Covid-19, come riconoscere e affrontare i problemi neurologici

Il virus può attaccare il sistema nervoso: i sintomi neurologici nei pazienti con infezione da Covid 19 rientrano in tre categorie

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 25 Novembre 2020 18:15

Mentre crescono le conoscenze sul virus Sars-CoV-2 e su ciò che provoca nell’organismo, gli specialisti cominciano a fare i conti anche con le conseguenze che l’infezione provoca sul sistema nervoso. Proprio sugli effetti neurologici di Covid-19 si concentrano le attenzioni degli esperti della Società Italiana di Neurologia (SIN), che si riuniranno a congresso nei prossimi giorni. Ecco quanto si sa, cosa occorre conoscere su questo fronte e su quali aspetti si sta concentrando la ricerca.

Il virus può attaccare il sistema nervoso

Già dai tempi della Sars si sapeva che il coronavirus poteva risalire lungo il sistema nervoso, sia attraverso il sangue oltrepassando le pareti dei vasi che irrorano il cervello sia “passando” in salita attraverso le vie dei nervi.

“Il virus si lega, con la proteina Spike espressa sulla superfice delle particelle virali, al recettore ACE2 presente su molte cellule: negli epiteli nasali, respiratori, intestinali, nelle pareti dei vasi e anche nelle cellule cerebrali – spiega Carlo Ferrarese, Direttore del Centro di Neuroscienze di Milano, Università di Milano–Bicocca e Direttore della Clinica Neurologica, Ospedale San Gerardo di Monza. Inoltre, è stato recentemente dimostrato che un’altra proteina, la neuropilina-1, altamente espressa nei nervi olfattivi, può favorire l’ingresso del virus in tali cellule”.

Sul fronte dei disturbi, sulla base delle conoscenze che derivano dai primi studi pubblicati, i sintomi neurologici nei pazienti con infezione da Covid 19 rientrano in tre categorie.

In primo luogo ci sono le espressioni neurologiche da coinvolgimento del sistema nervoso centrale: si tratta di cefalea, vertigini, disturbi dello stato di coscienza (confusione, delirium, fino al coma), encefaliti da infezione diretta del virus o su base autoimmune, manifestazioni epilettiche, disturbi motori e sensitivi, spesso legati a ictus ischemici o emorragici.

Presenti possono essere anche sintomi legati di compromissione del sistema nervoso periferico come perdita o distorsione del senso dell’olfatto (anosmia, iposmia, cacosmia), del gusto (ageusia, disgeusia), sofferenza dei nervi periferici. Infine possono essere presenti come dolori muscolari intensi, spesso espressione di danno muscolare diretto.

Cosa si sa adesso

“Molti lavori sono stati prodotti nei mesi successivi, sia segnalazioni di singole casistiche, che studi multicentrici con numerosi casi, che hanno confermato, anche se con percentuali variabili nei diversi studi, queste prime segnalazioni – riprende Ferrarese. Segnalo solo l’ampia casistica di 1760 pazienti COVID ricoverati a Bergamo, epicentro della prima fase, nei quali si sono osservati 137 casi (pari all’8%) di complicanze neurologiche severe, in prevalenza ictus ischemici“.

“In Lombardia è stato effettuato in Marzo-Aprile uno studio multicentrico (studio Strokovid) nelle 10 strutture identificate dalla Regione come Hub per il trattamento dell’ictus, per studiare l’incidenza di tale patologia e le caratteristiche di tali pazienti. Lo studio ha dimostrato una maggiore incidenza e una maggiore severità di ictus nei pazienti Covid rispetto ai soggetti non affetti dall’infezione.

Questo può essere legato alle alterazioni della coagulazione innescate dal legame del virus alla parete dei vasi. Inoltre, un meccanismo di danno del sistema nervoso in seguito all’infezione virale può essere legato ad una abnorme attivazione del sistema infiammatorio ed immunologico, con produzione di sostanze, chiamate citochine, che possono facilitare un danno immuno-mediato. Proprio per questo il cortisone, che spegne l’infiammazione, oltre agli anticoagulanti, che riducono l’ipercoagulabilità, vengono spesso utilizzati nelle forme gravi di Covid-19”.

Infine, possono manifestarsi complicanze neurologiche post-infettive. “Negli ambulatori post-Covid attivati nei centri più colpiti nella prima fase sono emersi vari problemi quali astenia protratta, disturbi di concentrazione, a volte disturbi di memoria, che potrebbero essere collegati a piccoli danni vascolari o infiammatori del sistema nervoso, con ripercussioni a distanza” – conclude l’esperto.

“Proprio per documentare tutte le possibili manifestazioni neurologiche all’esordio, durante o dopo l’infezione Covid-19, la SIN ha promosso uno studio osservazionale in 45 Neurologie italiane, che stanno registrando tutte le possibili complicanze neurologiche e che seguiranno tali pazienti per ulteriori 6 mesi. L’arruolamento dei casi è infatti previsto da Marzo a Dicembre 2020, con un follow-up previsto fino a Giugno 2021 (salvo ulteriori estensioni dovute al protrarsi dell’epidemia). Lo studio promosso dalla SIN sarà inoltre confrontato con gli analoghi studi promossi da altre società neurologiche europee e sarà quindi disponibile un registro europeo, presso la European Academy of Neurology”.