“Vogliamo continuare a cantare, a ballare, a ridere e ad innamorarci”, la lettera al Creatore di Luciana Littizzetto

Caro Creatore, la commovente lettera di Luciana Littizzetto contro la guerra che ci ricorda quanto la vita può tornare a essere bella

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Redazione

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“Ci sono cose da non fare mai, né di giorno, né di notte, né per mare, né per terra: per esempio, la guerra” scriveva Gianni Rodari nella sua meravigliosa Promemoria. Una poesia fatta di parole semplici, ma dal significato immenso, che spiega la guerra ai bambini, che racconta in poche parole tutto quello che noi adulti già sappiamo, ma che evidentemente siamo destinati a dimenticare.

Perché la guerra è orrore. Orrore negli occhi dei bambini, nei saluti e negli addii, nelle foto condivise, nelle grida, nelle richieste di aiuto accolte e non ascoltate, nelle case lasciate, nei ricordi che sembrano destinati a sbiadire come foto in bianco e nero. La guerra è l’orrore della terra, dei campi e delle coltivazioni, è l’orrore del cielo perché la polvere da sparo e le nuvole delle esplosioni oscurano il sole. E senza sole è facile smarrirsi nel dolore e nella sofferenza.

E mentre la Russia invade l’Ucraina, vale davvero la pena chiedersi chi potrà fermare tutto questo. Una domanda che trova  la sua risposta nei carnefici e nelle vittime.

Celebrities, influencer, personaggi televisivi e celebri si interrogano su quanto tutto questo finirà, su quando potremmo tornare a cantare, a ballare, a ridere, a mangiare gelato e ad innamorarci come ha fatto Luciana Littizzetto che, seduta sul tavolo della trasmissione Che tempo che fa, ha letto la sua lettera. Il destinatario è il Creatore, al quale in maniera ironica, ma profonda e intensa, la comica e conduttrice televisiva ha chiesto di porre fine a questa guerra.

Una lettera che è anche una preghiera, un monito per non dimenticare gli orrori delle grandi guerre passate che rischiano di perpetuarsi. Una lettera che in pochi giorni è diventata virale e che oggi condividiamo con voi.

Caro Creatore, Re del cielo e della terra, titolare dell’aldilà, Mano protagonista dell’omonimo film di Sorrentino, Tu che sei in tutti i luoghi ed in tutti i laghi più di Scanu e del Wi-Fi. Forse dovrei chiamarti altissimo ma mi sembra la pubblicità di un’acqua minerale. Tu che hai creato tutti gli esseri viventi da Javier Barden, ai vermi della pera, fino più in basso a Fabio Fazio. Tu che sei infinitamente buono, sempre sei stato e sempre lo sarai, abbassa la Testa e guardaci ci vedi? Siamo i tuoi figli, tristi e sfiduciati da più di due anni. Lo so che per te due anni solo una soffiata di naso, ma per noi che abbiamo il metabolismo lento sono tanti. Se allontani lo sguardo a chilometri da qui ci sono i Tuoi figli che sono in mezzo le bombe e piangono e tremano.

Da lassù, oltre le nuvole non ti andrebbe di vederci di nuovo felici? Siamo stanchi caro capo, Word Creator, lo dico in inglese a Te che tutto sai. Anche Maria, l’altra, alterna storie tristi a storie allegre. Fallo anche Tu per noi perché vorrei dirti Con umiltà di timor di Dio prima non era così. Dopo il diluvio hai detto basta, hai fatto spuntare l’arcobaleno, non è che dopo smesso di piovere hai mandato le termiti del legno sull’arca. Dopo le cavallette non hai subito fatto partire la tempesta di noci di cocco e l’eruzione di sogliole avvelenate ci hai lasciato tirare il fiato e invece stavolta mazzate una dopo l’altra raffica, compreso quel virus che per anni hai creato hai fatto scorrazzare il nostro naso i nostri polmoni. Per questo ti chiediamo con tutto il cuore: fai rinsavire Putin. Non ti dico del tutto, non ti dico di farlo diventare Suor Cristina ma almeno che non il tempo a mettere in fila carrarmati come gnocchi fatti in casa. Così come mia madre mi obbligava a mettere a posto la stanza urlando: Tu hai fatto il casino e tu metti a posto, così umilmente il rispettosamente ci sentiamo di chiederTi: Tu hai fatto Putin e adesso mettilo a posto.

Mettigli una mano sulla fronte e che ne ha tanta di fronte, Putin è tutta fronte e digli: Basta, basta così. Prendilo per le orecchie, scuotilo forte come si fa con il Moscow mule fino a che il neurone non imbrocchi la strada giusta. Fai capire a Putin che chi scatena una guerra è glorioso solo per un minuto ma poi nei libri di storia rimane un boia per sempre. L’Italia ha mandato di Maio a fare da paciere ma non ci è riuscito. Fa quel che può anche lui contando che fino a poco fa pensava che il Donbass fosse il nome di un dj russo o di un prete di bassa statura.

Ferma Putin immensità nostra oppure parla con il suo angelo custode lo riconosci subito, ha i Ray-Ban neri e un kalashinikov sotto l’ala. Parlaci, convincilo a far finire questa guerra, vogliamo tutti vivere sia i Russi che gli Ucraini, vogliamo continuare a cantare, a ballare, a ridere, a mangiare il gelato ad innamorarci, a sognare, a pagare il mutuo, a fare i figli, vederli crescere, anche quelli degli altri. Morire sì ma quando è ora, nel nostro letto, nel momento in cui l’hai scelto e non andare via ammazzati dalle bombe, dalle granate. Mi piacerebbe poter tornare a goderci i tramonti e le albe, compresa la Parietti. Vogliamo un mondo di pace dappertutto anche nelle delazioni dei 5Stelle.

C’è un signore che da poco è arrivato lì da te e che ci manca tantissimo. Lo riconosci perché si chiama Gino, ha l’accento milanese, i capelli scompigliati e probabilmente Ti ha parlato dell’Inter e di una certa Emergency. Ecco lui diceva nelle guerre il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai tenuto in mano un facile, che non sanno nemmeno perché gli arriva in testa una bomba. E poi ripeteva se la guerra non sarà buttata fuori dalla storia degli uomini, sarà la guerra a buttare fuori gli uomini dalla storia. Ecco noi la pensiamo come lui, ti prego anche stavolta liberaci dal male. Tua Luciana.