Miocardite: cos’è, cause, sintomi

La miocardite è un’infiammazione del tessuto muscolare cardiaco che può mettere a dura prova la salute del cuore. Scopri come riconoscerla e come trattarla in modo corretto

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Il nostro organismo deve il suo funzionamento al lavoro incessante di tutti gli organi e apparati che lo costituiscono. Questi devono il loro sostentamento, principalmente, al cuore. Tuttavia, proprio come per ogni distretto del corpo, anche questo organo può essere interessato da diverse condizioni che ne possono provocare un malfunzionamento.

Per proteggerlo dalle patologie che possono interessarlo, è di fondamentale importanza la prevenzione che, come ci ricordano le numerose campagne di sensibilizzazione, è a tutti gli effetti un’azione determinante per aspirare a una vita longeva. D’altronde, sappiamo bene che le malattie cardiovascolari sono al primo posto come causa di decesso nel mondo. Inoltre, molte di esse, e tra queste la miocardite, non sempre si rivelano con dei sintomi specifici. Un fattore questo, che può portare a tardare la diagnosi, mettendo così in pericolo la nostra salute.

Che cos’è la miocardite

La miocardite è un’infiammazione del miocardio, ovvero il tessuto muscolare del cuore. Si tratta di una condizione rara che, in alcuni casi, può essere molto grave: indebolisce il cuore e ne compromette il funzionamento, riducendo la capacità di quest’organo di pompare il sangue. La miocardite può essere:

  • acuta, quando ha una breve durata;
  • cronica, quando i sintomi perdurano e ricompaiono in un secondo momento dopo un episodio di miocardite acuta.

È una malattia che può colpire chiunque, anche se è più frequente nei soggetti al di sotto dei 50 anni d’età. In buona parte dei casi, la miocardite, se correttamente riconosciuta e trattata, non lascia danni cronici; in altri però, ovvero quando l’infiammazione è importante, il muscolo cardiaco può riportare un malfunzionamento a lungo termine. Inoltre, la miocardite può colpire il sistema elettrico del cuore causando diversi tipi di aritmia.

Miocardite e pericardite

Ci sono casi in cui la miocardite si verifica insieme alla pericardite, ovvero l’infiammazione della membrana che riveste il cuore (pericardio). Quando questo accade si parla di miopericardite. I sintomi sono simili a quelli della miocardite, ma il dolore al petto potrebbe essere meno forte quando ci si piega in avanti e peggiorare da sdraiati.

Cause della miocardite

In linea generale, non si conoscono le cause specifiche che portano allo sviluppo della miocardite. Alcuene tra le possibili cause di questa patologia sono:

  • infezioni fungine, come la candidosi;
  • l’esposizione a sostanze tossiche;
  • infezioni di natura batterica, causate dal batterio Staphylococcus aureus o dallo Corynebacterium diphteriae, responsabile della difterite. Nello specifico, la tossina prodotta dal batterio della difterite provoca un’alterazione del cuore che tende ad ingrossarsi. In queste condizioni, l’organo non riesce a pompare il sangue in modo efficiente;
  • infezioni virali, come il raffreddore e l’influenza. Tra i virus responsabili rientrano l’adenovirus, il coxsackievirus, il virus Epstein-Barr, l’HIV, l’Herpes virus umano 6, il virus varicella zooster, il SARS CoV-2;
  • una reazione avversa all’assunzione di alcuni farmaci;
  • punture di insetti tra cui ragni e zecche. Queste ultime infatti, possono trasmettere il batterio Borrelia burgdorferi, provocando la malattia di Lyme, a sua volta possibile causa di miocardite;
  • malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide e il lupus, in cui il sistema immunitario attacca il corpo.

Sintomi della miocardite

Come accade frequentemente anche in altre condizioni che interessano il cuore, come ad esempio l’ipertensione, anche la miocardite potrebbe manifestarsi con dei sintomi non specifici. Questo può accadere soprattutto nelle forme meno gravi. Spesso, infatti, la miocardite viene rilevata a seguito dell’esecuzione di altri esami oppure si rilevano tracce di episodi pregressi.

In alcuni casi invece, ci sono segnali spia della sua presenza che possono indicare la presenza di problemi cardiaci. Questi includono:

  • dolore e senso di oppressione al petto, sia a riposo che in attività;
  • affaticamento;
  • stanchezza;
  • sintomi che ricordano quelli dell’influenza (dolori articolari/muscolari, mal di testa, febbre);
  • battito del cuore accelerato e irregolare;
  • fiato corto;
  • gonfiore a gambe, caviglie, piedi.

Può accadere che questi sintomi inizino a manifestarsi anche a distanza da un evento infettivo acuto, quando questo magari è già stato risolto. Questo accade perché il sistema immunitario reagisce in modo eccessivo al virus provocando un’infiammazione che resta attiva anche dopo aver eliminato il virus stesso.

Diagnosi della miocardite

La diagnosi di miocardite avviene grazie ad una visita specialistica in cui viene valutata la storia clinica del paziente, la presenza di eventuali sintomi. È di particolare interesse per il medico la presenza di recenti episodi di infezione, non dimenticare di comunicarli!

Il medico può poi richiedere l’esecuzione di esami più approfonditi:

  • l’ecocardiogramma, per rilevare l’immagine del cuore e delle sue strutture;
  • l’elettrocardiogramma (ECG), utile per rilevare l’attività elettrica del cuore;
  • le analisi del sangue, per verificare la presenza di anticorpi e di infezioni;
  • una radiografia del torace. Questa mostra un’immagine del cuore, dei polmoni e di altre strutture del torace, da cui si possono apprendere diverse informazioni, tra cui la forma e la dimensione del cuore. Può inoltre rilevare l’eventuale presenza di liquido all’interno o in prossimità del cuore, fattore che potrebbe essere correlato all’insufficienza cardiaca.
  • la risonanza magnetica. Quest’ultima è utile per rilevare lo stato infiammatorio del tessuto cardiaco e per monitorare il suo andamento, anche successivamente.
  • la biopsia miocardica. In casi estremamente rari, per confermare la diagnosi di miocardite, può essere svolto un esame invasivo e non privo di rischi, che consiste nel prelevare un campione di tessuto muscolare cardiaco per poi analizzarlo.

Per escludere altre cause di natura cardiaca, lo specialista potrebbe richiedere di effettuare una angiografia.

La miocardite è pericolosa?

Se non diagnosticata in tempo e trattata in modo corretto, la miocardite può portare a importanti complicazioni. Se si manifestasse in modo grave, potrebbe mettere in pericolo la vita del soggetto, poiché può portare allo sviluppo di infarto, ictus, insufficienza cardiaca, in cui il cuore ha difficoltà nel pompare il sangue. Per questi motivi è importante non sottovalutare eventuali campanelli d’allarme che possono far sospettare la sua presenza e contattare il proprio medico o i servizi di emergenza quanto prima.

Trattamenti della miocardite

La strategia terapeutica più efficace sarà valutata dallo specialista, dopo un’analisi attenta dei risultati degli esami eseguiti e tiene conto della sintomatologia e della causa scatenante. I trattamenti di solito includono un periodo di riposo generale e l’assunzione di:

  • antibiotici, se la miocardite è causata da un’infezione;
  • farmaci cardiologici;
  • antidolorifici.

La miocardite migliora astenendosi dalle attività intense (di solito per circa 3-6 mesi) come possono esserlo gli sport agonistici e gli esercizi prolungati che potrebbero affaticare il cuore, ritardandone o impedendone la guarigione. In generale, è sempre bene seguire i consigli del proprio medico e non agire di propria iniziativa nella scelta delle attività da compiere. Inoltre, è sempre bene seguire i comportamenti tipici di una vita sana: evitare di fumare, di consumare alcolici e bevande contenenti sostanze stimolanti, come la caffeina. L’alcol in particolare può aumentare il rischio di sviluppare aritmie e indebolire il cuore, già provato dall’infiammazione.

Una volta concluso il trattamento, è importante seguire le indicazioni mediche e tornare successivamente per dei controlli, anche se non si avvertono più i sintomi. Questo sarà utile per monitorare l’andamento dell’infiammazione e assicurarsi che la terapia abbia effettivamente apportato benefici. Nel frattempo, introdurre dei cambiamenti nello stile di vita che supportino la buona salute del cuore, può essere utili per prevenire un’eventuale recidiva. Il medico potrebbe quindi raccomandare di:

  • preferire una dieta sana, riducendo al minimo l’utilizzo del sale;
  • evitare fumo e alcol;
  • astenersi da sport agonistici e sforzi fisici importanti.

Diversamente, se i sintomi persistono, diventa fondamentale riparlarne con il medico e valutare il passo successivo. Nei casi più gravi, il paziente potrebbe aver bisogno di una terapia farmacologica duratura nel tempo, di dispositivi impiantati o di interventi chirurgici.

Miocardite a cellule giganti

Si tratta di una malattia rara che colpisce solo pochi individui l’anno. La diagnosi è possibile solo dopo aver eseguito una biopsia cardiaca. Il trattamento prevede la prescrizione di farmaci corticosteroidi e di immunosoppressori, funzionali nel prevenire eventuali complicazioni – come aritmie e insufficienza cardiaca – e a ridurre lo stato infiammatorio del cuore. La terapia farmacologia è utile per ritardare un trapianto al cuore che, il più delle volte, si rende necessario in presenza di una miocardite a cellule giganti.

Come prevenire la miocardite

Non è possibile prevenire la miocardite, ma adottare alcuni semplici comportamenti può contribuire a ridurre il rischio di contrarre un’infezione. Eccone alcune:

  • lavarsi le mani di frequente;
  • evitare il contatto diretto con soggetti malati, o eventualmente utilizzare un dispositivo di protezione come la mascherina;
  • astenersi da rapporti sessuali non protetti, per limitare il rischio di contrarre le patologie sessualmente trasmissibili.

In conclusione, la miocardite è un’infiammazione del cuore provocata da cause note (virus, batteri…) o meno. Non sempre presenta una sintomatologia specifica e quando viene diagnosticata, si risolve – nella maggior parte dei casi – assumendo i farmaci indicati e non sovraffaticando il cuore.

Questo organo, che ci permette ogni giorno di compiere anche le più piccole azioni, ha bisogno di molte cure, specie quando presenta dei campanelli d’allarme. Prendersi cura di sé stessi e della propria salute in generale, aiuta il cuore a mantenersi in forma e permette di svolgere in modo efficiente tutte le sue funzioni.

 

Fonti bibliografiche