Bruxismo: cos’è, cause e rimedi

Soffri di bruxismo? Stringere e digrignare i denti nel sonno è un disturbo molto più comune di quel che si possa pensare.

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Il bruxismo è un disturbo molto diffuso e si stima che, solo in Italia, ne soffra circa il 10% della popolazione. Il termine bruxismo deriva dal greco e significa letteralmente “digrignamento dei denti”: infatti, il problema consiste nell’occludere involontariamente i denti, a causa della contrazione dei muscoli masticatori.

Di solito, si presenta durante le ore di riposo e spesso chi ne soffre non riesce a rendersi conto autonomamente di questa malsana abitudine e delle sue conseguenze sull’organismo. Infatti, in bruxismo non va trascurato perché è in grado di causare numerose problematiche a livello del cavo orale, della muscolatura e delle articolazioni. Esistono diversi tipi di bruxismo e riconoscerne prontamente le manifestazioni è necessario per affrontare il problema prima che causi danni importanti e irreversibili.

Cos’è il bruxismo?

Con bruxismo si intende un’involontaria ed eccessiva contrazione dei muscoli masticatori. Il soggetto che “bruxa” digrigna i denti e tende a sfregare tra loro le arcate dentarie superiore e inferiore, creando una forte pressione sull’articolazione temporomandibolare. Il disturbo può manifestarsi anche nella sua forma di serramento dentale statico, ossia una contrazione fissa e prolungata che non porta tanto le superfici delle arcate dentarie a sfregare reciprocamente, quanto a chiuderle esercitando su di esse un’importante pressione.

È bene sottolineare che le due arcate dentali, quando il soggetto è a riposo, non dovrebbero nemmeno toccarsi, perché i muscoli masticatori dovrebbero trovarsi in condizione di totale relax. Sostanzialmente, quindi, anche il semplice contatto tra le due arcate, anche senza un vero digrignamento, rappresenta una condizione non fisiologica. Questa può facilmente condurre a bruxismo, in presenza di fattori predisponenti.

Il bruxismo non è tuttavia considerato una vera patologia, ma una cosiddetta “parafunzione”, ossia un’attività anomala e nel concreto non utile all’organismo. Il fenomeno del bruxismo può risultare rumoroso e fastidioso, non solo per chi ne soffre, ma anche per chi vive accanto al soggetto che ne è affetto.

Le forme di bruxismo sono numerose e la principale classificazione distingue il bruxismo primario, ossia quello che colpisce generalmente le persone che subiscono l’effetto di stress e ansia eccessiva, e il bruxismo secondario, causato dall’assunzione di farmaci o specifiche sostanze.

Quando si manifesta il bruxismo?

Il fenomeno del bruxismo può manifestarsi durante la notte o anche nelle ore diurne, anche se è più raro.

Il bruxismo notturno dura in genere pochi secondi (5-10), ma può capitare più volte durante la stessa notte, durante ogni fase del sonno. Il bruxismo notturno può, quindi, essere classificato come un vero e proprio disturbo del sonno ed è comune tra gli adulti, tanto quanto nei bambini.

Il bruxismo diurno è più raro e si verifica durante le ore di veglia, ossia quando il paziente è conscio delle contrazioni che avvengono nei propri muscoli. Capita, di solito, a chi soffre di bruxismo notturno e in questi casi è indispensabile che il soggetto, consapevole del problema, indaghi le caratteristiche della manifestazione (quando avviene, per quanto tempo, da cos’è scatenata e così via). Molto spesso questo problema è legato ad abitudini eccessivamente stressanti, nervosismi, ansia o a uno stile di vita più frenetico di quello che l’organismo riesce a sopportare.

Le cause del bruxismo

Individuare le cause del bruxismo non è semplice, questo perché diverse condizioni possono predisporre alla sua manifestazione. L’origine del bruxismo è sostanzialmente sconosciuta, ma sono stati identificati molteplici fattori che possono essere di natura psicologica ed emotiva o fisiologica. Quali?

  • Tra le cause psicologiche rientrano ansia, stress, tensione, rabbia, frustrazione, aggressività, elevata competitività, iperattività, nervosismi e un ampio spettro di disturbi emotivi.
  • Il bruxismo potrebbe essere la conseguenza anche dell’uso di antidepressivi o di stupefacenti.
  • Potrebbe essere dovuto a difetti di occlusione dentale, generati da malformazioni ossee o da un disallineamento delle arcate dentali.
  • La postura sbagliata può rivelarsi una causa scatenante del bruxismo.
  • Verificandosi spesso durante le ore del riposo notturno, è spesso correlato a disturbi del sonno.
  • Alcune patologie neurologiche hanno, tra le manifestazioni muscolari, anche il bruxismo.
  • Il consumo eccessivo di alcol, caffeina, sostanze stupefacenti o fumo di sigaretta potrebbe essere coinvolto nell’insorgenza del bruxismo.

Se a digrignare i denti sono dei bambini il problema potrebbe anche essere legato a problemi con la dentizione o alla presenza di otiti e a un conseguente tentativo dei più piccoli di alleviare il dolore derivante da queste condizioni contraendo i muscoli masticatori. Anche nei più piccoli, comunque, la causa potrebbe essere di altra natura, sia emotiva, sia fisica e vale sempre la pena indagare più a fondo con l’aiuto di un pediatra.

Gli effetti negativi del bruxismo

Lo sfregamento provocato dal bruxismo causa numerosi problemi nell’organismo, sia a livello dentale, sia all’apparato locomotore e può condurre anche a problemi di natura sistemica o psicofisica.

Innanzitutto, bruxare porta all’usura e al deterioramento delle arcate dentali. Soggetto a sollecitazioni costanti, lo smalto che ricopre i denti può limarsi e diventare più sottile, arrivando anche all’esposizione della dentina, condizione che esacerba la sensibilità della regione e induce disturbi anche gravi del cavo orale.

L’occlusione intensa e protratta può creare anche scheggiature e fratture ai denti o alterare il risultato di lavori odontoiatrici come protesi, otturazioni, capsule o ponti. Non è escluso che con il tempo i denti possano diventare ipermobili.

A fare le spese del bruxismo non sono solo i denti, ma anche le ossa mascellari, le gengive, i muscoli della masticazione e le articolazioni temporomandibolari. L’impatto negativo si avverte anche sull’apparato muscolo-scheletrico generando:

  • mal di testa;
  • secchezza delle fauci;
  • dolore alla mandibola;
  • indolenzimento alla muscolatura masticatoria, che si affatica e diventa dolente.

A causa del bruxismo si possono poi verificare degli “schiocchi” articolari quando si apre o si chiude la bocca e disfunzioni dell’apertura del cavo orale.

Il bruxismo può coinvolgere indirettamente anche gli occhi, causando stanchezza dei muscoli facciali, eccessiva pressione sui nervi e affaticamenti nella vista nei soggetti che presentano difetti di convergenza.

Non da ultimo, il bruxismo compromette pesantemente la qualità del sonno, causando numerosi micro risvegli notturni, che influiscono negativamente sulla qualità della vita diurna. L’alterazione prolungata dei ritmi sonno-veglia è pericolosa per il benessere psicofisico e un riposo scarso o non lineare può generare problematiche di salute, sia a livello psicologico, sia fisico.

Come si diagnostica il Bruxismo?

Come accennato, è raro che un paziente affetto da bruxismo possa rendersi conto in autonomia della situazione, perché spesso si tratta di atti involontari che avvengono durante la notte. In questi casi, molto spesso, il problema viene fatto emergere da familiari o conviventi del paziente, che percepiscono il digrignare o si accorgono che il soggetto interessato serra con forza le mandibole mentre dorme.

Diverso è il caso di bruxismo diurno, in questo caso è più facile accorgersi della presenza di questa parafunzione ed è possibile intervenire prontamente per analizzare le cause e trovare soluzioni efficaci a risolverla.

Spesso la diagnosi di bruxismo avviene presso l’odontoiatra, che si accorge di una condizione di abrasione o scheggiatura dei denti tale da fare ipotizzare la presenza di bruxismo. L’usura dei denti, la tipologia di lesioni o l’eccessiva sensibilità dentale sono campanelli d’allarme sulla base dei quali lo specialista può condurre indagini più approfondite.

Dopo aver individuato le alterazioni dentarie, l’odontoiatra può prescrivere al paziente degli esami diagnostici mirati alla definizione specifica del problema. Ad esempio:

  • può consigliare l’esecuzione di una radiografia ortopanoramica che evidenzi la presenza di malformazioni o problemi di malocclusione, ossia disallineamento delle arcate dentarie;
  • può indicare l’esecuzione di una polisonnografia, ovvero un esame eseguito da un esperto di medicina e igiene del sonno, orientato a comprendere le tendenze del riposo notturno del soggetto che sospetta di soffrire di bruxismo.

In alcuni casi è necessario ricorrere alla consulenza da parte di altri specialisti, come ad esempio quando vengono riconosciute problematiche psicologiche alla base del bruxismo.

Come si cura il bruxismo

Dato che il bruxismo è una parafunzione, il trattamento del fenomeno non è una vera e propria terapia, ma la messa in pratica di opportuni accorgimenti per risolvere il problema o limitarne i danni.

Non esiste, infatti, un solo trattamento risolutivo per il bruxismo, ma è necessario indagare a fondo le cause del disturbo per poter capire quali sono i suoi fattori scatenanti, in modo da limitarli o eliminarli. Il trattamento del bruxismo richiede, quindi, un approccio multidisciplinare che sia orientato a identificare le cause che hanno scatenato la tendenza a disegnare i denti o a serrare le arcate dentali in maniera involontaria.

Sono numerose, comunque, le strategie valide per prevenire e limitare le conseguenze del bruxismo, soprattutto quelle a carico dei denti, dei muscoli facciali e masticatori o delle articolazioni temporo-mandibolari.

Quali sono i possibili rimedi?

Il trattamento del bruxismo prevede principalmente l’uso di bite, rimedio d’eccellenza per questo disturbo. Si tratta di mascherine removibili realizzate in resina trasparente, da apporre sui denti per proteggere le superfici dentarie: vengono posizionate la sera prima di dormire e si frappongono tra le arcate ostacolando fisicamente il digrignamento e proteggendo le superfici dei denti dall’erosione.

Inoltre, i bite riescono anche a migliorare l’allineamento mandibolare, spesso alla base delle tensioni dei muscoli mandibolari. Grazie al bite i muscoli e le articolazioni non risultano sovraccaricate, la tensione muscolare diminuisce e viene favorito il rilassamento dei muscoli adibiti alla masticazione. Chi utilizza il bite durante la notte riporta un sensibile miglioramento delle condizioni di dolore e di tensione a carico della mandibola.

Esistono diversi tipi di bite, che possono essere morbidi o duri, di forme standard o personalizzati in base alle esigenze del paziente e preparati a seguito della rilevazione delle impronte dentali.

Qualora il bruxismo risulti collegato anche a malocclusioni o malformazioni muscolo scheletriche, il medico o l’odontoiatra suggeriranno al soggetto che manifesta questa parafunzione lo specialista a cui rivolgersi o gli approcci terapeutici più adatti a eliminare il problema.

L’aiuto dell’odontoiatra è indispensabile per il trattamento dei danni subiti dai denti durante il digrignamento. Spesso sono necessari interventi di ricostruzione della superficie dentale o di intere porzioni di denti e, anche dopo l’intervento, è consigliabile continuare a utilizzare il bite fino a che il fenomeno non si sia risolto.

Nel caso in cui si sospetti o si accerti che il bruxismo ha origini psicologiche, è indispensabile ricorrere alla consulenza di uno psicoterapeuta competente, che possa aiutare il soggetto a comprendere le origini degli stati tensivi e dello stress che manifesta e a impostare un percorso valido per alleviarli e tornare alla normalità. Per ridurre lo stress emotivo è utile anche provare le discipline olistiche più in voga, come lo yoga, la meditazione, il training autogeno, la mindfulness o il pilates. Bastano anche, spesso, delle passeggiate nel verde per la pratica di attività sportive leggere, per lenire gli stati ansiosi, distendere la muscolatura e sperimentare risvolti positivi anche sulla sfera mentale.

Un buon modo per evitare il bruxismo è cercare di prevenirlo, attraverso uno stile di vita sano, equilibrato e positivo, che tenga entro limiti di soglia lo stress. È opportuno prendersi cura dell’organismo attraverso una dieta bilanciata, l’idratazione costante e l’eliminazione di abitudini scorrette, come il consumo di alcool, fumo o junk food.

Ridurre i fattori scatenanti del bruxismo è indispensabile per eliminare il problema estirpandolo alla radice.

 

Fonti bibliografiche

FAQ

Come risolvere il bruxismo?

Il rimedio del bruxismo per eccellenza è il bite, ovvero una mascherina removibile da applicare sui denti per proteggere le superfici dentarie e migliorare l’allineamento mandibolare.

Come evitare il bruxismo?

Un buon modo per evitare il bruxismo è cercare di prevenirlo, attraverso uno stile di vita sano, equilibrato e positivo, che tenga contribuisca a ridurre i livelli di stress.

Come capire se si soffre di bruxismo?

In caso di bruxismo diurno, il soggetto potrà accorgersi da solo della tendenza a digrignare i denti. In caso di bruxismo notturno, è più probabile che siano i conviventi a far notare il fenomeno a chi ne soffre e a incoraggiarlo a trattarlo.