Ernia ombelicale: sintomi, cause e cure

L'ernia ombelicale si presenta spesso nei bambini ma anche negli adulti. Si tratta di un'apertura anatomicamente non corretta nella parete addominale

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Nei bambini piccoli è spesso presente. Ma in molti casi col tempo passa. Negli adulti, invece, va riconosciuta ed affrontata al meglio. Anche se caso per caso deve essere il medico a definire l’approccio da tenere, l’intervento chirurgico rappresenta la soluzione finale per chi affronta un’ernia ombelicale.

Il quadro va ovviamente identificato e differenziato da condizioni simili, come il laparocele o la diastasi dei muscoli retti dell’addome, che sul fronte delle manifestazioni possono mostrare sempre la classica tumefazione che sporge nell’area dell’ombelico, ma hanno ovviamente meccanismi diversi alla loro origine.

In termini generali, in ogni modo, l’ernia ombelicale può essere considerata come un’apertura anatomicamente non corretta all’interno della parete addominale in corrispondenza dell’ombelico, entro cui si possono “infilare” tanto il “grembiule” che ricopre internamente l’addome, chiamato omento, quando l’intestino. In questo secondo caso, ovviamente, appare più elevato il rischio di complicanze legate proprio al blocco del passaggio delle feci all’interno delle vie digerenti. Stiamo ovviamente parlando in termini generali. L’importante, in ogni caso è che sia il medico a fare la diagnosi. E a fornire, età per età, l’atteggiamento giusto da tenere per affrontare la situazione.

Ernia ombelicale nei bambini: come si manifesta e si affronta

L’ernia ombelicale è molto più frequente nei bambini rispetto agli adulti. In genere tende a colpire soprattutto le femmine e si manifesta più spesso nei piccoli nati prematuri. A volte possono essere presenti a determinarla malattie rare che interessano il neonato. Va detto che in alcuni casi addirittura questo tipo di ernia trae la sua origine nel corso della vita fetale e poi si manifesta dopo la nascita, quando si elimina il cordone ombelicale.

In ogni caso, a prescindere dai meccanismi che danno origine al quadro, va sempre ricordato che si tratta di una condizione molto frequente nei più piccoli. L’ernia ombelicale porta alla comparsa di una tumefazione più o meno grande in corrispondenza dell’ombelico che tende a gonfiarsi e a farsi più definita in certe situazioni. Ad esempio l’ernia tende ad aumentare di volume quando il bimbo fa uno sforzo, magari per liberare l’intestino, quando piange o magari ride a crepapelle. In queste circostanze infatti si osserva un conseguente aumento della pressione all’interno dell’addome e quindi la tendenza all’ingrossamento della tumefazione. Al contrario se il bambino riposa ed è particolarmente tranquillo, l’ernia ombelicale può quasi sparire.

Va detto comunque che in molti casi il pediatra tende ad avere un atteggiamento di attesa nei confronti di questa lesione, che può essere particolarmente frequente nei lattanti e che tende comunque a sparire autonomamente nei primissimi anni di vita. Per questo i genitori, in accordo con il pediatra, possono mantenere un atteggiamento di attesa nei primi mesi di vita. A nulla servono retini, piastrine o altri marchingegni con monetine o altro per far rientrare l’ernia che venivano tanto usati una volta. Può capitare anche che ernie di ampie dimensioni e che portano a tumefazioni del diametro di alcuni centimetri spariscano da sole nel tempo.

Ernia ombelicale negli adulti, cause e come si manifesta

L’ernia ombelicale è legata o ad una debolezza della parete muscolare dell’addome, che può trarre origine da tante situazioni, o all’incremento della pressione all’interno dell’addome stesso, con conseguente tensione dei muscoli della parete che quindi non riescono a sopportare lo sforzo. In questo senso, si può quindi arrivare a comprendere come ci siano condizioni che facilitino l’insorgenza del quadro.

Ad esempio va ricordato che come si può immaginare, per le donne la gravidanza e il conseguente possibile sfiancamento dei muscoli può rappresentare un fattore di rischio, tanto che le gravidanze ripetute vengono proprio considerate un possibile rischio di genere per il fenomeno.

Anche le condizioni che comportano la presenza patologica di liquido all’interno dell’addome, come avviene in caso di ascite per insufficienza epatica e cattivo funzionamento del fegato, possono aumentare la distensione della parete e favorire la comparsa dell’ernia. Ancora va detto che precedenti interventi chirurgici possono influire, anche se in questo caso se l’ernia compare esattamente in corrispondenza della sutura chirurgica si parla di laparocele.

Sul fronte dei sintomi e dei segni, l’ernia addominale nell’adulto si manifesta spesso con una fastidiosa sensazione di peso nella parte anteriore dell’addome, cui si può associare dolore soprattutto in presenza di aumento della pressione intraddominale, ad esempio per un colpo di tosse o uno sforzo fisico.

Come si cura l’ernia ombelicale nell’adulto

Se per i bambini la scelta del trattamento va fatta insieme al pediatra, valutando caso per caso l’atteggiamento da tenere, nell’adulto l’operazione per ernia ombelicale va programmata assieme al chirurgo. E spesso viene eseguita non solo per correggere la situazione, ma anche per ridurre i rischi futuri di complicazioni che si possono legare all’intrappolamento di porzioni dell’intestino all’interno della lesione.

Questo incarceramento dell’intestino può provocare l’ostruzione intestinale addirittura la necrosi di tessuto intestinale e quindi costringere ad un intervento d’urgenza per liberare le vie digestive, con rischio ovviamente molto superiori rispetto all’operazione eseguita in elezione, in tutta tranquillità. In base alle condizioni il chirurgo può programmare caso per caso la strategia operatoria.

L’anestesia può essere generale o locale. L’operazione prevede che quanto si è andato a depositare all’interno dell’ernia venga riportato all’interno dell’addome per poi rinsaldare i muscoli nell’area che ha “ceduto” con suture su misura. A volte si può anche procedere al posizionamento di una sorta di “rete” che ha il compito di rinforzare dall’interno la tenuta della sutura riducendo il rischio che si ricrei un’ernia e quindi la lesione possa recidivare.

Che differenza c’è tra ernia ombelicale e laparocele?

Spesso può capitare di confondere un’ernia ombelicale con un laparocele. In realtà non si tratta della stessa cosa. O meglio, il laparocele può essere una sorta di ernia, ma la sua origine è diversa. Infatti il laparocele è in pratica un’ernia che si sviluppa su una ferita chirurgica, per un cedimento della parete dell’addome nell’area dell’ombelico.

La persona riferisce una sensazione di gonfiore e può avere una tumefazione più o meno sviluppata che si amplia in corrispondenza della zona ombelicale, in concomitanza con l’aumento della pressione all’interno dell’addome. Va detto che a rischiare di più sono le persone anziane, che possono avere una maggior difficoltà al recupero dei tessuti dopo una lesione indotta con il bisturi, chi ha avuto infezione a carico della ferita chirurgica con quella che gli esperti chiamano “deiscenza” e chi è stato sottoposto ad interventi che hanno richiesto tagli sull’addome più ampi, quindi con cicatrici di maggiori dimensioni.

Queste lesioni vanno ovviamente affrontate dal medico e soprattutto dal chirurgo, visto che anche un laparocele può portare alle stesse complicazioni dell’ernia con lo strozzamento dell’intestino che si incunea all’interno della lesione.

Che differenza c’è tra ernia ombelicale e diastasi dei muscoli addominali

Avete presente quei ponti che si vedono spesso nei film d’azione americani che si allargano per far passare una nave sotto i ponti stessi e poi si riuniscono? Anche nell’addome, in qualche modo, i muscoli si trovano affiancati tra loro. E questa loro vicinanza consente di avere una parete addominale strutturata, pur senza arrivare alla classica “tartaruga” di chi è particolarmente allenato.

A volte però in corrispondenza della parte centrale dell’addome, quindi su una linea che passa attraverso l’ombelico, si può avere un distanziamento di questi fasci muscolari. In questo caso si può avere la sensazione di una sorta di “passaggio” tra i muscoli retti dell’addome di destra e di sinistra, con una separazione tra loro. Questa condizione si chiama diastasi della muscolatura retto-addominale, con la separazione tra il muscolo retto addominale destro e il muscolo retto addominale sinistro, che sono tenuti insieme da una fascia che si può sfibrare o assottigliare.

In questi casi non si deve parlare di una vera e propria ernia, ma piuttosto di un distanziamento che all’atto pratico può dare una sensazione simile. A rischio sono in particolare le donne dopo la gravidanza, specie se ci sono gemelli, perché questa condizione anatomica, insieme ai mutamenti ormonali tipici della dolce attesa, possono facilitare la tensione delle fasce muscolari e il progressivo assottigliarsi dei tessuti di sostegno dell’organismo. Ovviamente stiamo parlando solo di un aumento del rischio di sviluppare una diastasi: il fenomeno può interessare entrambi i sessi.

Ernia ombelicale e pertosse: qual è il legame

I ripetuti accessi di tosse, in presenza ovviamente di un tessuto muscolare addominale non proprio ottimale, possono anche facilitare l’aumento della pressione intraddominale ed aumentare il rischio che si creino ernie ombelicali e non solo. In questo senso la pertosse, che magari conosciamo come tosse canine per la classica tosse abbaiante, può diventare un momento di rischio per lo sviluppo di ernie nella parete addominale dei bambini. Ovviamente la comparsa di queste lesioni è ben più rara di altre complicazioni, come piccole emorragie nasali, otiti o infezioni delle vie respiratorie, ma va comunque tenuta presente. I bimbi possono comunque essere protetti con la vaccinazione specifica.

Fonti bibliografiche

Ernia ombelicale, ISSalute

Ernia ombelicale ed ernia epigastrica, Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna