da firmare perché il pensiero della morte e della malattia ci fa paura e invece quella firma è un atto di coraggio che le snobba, le combatte, che ci fa sentire più forti, non fragili come sappiamo di essere. È qui nella testa che siamo forti e quello non ce lo può togliere nessuno”.

La presentatrice poi ha spiegato come si può dare l’assenso alla donazione di organi: quando si fa la carta d’identità, tramite gli sportelli della Asl, oppure tramite la tessera dell’Aido: Associazione italiana per la donazione di organi tessuti e cellule, tramite l’assenso dal medico di base, oppure con una dichiarazione su un foglio di carta.

“E poi pensate che quel semplice foglio che avete in tasca vale di più di tutti i soldi che ci sono dentro (al portafoglio, ndr) perché salverà una vita – ha detto la presentatrice –. La donazione degli organi è una delle forme più pure del bene. Un gesto d’amore disinteressato tra sconosciuti, un regalo che a noi non costa niente ma per chi lo riceve è il tesoro più grande”. Poi ha aggiunto qual è la cosa più importante: “Che quando una persona perde la sua vita, nello stesso istante ne fa rivivere un’altra o anche più di una”.

Dopo aver posto l’accento su come gli organi che vengono donati continuino a vivere, Luciana Littizzetto ha concluso con la voce rotta dall’emozione: “Ci sono i regali che fai alle persone che ami. E ci sono regali che fai a persone che nemmeno conosci ma che possono davvero cambiare un’esistenza. Come quella della mia amica Paola, che si sta riprendendo e ha la faccia felice di chi ha un fegato nuovo”.

Luciana Litizzetto, la commozione a Che tempo che fa

Luciana Littizzetto ha concluso il suo monologo con la voce rotta dalla commozione e trasmettendo le sue emozioni al pubblico. E non è la prima volta che la conduttrice lo fa: senza mettere da parte la sua verve comica, riesce a toccare i cuori quando affronta argomenti importanti. Lo ha fatto in una lettera al Creatore contro la guerra, ma anche per intervenire sul caso Peppa Pig, spiegando al Festival della Comunicazione di Camogli: “La normalità sono due mamme che hanno un bambino, non è il nonno che dorme sulla poltrona”.

Sempre attenta alle questioni più attuali, Luciana Littizzetto riesce a cogliere il punto e a emozionare attraverso le parole: poche, giuste e profonde.