Covid, cosa sappiamo della variante LP.8.1, come si manifesta e cosa fare

L.P.8.1 è la nuova variante Covid sa tenere sotto controllo: è simile a una influenza fuori stagione. Sintomi e trattamenti disponibili

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 22 Maggio 2025 14:43

Quello che accade a migliaia di chilometri di distanza, a volte, diventa realtà sul fronte informativo e scientifico anche da noi. E per fortuna, viene da dire. Così, la risalita del numero dei casi di Covid in zone come la Cina e Singapore dopo aver rappresentato il tipo dominante negli ultimi mesi anche negli USA, con crescita in Europa e in Italia, riaccende l’attenzione su Covid-19.

Ma se è giusto che le autorità sanitarie controllino costantemente quanto avviene e si scambino informazioni per proteggere le persone e conoscere le variazioni dei virus, quanto si sta osservando non deve mettere in allarme.

A determinare questo “risveglio” apparentemente fuori stagione (ma il virus Sars-CoV-2 pi o meno mutato, come ricordiamo, si muove ad ondate non solo nei mesi freddi) del virus pandemico, passato ormai lungo una sequela di mutazioni più o meno significative, è la circolazione della variante LP.8.1. Cosa ne sappiamo? Ecco, in sintesi, qualche informazione utile.

Una “nipote” di Omicron

Prima di tutto, abbiamo un punto importante a favore della salute pubblica. Non siamo di fronte ad un ceppo completamente nuovo, capace di rendersi del tutto impercettibile per le difese dell’organismo che si sono “allenate” a riconoscere questi virus sia con le infezioni naturali che grazie alle vaccinazioni e ai richiami.

La sensazione, almeno a quanto si sa fino ad ora, è che il virus andando avanti con il tempo cambi meno. E questo è un bene. Ma torniamo a LP.8.1: questa variante si può considerare come una lontana discendente della variante Omicron che qualche tempo fa ha letteralmente spiazzato le varianti precedenti.

In particolare, in questa sorta di albero genealogico del virus, LP.8.1 appare come derivante da JN.1, diventata molto famosa per la sua virulenza fino all’inizio dello scorso anno dopo essere stata individuata ad agosto del 2023 e con un picco di casi due inverni fa. Vale comunque la pena di dire una cosa. LP.8.1 non sembra particolarmente “cattiva” in termini di infettività, tanto da essere al momento meno preoccupante sotto questo fronte rispetto appunto a JN.1.

Capitolo sintomi. I dati disponibili confermano come anche in questo caso si possa parlare di quadri a prevalente interesse respiratorio, come è tradizione per i ceppi virali che discendono da Omicron. Siamo quindi di fronte ad una possibile sorta di influenza fuori stagione, con raffreddore, mal di gola, cefalea e magari un rialzo febbrile. Il tutto, di durata limitata.

Come al solito, visto che il quadro è simile a quello di altri virus respiratori, il trattamento dei sintomi è sufficiente in genere per affrontare la situazione. Il parere del medico ed eventuali controlli ulteriori possono essere comunque importanti e quindi vanno richiesti nei soggetti a particolare rischio per età o per patologia e dopo qualche giorno di manifestazioni cliniche senza miglioramento progressivo della situazione.

Cosa dobbiamo aspettarci

Pur nella variabilità della risposta da parte di ogni persona allo stimolo vaccinale ed ai successivi richiami, siamo di fronte ad un ceppo che ricorda per la sua struttura Omicron, sia pure se con mutazioni. Il che, come detto, significa che chi ha completato il ciclo vaccinale così come chi ha avuto l’infezione naturale recentemente dovrebbe comunque avere una certa “memoria” nei confronti dei virus in questione. Caso per caso, comunque, sarà il medico ad indicare come comportarsi.

Vale però la pena di ricordare quanto e come, in termini di preparazione al prossimo inverno, sul fronte vaccinale ci sarà un’attenzione sempre maggiore per le fasce più deboli della popolazione, come appunto gli anziani e i malati cronici. Negli USA sono state annunciate nuove linee guida per i richiami in questo senso, che dovrebbero andare oltre la strategia della vaccinazione universale degli anni scorsi, così importante per il controllo dell’infezione nella popolazione.

A presentare la situazione è il New England Journal of Medicine che riportato un’indicazione a firma di due esperti come Martin Makary e Vinay Prasad. In pratica la vaccinazione secondo questa proposta verrà riservata soprattutto agli over-65 e ai malati cronici, più o meno come accade con l’influenza. Le raccomandazioni per la preparazione dei vaccini, in ogni caso, prevederanno probabilmente anche la necessità di rispondere ad LP.8.1.

 

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.