Cos’è la leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva Silvio Berlusconi

Il tipo di leucemia che ha colpito Silvio Berlusconi è nota come mielomonocitica cronica: di cosa si tratta e quante forme esistono

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Non tutte le leucemie sono uguali. Questo è il punto di partenza per tentare di comprendere le differenze tra una forma e l’altra. Ci sono patologie leucemiche che interessano soprattutto i giovani, altre che invece si manifestano soprattutto negli adulti e negli anziani. Proprio a questo secondo tipo appartiene quella che stando a quanto riporta il sito di AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie Linfomi e Mieloma)  rappresenta la più frequente delle cosiddette sindromi mielodisplastico-mieloproliferative. Questa patologia, in particolare, interessa specifici globuli bianchi chiamati monociti. Ed è proprio a questa famiglia di cellule che deve il nome.

Due forme diverse

Cosa succede quando una persona sviluppa questa patologia? Fondamentalmente si possono avere due tipi di situazioni, e per questo si parla della leucemia mielomonocitica cronica come di una condizione che presenta caratteristiche tipiche delle malattie in cui le cellule del sangue si riproducono senza controllo ed in modo anomalo (appunto le forme mieloproliferative) e quelle in cui le unità progenitrici delle cellule del sangue che si trovano nel midollo osseo maturano in modo anomalo, e quindi si sviluppano in forma patologica.

Sempre dal sito dell’AIL si legge che proprio per queste caratteristiche anche le “tracce” che la malattia lascia sul fronte dei sintomi e degli esami di laboratorio possono variare. Se prevale la forma displastica si tende ad avere un numero basso di globuli bianchi ed in particolare dei neutrofili con neutropenia, oltre che anemia. Nella forma proliferativa invece i globuli bianchi crescono. In ogni caso le cellule immature sono presenti così come aumentano sempre i globuli bianchi monociti.

La patologia ha ovviamente quadri diversi ed anche prognosi variabili, con terapie che vanno definite caso per caso. Si va dal trapianto di midollo da donatore, che comunque ha il limite di essere realizzabile solo in certe condizioni e non nelle persone con un’età più anziana, fino a farmaci specifici da impiegare in base alle caratteristiche del paziente e della patologia.

Cosa sono i globuli bianchi

Queste cellule possono essere considerate le “unità mobili” dell’apparato difensivo dell’organismo. Ne esistono di diversi tipi. Mentre i granulociti sono prodotti nel midollo osseo, i linfociti ed i monociti provengono dai linfonodi. Tutte le cellule, tuttavia, sono poi ritrovabili nel sangue, che le trasporta nelle zone in cui è necessario il loro intervento.

In ogni millimetro cubo di sangue di trovano circa 6-7000 globuli bianchi di cinque tipi: i neutrofili (circa 60 per cento del totale) primi responsabili della difesa che attaccano i batteri, i linfociti (25-30 per cento del totale) che reagiscono contro i diversi tipi di microorganismi,  gli eosinofili (2-3 per cento) responsabili della difesa contro le reazioni allergiche  e nei confronti di parassiti come ad esempio il verme solitario, i basofili (meno dell’1 per cento) che mettono in moto il rilascio di sostanze che mediano l’infiammazione ed infine i monociti grandi cellule che si gonfiano fino a diventare macrofagi in grado di “inglobare” piccole colonie batteriche.

Fonte bibliografica

Leucemia mielomonocitica cronica (LMMC), AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie Linfomi e Mieloma)