Luciana Littizzetto a Gasparri: “La legge 194 non si tocca. È delle donne”

"Caro Maurizio, la 194 non si deve toccare. Perché la 194 non è mia, non è tua, non è né di destra né di sinistra, la legge 194 è di tutte le donne"

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

I diritti delle donne, quelli conquistati faticosamente dalle battaglie condotte negli anni, sono sotto attacco ovunque, e da molteplici punti di vista. Anche in Italia.

A essere messa in discussione, ancora una volta nel nostro Paese, è la legge 194, quella che disciplina le modalità di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. C’è chi propone di modificarla, chi di integrare delle parti e renderla così più completa a discapito, però, delle stesse donne.

È per questo che Luciana Littizzetto è intervenuta. Lo ha fatto con una lettera indirizzata direttamente a Maurizio Gasparri e al suo Disegno di Legge che ha come obiettivo quello di introdurre la capacità giuridica dal momento della nascita. La comica, attrice e conduttrice italiana ha approfittato della sua presenza come ospite fissa alla trasmissione Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio, per sottolineare qualcosa che sfugge ancora ai politici italiani e ai loro sostenitori, e cioè che la legge non è né di destra, né di sinistra. Ma è di tutte le donne.

La legge 22 maggio 1978

Nel 1978, con la legge n° 194 del 29 maggio, entravano in vigore nel nostro Paese tutte le normative che garantiscono l’accesso all’aborto. Prima di quella data, invece, l’interruzione volontaria di gravidanza, in ogni sua forma e per ogni motivo, veniva considerata un reato.

Con l’emanazione della legge è stata vinta una battaglia portata avanti da tutte le donne che hanno sempre e soltanto rivendicato un diritto che gli appartiene: quello di scelta. E allora perché, nonostante i passi avanti, c’è chi spinge per tornare indietro?

È successo in America, dove l’aborto non è più un diritto costituzionale. Succede in Ungheria dove il governo ha stretto la morsa, obbligando tutte le donne che scelgono di interrompere in maniera volontaria una gravidanza ad ascoltare il battito del feto. E succede anche in Italia dove, a causa dell’alto numero di obiettori di coscienza, in alcune regioni dello stivale è diventato quasi impossibile abortire.

E come se questo non bastasse, ci pensa anche la proposta di un disegno di legge che propone di modificare l’articolo 1 del Codice Civile, con l’introduzione dell’acquisizione della capacità giuridica del concepito. Una legge, questa, che se venisse approvata, modificherebbe inevitabilmente anche la legge 194.

Le parole di Luciana Littizzetto

È proprio in riferimento a quanto proposto su questo Disegno di Legge, che Luciana Littizzetto è intervenuta in occasione della puntata di Che Tempo che Fa andata in onda domenica 23 ottobre leggendo una lettera indirizzata proprio a Maurizio Gasparri.

“La legge 194, è quella che garantisce il diritto all’aborto, e sottolineo, Non invita a farlo. È una legge del 1978, nata da un referendum, è una buona legge ma se cominci a metterci mano e a svuotarla perde il suo equilibrio e crolla. Dare il riconoscimento giuridico al feto significa che sia la donna che il medico potrebbero essere accusati di omicidio” ha affermato la comica.

“Caro Maurizio che sei maschietto, come fai a sapere meglio di una donna cosa è bene o non è bene fare?” – Ha poi continuato la Littizzetto – “La 194 è una legge che allarga i diritti e non li restringe, che non toglie nulla a chi l’aborto non lo vuole fare e concede la possibilità a chi invece non vede altra strada. Chi siamo noi per giudicare una scelta così dolorosa? Come posso sapere io come si sente una donna violentata che porta in grembo il frutto di quello strazio? Come posso sapere io come si sente una donna alla quale il medico ha detto che il bambino che sta crescendo dentro di lei dovrà vivere una vita intera di sofferenza? Come posso sapere io come si sente una ragazzetta di 15 anni che cercava amore e si è ritrovata mamma per errore? Come posso sapere io come si sente una donna sola, senza soldi, magari con altri figli che già non riesce a sfamare.  E come posso sapere io come si sentono un sacco di altre donne che scelgono di non essere mamme per chissà quali motivi. Non lo so. Ma una cosa la so. So che basta un attimo Gaspy (Gasparri, ndr) per tornare indietro di anni e ricominciare con i ferri da calza“.

“Quindi lo dirò forte e chiaro – ha concluso Luciana Littizzetto – “La 194 non si deve toccare. Perché la 194 non è mia, non è tua, non è né di destra né di sinistra, la legge 194 è di tutte le donne.  Grazie mille Gaspy per avermi ascoltato, spero che questo sia solo il primo giorno di mille giorni di te e di me. Per sempre tua. Lucianina”.