Menopausa, ecco le “spie” che aiutano a prevedere quando inizierà

Lo stile di vita, l'età e gli ormoni giocano un ruolo chiave nell'avvento della menopausa: i segnali che si sta avvicinando

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

È da sempre una delle sfide della ginecologia. Capire in anticipo quando una donna vedrà iniziare i disturbi legati alla menopausa, capire quanto durerà questa fase di passaggio e soprattutto arrivare a definire a che età si concluderà la vita fertile è difficile, quasi impossibile. E si cercano possibili “segnalatori” in grado di indirizzare verso questo obiettivo, anche al fine di porre in atto le eventuali contromisure per fronteggiare al meglio, se necessario, i potenziali problemi di salute correlati al mutamento ormonale, come l’osteoporosi, le patologie cardiache o anche la comparsa di tendenza alla depressione.

Il percorso di avvicinamento alla menopausa e la successiva gestione di questa epoca della vita, sul fronte medico, va ovviamente fatto da ogni donna insieme al proprio ginecologo. Ma nel mosaico delle conoscenze scientifiche su questa tematica si aggiunge oggi un nuovo tassello, da confermare. A proporlo è una ricerca apparsa su Menopause, rivista scientifica,  che individua, sia pure su un numero molto piccolo di donne, possibili marcatori da tenere in considerazione.

Età, ma non solo

Quando si parla di epoca della menopausa si pensa sempre all’età media di comparsa di questa condizione fisiologica, che si aggira intorno ai 50 anni. ma le variabili rispetto a questa cifra sono numerose, senza ovviamente parlare dei casi di menopausa precoce, così come diversi sia per incidenza che per gravità sono i sintomi correlati.

Sicuramente può impattare sull’avvento della menopausa lo stile di vita: consumo di alcolici, fumo, carenza di attività fisica regolare  sono parametri che in qualche modo potrebbero contribuire a determinare l’epoca della fine dei cicli mestruali. Ma ovviamente gli ormoni giocano un ruolo, oltre ovviamente alla presenza dei sintomi e dei segni che possono indirizzare verso questa nuova epoca della vita femminile: lo studio, in questo senso, mette in correlazione diversi parametri come possibili “spie” dell’avvento della menopausa.

Sul fronte degli ormoni si punta l’attenzione sull’estradiolo e sull’ormone follicolo-stimolante (FSH): livelli più elevati di questi composti potrebbero rappresentare un primo segnale del prossimo arrivo della menopausa, specie se uniti un disturbi come l’irregolarità dei cicli e i primi sintomi tipici del periodo menopausale. Questi, insomma, potrebbero essere potenziali “segnalatori” di un equilibrio ormonale che sta mutando.

L’importanza dell’attività fisica regolare, per corpo e mente

Vampate di calore, secchezza vaginale, disturbi del sonno, sudorazione, difficoltà di controllo del peso corporeo, instabilità emotiva sono i sintomi che in misura diversa da una donna all’altra caratterizzano questo passaggio. A medio-lungo termine, la “caduta” dei livelli di estrogeni comporta alterazioni a livello del metabolismo osseo, lipidico e glucidico che incrementano il rischio di osteoporosi, malattie cardio/cerebro-vascolari, diabete, sovrappeso e obesità.

Ma è sulla psiche che la fine dei cicli mestruali può pesare di più.  Per questo, secondo gli esperti, occorre pensare a questa fase coma un momento di rilancio per riappropriarsi del proprio corpo con maggiore amore e rispetto di prima, con lo stile di vita. Cosa significa?

Alimentazione sana e controllo del  peso corporeo, per ridurre i fattori di rischio cardiovascolare, aumentare la capacità di bruciare il grasso corporeo e tenere sotto controllo il glucosio nel sangue e quindi prevenire il diabete.

Dedicare 30-40 minuti almeno due-tre volte a settimana all’esercizio fisico aiuta a regolarizzare la glicemia, i trigliceridi, abbassa la pressione sanguigna, aumenta il consumo di grasso corporeo e aiuta a tenere sotto controllo il peso. Il tipo di attività, la durata dell’esercizio e la sua intensità dipendono dalle condizioni generali di salute della donna e da quanto è abituata a fare esercizio.

Per chi è sedentario occorre iniziare gradualmente, con piccoli esercizi a lieve sovraccarico oppure con camminate sempre più lunghe a passo svelto. Per le donne già avvezze a muoversi con regolarità, invece bisogna mantenersi in forma, in palestra, nuotando o più semplicemente con jogging ed esercizi a corpo libero (anche a casa).