Belve, il problema dei “belli che non ballano” (come Michele Morrone)

Belve è la dimostrazione che le donne spiccano per sincerità e coraggio di metterci la faccia, rispetto a tanti sex symbol accecati dal proprio ego

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Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Pubblicato: 21 Maggio 2025 10:24

A stagione quasi terminata, lo possiamo dire con certezza: Belve è la dimostrazione che le donne volano alto per sincerità e coraggio (di metterci la faccia), rispetto a tanti belloni che quando aprono bocca perdono gran parte del loro sex appeal, accecati dal proprio ego e impegnati in una auto-adulazione che finisce per demolirli completamente.

Paola Iezzi, Floriana Secondi, Sabrina Impacciatore versus Alessandro Preziosi, Fabio Volo, Michele Morrone (per tacer di Mammucari). A Belve le donne svettano per onestà e soprattutto coraggio di mettersi veramente a nudo rispetto a uomini troppo impegnati ad accarezzare il proprio ego a flirtare -malamente  – con la conduttrice, a sottolineare la propria grandezza artistica con il risultato di risultare semplicemente boriosi o presuntosi.

L’ultimo bellone di turno, Michele Morrone, “divo internazionale” grazie ad una serie cult erotica polacca, 365 giorni,  e ad alcuni spot  D&G, senza nemmeno aver timbrato fama in patria, e sex symbol acclamato, è riuscito con una paio di battute iniziali  (“Non amo far parte del circoletto italiano, artisti sinistroidi con le boiserie pure nel cu*”) e con il capolavoro finale (“Meglio di me in Italia solo Borghi”) a rendersi inviso non solo al pubblico che non lo conosceva ma anche a quello, soprattutto femminile, che lo aveva visto in copertina o in platea di qualche sfilata, tra Kate Moss e Naomi Campbell, e pensato: “Ammazza che figo”.

Michele Morrone a Belve
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Michele Morrone a Belve

A parte alcuni piccoli momenti in cui è trapelata un po’ di umana sincerità, quando ha raccontato la discesa nelle dipendenza dovuta alla separazione dalla compagna e all’allontanamento dei figli, l’impressione che resta di lui è quella di una artista motivato più che dalle qualità e dal talento, dalla voglia di arrivare e dimostrare che “se vuoi, puoi”, alla faccia di tutti quelli che lo hanno sempre sottovalutato. Anche passare da vendere aspirapolveri porta a porta ad essere famoso come i Rolling Stones, senza aver davvero capito quale sia la propria cifra stilistica, se la recitazione, il canto, la moda. Alla faccia del circoletto snob. E soprattutto, sacrificando affetti pur di raggiugere la fama. Fedele a quel “FGM” (il fine giustifica i mezzi) tatuato sulle labbra.

Sorvolando sul disastro Mammucari, sulla spocchia di Preziosi e sul triste tentativo di seduzione della Fagnani da parte di Fabio Volo, del gruppo salviamo solo Raz Degan, talmente estraneo agli schemi e sinceramente fuori dal coro (per vita ascetica e convinzioni ideologiche) da risultare realmente genuino e anche tenero.

E quando subito dopo Morrone entra Floriana Secondi, con la sua veracità e travolgente simpatia coatta, che dopo aver raccontato della sua infanzia in orfanotrofio (“Pensavo che i miei non mi volessero perché sembravo un maschietto ed ero brutta”), si rifiuta comunque, nonostante tutto,  di parlar male della madre, racconta di aver perso tutti i soldi vinti al Grande Fratello, di aver portato il figlio dall’esorcista perché le sembrava nato vecchio, manda il pubblico in studio e a casa in visibilio raccontando della differenza tra treno e aereo in fatto di “espletamento dei bisogni ” e a domanda “Quale è stato il giorno più bello della tua vita?”, risponde decisa “L’8 maggio”, “Quando è nato tuo figlio?”, “Ma che sei matta, quando ho vinto il GF, del parto ho solo ricordi terribili, è una sofferenza tremenda!”. Ecco, capiamo perché le donne, da lei alle sorelle Bruni, Carla e Valeria,  da Nathaly Guetta a Sabrina Impacciatore escano vincenti e spesso migliori di come le si immaginava. Perché non hanno paura di mostrare davvero le proprie fragilità, antepongono la verità al loro ego e ci mettono la faccia, nel bene nel mare. Risultando anche buffe, strampalate (vero Sabrina?) ma quasi mai narcisiste o presuntuose. La verità, anche a costo di mostrare le proprie debolezze, contro l’egocentrismo di tanti uomini, che finisce con offuscare e confondere anche bellezza e talento.