Manovra di Heimlich, quando serve nei bambini e come si fa

In caso di soffocamento la manovra di Heimlich può salvare la vita del bambino ma anche dell'anziano con problemi di deglutizione

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Basta poco perché un corpo estraneo vada ad inserirsi nelle vie respiratorie, bloccando il flusso dell’aria. Ed occorre capire subito cosa sta accadendo per reagire, cercando di disostruire le strade del respiro e consentire alla persona colpita di riprendere a respirare normalmente. Per questo è importante conoscere la manovra di Heimlich, che va fatta in modo diverso in base all’età.

Per i bambini, in particolare, si deve chiedere al proprio pediatra di insegnare a mamma e papà come comportarsi. E poi è utile “provare”, magari su manichini e nell’ambito di corsi dedicati. Conoscere bene le contromisure da prendere può salvare una vita. Infatti, il soffocamento è la seconda causa di morte per i bambini da zero a tre anni, dopo gli incidenti stradali. Le manovre salvavita in attesa dell’arrivo dei soccorsi possono fare la differenza.  Ed è importante impararle.

Il consiglio degli specialisti: le manovre salva vita

L’arresto respiratorio da inalazione di corpo estraneo è un’urgenza medica – spiega Stefania Zampogna, Presidente SIMEUP (Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza Pediatrica) – che, se non prontamente trattata, può evolvere entro pochi minuti in arresto cardiaco portando al decesso della vittima. È un incidente che può capitare  in qualunque contesto (tra le mura domestiche, a scuola, a lavoro o a ristorante) e in qualunque età, sebbene la fascia più spesso coinvolta sia rappresentata dai bambini nei primi anni di vita che esplorano l’ambiente circostante portando alla bocca ciò che trovano intorno e che hanno una conformazione delle vie aeree che aumenta, rispetto all’adulto, il rischio di ostruzione”.

Proprio per questo dal 2006 la SIMEUP da sempre coinvolta nell’impegno sociale della prevenzione e della formazione in emergenza-urgenza pediatrica, oltre ai corsi di rianimazione pediatrica rivolti ai sanitari e alla popolazione civile (genitori, nonni, insegnanti, baby-sitter), organizza e promuove, su tutto il territorio italiano, la giornata “le manovre per la vita”. “Molto è stato fatto – conclude Zampogna – ma molto dobbiamo ancora fare per educare, promuovere e formare la popolazione, perché un semplice gesto, che si apprende in meno di mezz’ora, può davvero fare la differenza”.

Come eseguire la manovra di Heimlich

Una monetina, un acino d’uva, magari un boccone di prosciutto troppo grande o un biscotto. Basta poco, terribilmente poco, per ostruire le vie respiratorie di un bimbo.  L’incidente può capitare perché un corpo estraneo, e non solo un boccone di cibo, invece che scendere lungo l’esofago per arrivare allo stomaco va a bloccarsi nel mezzo della trachea, dove non passano i cibi ma l’aria che respiriamo.

Fondamentale, in questi casi, è agire rapidamente perché già dopo quattro-cinque minuti si possono verificare danni permanenti al cervello privato dell’ossigeno. La contromisura consiste appunto nella manovra di Heimlich. Si basa su una serie di compressioni sull’addome sotto allo sterno e sopra l’ombelico spingendo sia verso l’alto che posteriormente che spinga l’aria presente nei polmoni ad espellere il corpo estraneo.

La manovra  si basa su una fortissima compressione sul torace che porti i polmoni ad espellere di colpo grandi quantità di aria, inducendo una spinta verso l’alto che può liberare la trachea ostruita. Nei bambini più piccoli, invece, bisogna dare una serie di cinque pacche sulla schiena tra le scapole.  Se non hanno successo si procede a cinque compressioni profonde sullo sterno a livello di una linea che congiunge ipoteticamente i due capezzoli. Il consiglio è di seguire un corso sulla manovra – parlatene con il pediatra – e provare a farla direttamente su manichini adatti.

La stessa manovra è utile anche per chi ha anziani in casa con problemi di deglutizione, visto che purtroppo il rischio di soffocamento aumenta di nuovo nella terza età. Anche Internet può aiutare chi vuole informarsi. Diversi filmati sono condivisi sul web al fine di renderli fruibili da tutti gli utenti

I pericoli degli alimenti

L’incidente può capitare perché un corpo estraneo, e non solo un boccone di cibo, invece che scendere lungo l’esofago per arrivare allo stomaco va a bloccarsi nel mezzo della trachea, dove non passano i cibi ma l’aria che respiriamo. Fondamentale è ovviamente puntare sulla prevenzione. Cosa consigliano i pediatri?

Fino a otto-nove mesi non bisognerebbe passare ai cibi solidi. Ed è altrettanto importante evitare bocconi particolarmente grandi, sia di biscotti che di prosciutto, per non parlare di alcuni frutti, non appena il piccolo comincia a nutrirsi con alimenti solidi. Infine conviene prestare attenzione ai giochi: non debbono misurare meno di tre centimetri e non debbono essere scomponibili in piccoli pezzi.

Ancora: il chicco d’uva è uno degli “oggetti” più frequentemente in causa nel soffocamento dei bambini. Nei primi anni di vita, almeno fino ai 3 anni (ma anche oltre,) il chicco d’uva (e anche altri cibi come mozzarella, pomodorini, prosciutto ecc.) va tagliato in pezzettini piccoli. Sono a rischio alimenti i che hanno forma rotonda, cilindrica o conforme alle vie aeree del bambino (uva, hot dog, wurstel, ciliegie, mozzarelline, carote a fette, arachidi, pistacchi). Inoltre ci vuole attenzione con i cibi appiccicosi che pur se tagliati non perdono la loro consistenza come pere, pesche, prugne, susine, tozzetti, biscotti fatti in casa), quelli che si sfilacciano aumentando l’adesione alle mucose (grasso del prosciutto crudo, finocchio), quelli che hanno una forte aderenza (carote julienne, prosciutto crudo).

Attenzione ai giochi e alle pile

È importante che i genitori prestino grande attenzione a questo possibile rischio. Per quanto riguarda i giochi, a detta degli esperti, occorre cautela in particolare con quelli sferici e quelli smontabili in piccoli pezzi che possono essere inalati dal bambino e provocarne il soffocamento.  Non bisogna dimenticare che circa l’80 per cento dei casi totali di soffocamento è dovuto ad alimenti, ma il restante 20  per cento va ascritto ad altre cause tra le quali vanno ricordate l’ingestione di caramelle, cibo, gomme da masticare, di monete e di parti dei giocattoli.

L’età più a rischio, infatti, è quella compresa tra zero e tre anni poiché il bambino ha uno scarso senso del pericolo. In altri casi sul banco degli imputati ci sono i giochi alimentati da pile. Le pile “a bottone” sono temibili non solo e non tanto per il pericolo di soffocamento, ma quanto per le sostanze che sono in grado di provocare danni seri anche in tempi brevi, con complicazioni potenzialmente gravi.