Emorroidi: cosa sono, perché vengono e quali sono i rimedi

Dolore, prurito, sanguinamento, sono alcuni dei sintomi delle emorroidi: scopri come riconoscerle e come trattarle in modo efficace

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

Ci sono condizioni mediche e patologie che creano un po’ di imbarazzo e pudore, al punto che diventa difficile parlarne e comunicarne i sintomi, anche ad un professionista del settore. Tra queste rientrano le emorroidi, un problema comune, ma che potrebbe avere qualche ripercussione nella vita di tutti i giorni, se non trattate nel modo corretto. Le emorroidi infatti, sono spesso fastidiose per via del dolore, del prurito e a volte anche per il sanguinamento che possono procurare.

In generale, non causano particolari problemi, ma di certo è bene sentire il parere di uno specialista che potrà prescrivere una terapia adeguata in base al tipo e alla dimensione delle emorroidi. Queste ultime d’altronde, non sono tutte uguali e possono essere provocate da diversi motivi, come la sedentarietà, un’alimentazione povera di fibre o scorretta.

Dunque, perché vengono le emorroidi e quali sono i rimedi per trattarle in modo efficace? Abbiamo approfondito l’argomento con il Dottor Salvatore Fabio Rizzi, Gastroenterologo, Esperto in Malattie dell’Apparato Digerente, Ecografia dell’addome, Gastroscopia, Colonscopia.

Cosa sono le emorroidi

«Per prima cosa è importante chiarire un concetto. Con il termine “emorroidi”, nel parlare comune si intende qualcosa di diverso rispetto a ciò che invece si intende in termini medici. Infatti, dal punto di vista medico, le emorroidi sono una componente anatomica normalmente presente in tutti gli individui (a breve vedremo dove è localizzata); nel parlare comune, invece, con lo stesso termine si fa riferimento esclusivamente alla patologia che affligge le emorroidi (che in termini medici prende invece il nome di “Malattia emorroidaria” o “Patologia emorroidaria”).

Dal punto di vista anatomico, le emorroidi sono un insieme costituito da vasi sanguigni e da cuscinetti di tessuto fibroadiposo, localizzati tra il retto (l’ultima parte dell’intestino) e l’ano. Le emorroidi hanno un ruolo molto importante nella continenza fecale. Esse infatti, hanno la possibilità di gonfiarsi (riempiendo i propri vasi sanguigni di sangue) in modo da andare ad ostruire il canale anale ed evitando la fuoriuscita delle feci.

Sgonfiandosi invece, permettono la dilatazione del canale anale e la fuoriuscita della massa fecale. Per completezza di informazioni, bisogna aggiungere che le emorroidi non sono l’unica componente anatomica deputata alla continenza fecale, che invece è un processo molto più complesso.

Fatta questa doverosa premessa anatomica, d’ora in avanti userò il termine emorroidi per riferirmi alla malattia emorroidaria (così come nel parlare comune)», spiega il dottore.

Classificazione delle emorroidi

«A seconda della localizzazione, è possibile suddividere le emorroidi in: interne ed esterne. Le emorroidi interne, come suggerisce il nome, si trovano nella parte superiore del canale anale e normalmente non sono visibili ad occhio nudo. Le emorroidi esterne invece, si sviluppano in prossimità dell’ano e, nella maggior parte dei casi, fuoriescono e sono visibili all’esterno come protuberanze.

A seconda della gravità della patologia, è possibile classificare le emorroidi in quattro gradi:

  1. Emorroidi di I grado: sono causate dall’aumento di dimensioni di uno o più cuscinetti, che sporgono nel lume, ma senza fuoriuscire all’esterno. Sono visibili solo all’esame anoscopico. Non causano nessun dolore, ma talvolta possono provocare fastidio, prurito o sanguinamento durante la defecazione.
  2. Emorroidi di II grado: questo stadio è caratterizzato dallo scivolamento verso il basso (in termini medici: prolasso) e conseguente fuoriuscita delle emorroidi dal canale anale a seguito di sforzi eccessivi o durante l’evacuazione, cui segue una spontanea risalita delle emorroidi nel canale anale al termine dello sforzo. Tra le cause più frequenti ci sono la defecazione di feci eccessivamente disidratate e il parto. Questo tipo di emorroidi provocano spesso sanguinamento, prurito e fuoriuscita di secrezioni (simili a muco)
  3. Emorroidi di III grado: in questo stadio, le emorroidi possono prolassare spontaneamente (senza nessuno sforzo) e non sono più in grado di ritornare autonomamente nella loro posizione naturale. È possibile però farle rientrare nel canale anale spingendole all’interno con manovre manuali. In questa fase le emorroidi cominciano a provocare dolore e, oltre ai sintomi descritti nelle fasi precedenti, è possibile anche che vi siano piccole perdite di feci.
  4. Emorroidi di IV grado: rispetto allo stadio precedente, le emorroidi sono sempre prolassate e non è più possibile farle rientrare, neanche manualmente. Oltre ai sintomi già descritti, in questo stadio è possibile che vi sia incontinenza fecale», precisa il dottor Rizzi.

Cause delle emorroidi

«Il fattore scatenante lo sviluppo e il progressivo peggioramento delle emorroidi è la congestione venosa, ossia l’eccessivo accumulo di sangue all’interno dei vasi sanguigni. Tale accumulo di sangue fa sì che le emorroidi diventino sempre più grandi e pesanti, con conseguente protrusione delle emorroidi all’interno del canale anale e successivo scivolamento verso il basso.

La causa di tutto ciò è multifattoriale. Tra essi troviamo:

  • Stitichezza cronica: richiede un maggiore sforzo durante la defecazione e prolunga il tempo in cui si è seduti sul wc, irritando le emorroidi
  • Dieta povera di fibre e acqua: è la causa principale della stitichezza, in quanto rende le feci più dure e secche
  • Dieta ricca di cibi irritanti: tra questi ci sono cibi piccanti o speziati, alcool, cioccolato, insaccati e cibi grassi
  • Gravidanza: accade sia per i cambiamenti ormonali durante la gravidanza, sia per un aumento della pressione pelvica, sia per gli sforzi al momento del parto
  • Patologie concomitanti: cirrosi epatica, ipertensione portale, ipertrofia prostatica e alcune neoplasie che interessano la zona pelvica
  • Abitudini comportamentali errate: trattenere le feci per lungo tempo, eccessiva permanenza sul wc, stare in piedi o seduti per molto tempo, scarsa attività fisica
  • Obesità
  • Predisposizione familiare», continua l’esperto.

Sintomi delle emorroidi

«Come anticipato, le emorroidi interne sono spesso asintomatiche, ma possono provocare talvolta fastidio, prurito o sanguinamento durante la defecazione.

Le emorroidi esterne, invece, si presentano come uno o più rigonfiamenti ai margini dell’ano e vengono percepite al tatto dal paziente durante l’igiene intima (specie dopo la defecazione), sotto forma di “pallina”. Tale “pallina”, visibile ad occhio nudo all’ispezione dell’ano, può avere dimensioni variabili ed è possibile che possa provocare una serie di sintomi, come:

  • sensazione di corpo estraneo
  • dolore pungente
  • sensazione di mancato svuotamento
  • evacuazioni ripetute
  • frammentazioni delle feci
  • bruciore
  • prurito anale
  • perdite di muco
  • sanguinamento durante la defecazione (o anche spontaneo, negli stadi più gravi)».

Diagnosi

La presenza o meno di emorroidi viene accertata a seguito di un esame rettale in cui viene esaminata la zona circostante l’ano per verificare la presenza di emorroidi esterne, o anche la parte interna dell’ano, in caso di emorroidi interne. Si tratta di un esame non doloroso, ma che potrebbe causare qualche fastidio. Se questo non dovesse bastare, lo specialista potrebbe fare utilizzo dell’anoscopio, uno strumento che permette di vedere non solo il canale anale, ma anche l’ultima parte dell’intestino crasso. In alcuni casi, il medico potrebbe prescrivere lo svolgimento di alcuni esami, come la colonscopia.

Complicazioni dovute alle emorroidi

«Una delle complicanze più frequenti nelle emorroidi è la trombosi, che può colpire sia le emorroidi interne (più raramente) che le emorroidi esterne. Per trombosi si intende la formazione di un coagulo di sangue (trombo) all’interno delle vene. Ciò provoca un aumento considerevole (e repentino) della pressione all’interno dei vasi, che si manifesta con rigonfiamento, prurito e, soprattutto, intenso dolore. La formazione del trombo (e la relativa sintomatologia) viene anche chiamata “crisi emorroidaria”.

Un’altra complicanza è la anemizzazione, secondaria al sanguinamento. Infatti, durante il sanguinamento è possibile perdere notevoli quantità di sangue in maniera rapida (sotto forma di vere e proprie emorragie) oppure perdere piccole quantità di sangue, ma per un periodo prolungato di tempo (solitamente settimane o mesi).

Infine, le emorroidi possono dar luogo ad ascessi anali o perianali e, come già visto, ad incontinenza fecale», prosegue il dottore.

Quando preoccuparsi?

«Fortunatamente, le emorroidi sono una malattia relativamente “benigna”, che non può mai evolvere in qualcosa di più grave rispetto a quanto abbiamo già descritto. È molto importante però, ai primi segni di malattia, farsi visitare da un medico in modo tale da cominciare subito il trattamento più adeguato secondo il grado delle emorroidi. Per pudore, spesso il malato tende a ritardare visite e trattamenti, ma è fondamentale vincere l’imbarazzo e rivolgersi ad un medico, in quanto il ritardato trattamento non fa altro che peggiorare la malattia.

Inoltre, non c’è motivo di vergognarsi in quanto le emorroidi sono un problema molto diffuso, che coinvolge sia le donne che gli uomini. Si calcola che metà delle persone ha sofferto, soffre o soffrirà, almeno una volta nella vita, di tale patologia. E con il progressivo peggioramento dello stile di vita e delle abitudini alimentari dei Paesi industrializzati, il numero di pazienti affetti da emorroidi è destinato ad aumentare ulteriormente».

Quanto durano le emorroidi?

«In assenza di un trattamento specifico, le emorroidi durano per tutta la vita. Fortunatamente, i sintomi delle emorroidi non sono costanti, ma sono caratterizzati da periodi di relativo benessere (più o meno lunghi), interrotti da periodi in cui la malattia tende a manifestarsi nuovamente».

Rimedi per le emorroidi

«Come già detto, le emorroidi si formano soprattutto per stipsi, abitudini alimentari e comportamentali scorrette. Per tale motivo è importante (e ciò vale anche come prevenzione):

  • aumentare il consumo di fibre (si trovano soprattutto in verdura, ortaggi e alimenti integrali)
  • bere tanta acqua: l’apporto idrico è importante nel tenere le feci idratate e quindi “morbide”
  • evitare cibi piccanti o ricchi di spezie, alcolici, bevande contenenti caffeina, insaccati, alcolici e alimenti ricchi di grassi
  • evitare la vita sedentaria
  • avere una corretta igiene intima
  • evitare di sollevare carichi pesanti
  • praticare attività fisica regolarmente
  • perdere peso, in caso di soggetti obesi o sovrappeso.

Dunque, è bene rivolgersi ad un medico subito dopo la comparsa dei primi sintomi, in modo da impostare la terapia corretta a seconda del grado delle emorroidi e se sono presenti le complicanze che ho elencato prima.

La terapia medica si avvale di diversi tipi di farmaci, tra cui:

  • Lassativi: per ridurre la stitichezza ed evitare il protrarsi o il peggioramento delle emorroidi
  • Farmaci ad azione topica: di solito gel o unguenti da applicare sulla regione anale possono contenere diversi tipi di principi attivi, come cortisone e anestetico locale, ma anche calcio-antagonisti, adrenalina, acido ialuronico, olio di vasellina e fitoderivati.

In caso di insuccesso della terapia medica, è utile rivolgersi ad un proctologo (chirurgo specializzato nelle malattie del retto e dell’ano) per valutare una soluzione chirurgica. Tra i vari interventi chirurgici, ci sono:

  • La legatura elastica
  • La scleroterapia
  • La crioterapia
  • L’emorroidectomia», conclude l’esperto.

In generale quindi, le emorroidi non devono destare particolare preoccupazione; tuttavia è importante parlarne con uno specialista se si sospetta la loro presenza, per evitare che i sintomi diventino fastidiosi o che peggiorino. In caso di sanguinamento, ad esempio, è bene contattare subito il medico.

Inoltre, è possibile prevenire la comparsa delle emorroidi seguendo uno stile di vita sano (ovvero essere attivi a livello sportivo e inserire nel proprio regime alimentare frutta e verdura ricche di fibre) e cercando di non compiere sforzi importanti a livello fisico.

Fonti bibliografiche

Emorroidi, Istituto Superiore di Sanità