Belve, pagelle della quinta puntata: Bianca Balti spudorata (10), Fagnani perde gli artigli (6)

Nella puntata del 3 giugno ospiti di Francesca Fagnani a Belve sono stati Bianca Balti, Guè e Lucrezia Lante della Rovere

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

Pubblicato: 4 Giugno 2025 07:00

Nella serata post-festiva di martedì 3 giugno, è andata in onda l’ultima puntata di questa stagione di Belve, l’irriverente show ideato e condotto da Francesca Fagnani. Una chiusura in grande stile, con il ritorno di una delle “belve” più apprezzate delle scorse edizioni: la bellissima (ma ancor più divertente) Bianca Balti. Sotto le grinfie della pungente conduttrice, arrivano anche Guè e Lucrezia Lante della Rovere.

Bianca Balti senza freni. Voto: 9

Dalle top model ci si attende un atteggiamento algido, altero, magari un po’ snob. Le top model sono figure aliene, che camminano (anzi sfilano) qualche metro più in su di noi comuni mortali. Alle top model è richiesto di essere belle, anzi bellissime, eleganti e affascinanti. Bianca Balti è, ad oggi, la più grande top model italiana, ma non possiede quasi nessuno dei sopracitati requisiti. Bianca Balti è spontanea, scanzonata, a volte goffa e molto spesso buffa. È una che pensa solo dopo aver parlato, ma non ritratta mai ciò che dice perché, in ogni caso, quel che esce dalla sua bocca perfetta è la pura verità. Non ha paura del giudizio e stasera lo ha dimostrato ancora di più. Si prende in giro sulle dichiarazioni della sua ospitata precedente, “voglio specificare che non mi piacciono tutti i peni, solo quello del mio fidanzato”. Si schernisce affermando di dire un sacco di “ca**ate”.

Parlando, però, pur mantenendo inalterato lo splendido sorriso, rivela una sicurezza di sé frutta di una neoacquisita maturità. Non ha paura di ammettere di essere una modella più brava di parecchie altre (“ho una luce diversa”) e di aver avuto “il sedere più bello della moda”. Spocchiosa, però, non può risultare mai. Perché confessa che adesso il sedere è costretta ad allenarlo, che per le critiche della mamma ci va ancora in terapia e che con la truccatrice sa essere “una vera rompipalle”.

Ha la voce da bimba e gli occhi da cerbiatta, a corredare una mente affilata ed empatica. Parla a nome di tutte le donne quando racconta delle violenze subite da giovane, “lasciamo che siano gli altri a dirci se una cosa è sbagliata”. Si assume le proprie responsabilità, la tendenza alla dipendenza e gli errori commessi, ma li analizza con la precisione di chi i compiti assegnati dall’analista li ha compiuti a dovere. Anche gli argomenti più duri, con lei suonano lievi, racconta della dipendenza dall’eroina con la forza di una sopravvissuta: “Sono molto fiera di me. Non avevo paura di morire perché, se fai quelle cose, sotto hai già voglia di morire”.

“Mi piace la possibilità di poter mandare dei messaggi”: così risponde quando Francesca Fagnani le chiede cosa le piace del successo. E di messaggi di forza e coraggio, da quando ha scoperto di essere affetta da un tumore, ne ha lanciati tanti. Ma le piace anche “ricevere tanti vestiti in regalo”. Perché Bianca Balti è così, la prova vivente (e splendente) che si può essere profondi pur restando leggeri.

Guè smonta (quasi) il cliché. Voto: 5

A onore del vero, bisogna ammettere che colei che è stata incaricata di scrivere queste pagelle non ha mai avuto simpatia per Guè Pequeno, oggi solo Guè. A fine puntata, il parere è cambiato? Ni, se l’antipatia non è svanita, è stato necessario rivalutare, almeno un po’, il personaggio. Cosimo Fini scrive in modo sessista, litiga sui social e sventola le banconote. Tuttavia, è ben lontano da colleghi come, giusto per citarne (senza fare nomi) qualcuno, i due accoppiati con arcinote influencer. “Non sono malato di fama”, lo dice e, forse, è vero.

Tiene alta la bandiera del rapper duro e crudo, ma il suo sembra essere un personaggio posticcio. Guè più che famoso vuole essere ricco e ha capito che per fare i soldi è necessario sottostare allo schema. Difficile, tuttavia, resistere alle lusinghe della fama e, nonostante il cervello che non manca, a volte ci casca anche lui, che si definisce in modo convinto “artista”. Stupido è chi lo stupido fa diceva la mamma di Forrest Gump, rapper è chi il rapper fa potremmo dire per Guè. Più di un 5, però, non glielo diamo.

Lucrezia Lante della Rovere irrimediabile duchessa. Voto: 6

Di essere duchessa, Lucrezia Lante della Rovere quasi si vergogna. I titoli nobiliari li tiene nascosti come un feticcio ormai fuori moda, ma per il timore di apparire anacronistica più che per convinzione. Puoi togliere il titolo nobiliare da una ragazza, ma non puoi togliere una ragazza dalla nobilità. L’aspetto è quello procace di una showgirl Anni ’80, ma l’atteggiamento è quella di una dama di palazzo.

Anche i ricchi piangono e anche i nobili, soprattutto i nobili, devono avere a che fare con genitori problematici. Per la mamma Marina Ripa di Meana, defunta nel 2018, è spietata come solo una figlia ferita più esserlo, sincera come sanno esserlo in pochi. Non aveva bisogno di lavorare, ma è finita a fare l’attrice e anche lei, come Michele Morrone, si lamenta del famoso “circoletto” del cinema italiano. Non è da duchessa sporcarsi le mani con tali pettegolezzi, Lucrezia si salva in corner per via di una grazia innata che la fa sembrare la protagonista di un film in costume qualsiasi cosa dica. A ridosso del 2 giugno, viva la Repubblica, ma ben vengano le nobil donne capaci di intrattenerci.

Francesca Fagnani è diventata tenera? Voto: 6

Se Belve è un format che funziona è perché concede al pubblico il piacere di fare i bulli senza sporcarsi le mani, a scoccare frecciatine per noi ci pensa Francesca Fagnani. O, almeno, lo faceva. L’ultima stagione di Belve ha visto la sua conduttrice decisamente più morbida e ancor di più lo è stata in questa puntata finale. Non biasimiamo l’essere vittima del fascino allegro di Bianca Balti, ma con un pezzo duro come Guè o una nobil donna come Lucrezia Lante della Rovere, ci saremmo aspettati degli artigli più affilati. In un mondo di politicamente corretto e buone maniere, Francesca è il nostro spiraglio di sana cattiveria. Non lasciate che la nostra belva si trasformi in un micio, noi in una buona fede continuiamo a promuoverla.