Dieta per l’osteoporosi, cosa mangiare e perché: i consigli degli esperti per la prevenzione delle fratture

Quando l'osso diventa più fragile, aumenta il rischio frattura: le donne sono a rischio dopo la menopausa. La dieta per prevenire l'osteoporosi

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 10 Giugno 2025 15:24

Patologia dello scheletro, che riconosce diversi elementi alla sua origine ma porta comunque ad un esito comune: si riduce la quantità di massa ossea fisiologicamente mineralizzata. Così l’osso diventa più fragile. E aumenta di molto il rischio di frattura.

La donna è a maggior rischio dopo la menopausa per la progressiva carenza estrogenica che si sviluppa con il termine della vita fertile. Per questo la prevenzione deve iniziare presto. Fin da bambine. Perché anche se la prevalenza dell’osteoporosi aumenta con l’età, oggi è ampiamente accettato il concetto che la sua prevenzione primaria inizia in età pediatrica e puberale, garantendo l’acquisizione di un adeguato picco di massa ossea.

Come comportarsi? Ecco i consigli emersi nel corso del congresso della SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) tenutosi a Salerno. Si parte da un’informazione generale: recenti dati sperimentali, presentati nel corso dello stesso congresso hanno evidenziato che i soggetti con osteoporosi e frattura mostrano una ridotta aderenza alla dieta mediterranea, associata ad un maggior consumo di sale ed un ridotto consumo di calcio, rispetto ai pazienti con osteoporosi non fratturati.

Perché è importante mettere da parte l’osso

Il picco di massa ossea rappresenta la massima quantità di tessuto osseo fisiologicamente mineralizzato presente nell’organismo umano e si raggiunge intorno ai 30 anni. L’acquisizione del picco di massa ossea è un processo dinamico che non evolve in maniera lineare e progressiva nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza, ma subisce un’accelerazione nei 4-5 anni precedenti il suo raggiungimento, quando aumenta ad una velocità di circa 400 grammi al giorno.

Stime prudenziali indicano che un aumento del 10% del picco di massa ossea acquisito alla fine del processo di accrescimento ritarda l’insorgenza clinica dell’osteoporosi di circa 15 anni. Purtroppo dopo aver raggiunto il suo picco, la massa ossea rimane stabile intorno ai suoi valori massimi per circa 15 anni, durante i quali la formazione ossea è all’incirca quantitativamente pari al riassorbimento.

Con l’inizio della menopausa, ed in minor misura dell’andropausa, il processo di riassorbimento osseo prevale sui processi di neoapposizione e la perdita di massa ossea accelera: essa si riduce ad una velocità del – 2% annuo circa per circa 10 anni. Ma si tratta solo di una media.

Sostanzialmente l’impalcatura dell’osso ed il suo costante rinnovamento sono infatti mantenuti da un meccanismo estremamente sofisticato, basato sull’attività dei due tipi di cellule. Gli osteoblasti possono essere considerati “costruttori” di osso. Ma a compensare la loro attività ci sono gli osteoclasti, ovvero unità operative che hanno invece il compito di “togliere” le parti più vecchie, in modo che possano essere sostituite.

Questo meccanismo funziona perfettamente finché la produzione degli ormoni estrogeni è sufficiente, perché questi lavorano come “controllori” biochimici. Con la menopausa, periodo in cui si verifica questo deficit ormonale, l’azione degli osteoclasti si fa via via più incisiva e gli osteoblasti non sono più in grado di sostituire il tessuto osseo perduto. Risultato: l’osso diventa progressivamente sempre più debole e quindi si “rompe” con maggior facilità.

L’importanza di costruire bene l’osso

Se il passare del tempo non può essere combattuto, si può comunque fare in modo di “mettere da parte” la maggior quantità di osso possibile. Infatti quanto più è ben “costruito” il tessuto osseo durante la gioventù, tanto minori sono le possibilità che l’osteoporosi compaia dopo la menopausa. Cosa fare? Prima di tutto ricordiamo che occorre puntare sull’attività fisica, ad ogni età, sia nei bambini che poi nell’adulto. Lo stimolo “meccanico” sull’osso dato dal movimento regolare può aiutare a mantenere una massa scheletrica valida.

Capitolo alimentazione. “Alle diverse fasi attraverso le quali, nel corso della vita di un individuo, si manifesta l’equilibrio funzionale tra processi di neoapposizione e riassorbimento osseo corrispondono diverse esigenze nutrizionali – segnala Domenico Rendina del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Consigliere della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU).

Riassumendo in maniera integrata i dati sperimentali disponibili in età neonatale, infantile, pediatrica ed adolescenziale, un corretto apporto di calcio, fosforo (in rapporto molare 1.4:1 con il calcio), magnesio, proteine (preferibilmente derivanti dal latte), rame, zinco e ferro appaiono fondamentali per garantire un corretto processo di biosintesi del collagene e mineralizzazione dell’osteoide”.

Attenzione però. Oltre a questo, in età prepubere, la densità minerale ossea misurata con metodica DXA appare direttamente proporzionale al consumo di potassio ed inversamente proporzionale a quello di sale. Al contrario, sempre in questa fascia di età, l’incidenza e la prevalenza di fratture appaiono inversamente proporzionali al consumo di potassio e direttamente proporzionali a quello di sale.

In epoca puberale la densità minerale ossea è direttamente correlata al consumo di frutta e verdura fresche. Sempre in epoca puberale, la densità minerale ossea è inversamente correlata al consumo di bevande zuccherate, che inoltre determina un aumento significativo del rischio di frattura. Al contrario, il consumo di latte in epoca pre e post-puberale aumenta significativamente la densità minerale ossea, riducendo contemporaneamente il rischio di frattura.

Cosa mangiare per mantenere una valida massa ossea

Per un fisiologico processo di acquisizione del picco di massa ossea, è fondamentale associare ad una corretta alimentazione una adeguata attività fisica, nel contesto di un approccio olistico alle problematiche di salute dei bambini ed adolescenti.

“Una volta acquisita, la massa ossea va preservata – continua Rendina. Una corretta prevenzione primaria dell’osteoporosi e delle sue complicanze da un punto di vista nutrizionale in età adulta non può prescindere dal perseguire una dieta equilibrata che includa proteine (0,9 g/kg di peso corporeo al giorno, fino a 1,3 g/kg di peso corporeo al giorno negli anziani ≥75 anni), calcio (950-1100 mg al giorno) e frutta e verdura fresche (cinque porzioni al giorno). Una parte importante del fabbisogno di proteine e calcio deve essere soddisfatta con l’assunzione 2-3 porzioni al giorno di latticini. È fondamentale, infine, anche ai fini della prevenzione delle fratture, che l’apporto giornaliero di sale sia quello stabilito dall’OMS (< 5 g di sale al giorno)”.

In ultimo, una precisazione: ricordiamo sempre che l’intero processo di mineralizzazione del tessuto osseo, ad ogni età, è regolato dalla vitamina D, di cui è pertanto necessario garantire livelli sufficienti per l’intera vita. non dimentichiamolo!

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.