Sindrome del cuore infranto: cos’è e sintomi

La sindrome del cuore infranto è una condizione temporanea causata da stress intenso, che provoca sintomi simili a quelli di un attacco cardiaco.

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Il cuore è un organo tanto importante quanto complicato e può essere interessato da differenti patologie. Senza dubbio una delle più evocative, anche per il suo appellativo, è la sindrome del cuore infranto. Come funziona il cuore e cos’è la sindrome del cuore infranto?

Cuore: come funziona

Il cuore è il motore della circolazione sanguigna e svolge un ruolo vitale nel trasportare il sangue ricco di ossigeno dai polmoni alle cellule dei tessuti e degli organi e il sangue ricco di anidride carbonica prodotta come sottoprodotto del metabolismo cellulare verso gli organi deputati alla sua purificazione.

Quest’organo cavo è diviso in quattro camere, due superiori definite atri e due inferiori chiamate ventricoli, ed è circondato dal pericardio, un foglietto sieroso con funzione strutturale e che consente il movimento senza attrito dell’organo. Il suo tessuto muscolare, il miocardio, è costituito da miocardiociti che generano l’impulso elettrico necessario per farlo contrarre ritmicamente, dando luogo al battito cardiaco.

Le quattro valvole del cuore assicurano che il flusso sanguigno avvenga in un’unica direzione, evitando il reflusso. Il sangue viene inviato ai polmoni per l’ossigenazione tramite l’arteria polmonare e riportato al cuore attraverso le vene polmonari. Da qui, il sangue ossigenato viene pompato nell’aorta, l’arteria principale del corpo umano, per essere distribuito a tutto l’organismo.

Durante l’attività fisica, il cuore aumenta la sua capacità di pompare sangue per soddisfare il maggior fabbisogno dei muscoli. Il ciclo cardiaco, che consiste in due fasi definite diastole e sistole, si ripete circa 70 volte al minuto a riposo.

Le arterie coronarie forniscono al cuore il sangue e l’ossigeno di cui ha bisogno per funzionare correttamente. Quando queste arterie si restringono o si occludono, può verificarsi un’ischemia del miocardio, che può portare a un infarto miocardico o ad altre complicazioni cardiache come aritmie o patologie valvolari.

Funzionamento del cuore

La contrazione del cuore è un processo altamente organizzato e controllato, che avviene attraverso una sequenza ritmica di impulsi elettrici che si propagano lungo percorsi specifici all’interno dell’organo. Questa sequenza assicura una funzione corretta del sistema cardiaco e una flusso ottimale del sangue attraverso ciascuna camera cardiaca.

Il processo inizia a livello del nodo senoatriale, situato nell’atrio destro, che genera un impulso elettrico. Questo impulso si diffonde attraverso gli atri destro e sinistro, causandone la contrazione. Successivamente, l’impulso raggiunge il nodo atrioventricolare, dove subisce un lieve rallentamento. Da qui, l’impulso prosegue lungo il fascio di His, che si divide in due rami: uno per il ventricolo destro e l’altro per il ventricolo sinistro. Infine, l’impulso si diffonde attraverso le cellule muscolari dei ventricoli, causandone la contrazione e il conseguente pompaggio del sangue.

La frequenza cardiaca, ossia il numero di battiti cardiaci al minuto, è regolata dalla velocità con cui il nodo senoatriale genera gli impulsi. Questa velocità può essere influenzata dal sistema nervoso autonomo, attraverso due componenti principali: il sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso parasimpatico.

Il sistema nervoso simpatico, che include il plesso simpatico, agisce tramite l’azione degli ormoni adrenalina e noradrenalina, rilasciati dalle ghiandole surrenali e dalle terminazioni nervose. Questo sistema accelera la frequenza cardiaca quando il corpo ha bisogno di una maggiore disponibilità di ossigeno, come durante l’attività fisica.

Il sistema nervoso parasimpatico, attraverso la funzione del nervo vago, agisce rallentando la frequenza cardiaca quando il corpo ha bisogno di meno ossigeno, come durante il riposo.

Grazie a questo fine sistema, sottoposto ad una rigorosa regolazione, è possibile che il  ritmo cardiaco si adatti alle esigenze metaboliche contingenti dell’organismo.

Sindrome del cuore infranto: cos’è e quali caratteristiche ha

Molto romanticamente definita “Sindrome del cuore infranto”, la Sindrome di Tako-Tsubo è una rara condizione cardiaca caratterizzata da insufficienza cardiaca acuta, spesso scatenata da uno stress emotivo o fisico.

Il nome deriva dalla particolare conformazione che assume l’apice del ventricolo sinistro in questa patologia che ricorda il cesto utilizzato tradizionalmente dai pescatori giapponesi (tsubo) per la pesca del polpo (tako).

Le anomalie nel movimento delle pareti del cuore tendono a risolversi entro alcuni mesi. I sintomi possono essere simili a quelli della sindrome coronarica acuta (SCA).

La sindrome di Takotsubo (TTS) viene diagnosticata nell’1-3% dei pazienti con sintomi simili a quelli dell’infarto miocardico acuto (SCA), ma la sua prevalenza potrebbe essere sottostimata. Colpisce principalmente le donne (90% dei casi), soprattutto in menopausa, ma sta emergendo anche in un numero crescente di uomini e pazienti più giovani grazie a una maggiore consapevolezza della sindrome.

Nella fase acuta, la patologia presenta un quadro clinico, elettrocardiografico (ECG) e biomarcatori cardiaci simili a quelli dell’infarto miocardico. Dolore toracico acuto e dispnea (difficoltà respiratoria) sono sintomi caratteristici, mentre altre complicanze come insufficienza cardiaca, shock cardiogeno o arresto cardiaco possono manifestarsi. Possono essere presenti anche altre anomalie dell’ECG o livelli elevati di biomarcatori cardiaci (troponine ad esempio).

Sindrome del cuore infranto: cause, diagnosi e trattamento

Le cause esatte non sono ancora del tutto chiare. Ricerche recenti hanno evidenziato alterazioni nella risposta neurologica e nell’attivazione simpatica in risposta a stimoli emotivi, sottolineando l’importanza dell’interazione tra cervello e cuore.

La diagnosi può essere difficile a causa della somiglianza con l’infarto miocardico. La coronarografia con ventricolografia sinistra è considerata il metodo diagnostico standard.

La TTS deve essere differenziata dall’infarto miocardico, dalla miocardite, dalla dissezione spontanea delle arterie coronarie e dalla cardiomiopatia periparto.

Il trattamento è sovrapponibile a quello dell’infarto miocardico e il paziente in cui si sospetta la patologia deve essere trasferito in unità specializzate per l’inquadramento e il trattamento del dolore toracico. Non ci sono linee guida specifiche per il trattamento della sindrome di Tako-Tsubo, ma vengono fornite raccomandazioni per la gestione delle complicanze acute come lo shock cardiogeno. Per il trattamento a lungo termine, sono raccomandati gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACEi) e i bloccanti del recettore dell’angiotensina II (ARB).

La prognosi varia da casi a rischio basso a casi a rischio elevato. La mortalità ospedaliera e gli esiti a lungo termine sono simili a quelli dell’infarto miocardico. La disfunzione del ventricolo sinistro si risolve di solito entro poche settimane, con un rischio di ricorrenza del 5%.

Proprio come gli innamorati che rischiano di morire d’amore, i pazienti che manifestano i sintomi descritti (il cui elenco non è esaustivo), devono riferirsi quanto prima ad un certo adeguato per la gestione delle emergenze cardiologiche. La diagnosi tempestiva della patologia e l’esclusione della presenza di patologie che si manifestano con sintomi simili è fondamentale per evitare danni a lungo termine o esiti infausti.

Fonti bibliografiche: