Rania di Giordania, la nonna più glamour del mondo

Quando viene nominata la Giordania, la prima persona che viene in mente Rania, l'affascinante Regina da sempre impegnata a far valere i diritti dei più deboli

Foto di Gilda Faleri

Gilda Faleri

Royal editor

Royal Watcher toscana laureata in comunicazione. Conduce un programma TV dedicato alle famiglie reali e ha fondato uno dei primi blog italiani a tema royals.

Pubblicato: 20 Settembre 2024 16:00

Ha compiuto 54 anni poco meno di un mese fa ed è diventata nonna il 3 agosto 2024 della sua prima nipote, Iman. Incarnazione della grazia e del fascino regale, la Regina Rania si distingue da anni come una delle reali più eleganti del mondo.

Da quando ha sposato l’allora Principe Abdullah di Giordania – ora Re Abdullah II – nel 1993, Rania di Giordania ha affascinato il mondo con il suo impeccabile stile regale. Elegante tanto nei tradizionali abiti giordani, quanto in abiti occidentali, la Regina è sempre perfetta in ogni occasione. “Ma alla fine, spero che sia il mio lavoro a definirmi, non il mio guardaroba”, ha affermato la Regina alcuni anni fa ad Harper’s Bazaar Arabia.

Una Regina per caso

Rania non sarebbe mai dovuta diventare regina consorte. Quando, il 10 giugno 1993, Rania Al-Yasin ha sposato Abdullah di Giordania, il figlio maggiore di Re Hussein avuto dalla seconda moglie Antoinette Avril Gardiner,  – conosciuta come Muna, dalla quale aveva divorziato anni prima – il suo amato era semplicemente un principe e non era il primo in linea di successione al trono. Il padre di Abdullah regnava con la sua quarta moglie, l’americana Lisa Halaby, nota come Regina Noor. Il fratello di Re Hussein, Hassan, era il principe ereditario.

Durante i sei anni tra il loro matrimonio e la morte di Re Hussein, avvenuta nel 1999, Rania e Abdullah erano solo giovani reali, ammirati come coppia glamour. Quasi un anno dopo il loro matrimonio, è nato il primo figlio, chiamato come il nonno. Dopo di lui sono arrivati altri tre figli: la Principessa Iman, la Principessa Salma e il Principe Hashem.

Poco prima di morire, Re Hussein ha cambiato la linea di successione dinastica, scavalcando Hassan e nominando al suo posto il figlio Abdullah principe ereditario. Due settimane dopo, il re è morto e Abdullah, che aveva appena compiuto 37 anni, è diventato il nuovo re del regno hashemita di Giordania, il 7 febbraio 1999.

Re Abdullah e la Regina Rania di Giordania il giorno dell'investitura, il 9 giugno 1999
Fonte: Getty Images
Re Abdullah e la Regina Rania di Giordania il giorno dell’investitura, il 9 giugno 1999

“È stato un grande shock per me”, ha raccontato Rania, “Prima di tutto, perdere il re, che tutti amavamo così tanto. E poi, l’altra cosa”. La morte di Hussein all’età di 63 anni e la nuova successione sono state uno shock per tutta la Giordania, ma la gente si è radunata felicemente nelle strade per festeggiare il nuovo Re e la sua affascinante moglie.

La storia si ripete: pochi anni fa è cambiato nuovamente il principe ereditario, creando scompiglio nella corte hashemita e negli equilibri mediorientali. Il Principe Hamzah, figlio di Noor, che ha mantenuto il suo titolo onorifico di Regina, era il prossimo in linea di successione al trono, ma il Re ha cambiato in favore di suo figlio primogenito, il Principe Hussein.

Da commoner a principessa

Come altre regine o principesse consorti, Letizia Ortiz, Regina consorte di Spagna, o Kate Middleton, oggi Principessa del Galles, la Regina Rania di Giordania è una commoner. Non è giordana di nascita, ma è nata in Kuwait da una famiglia palestinese costretta ad emigrare a causa dei conflitti bellici che hanno colpito la sua terra.

Rania Al-Yassin è nata il 31 agosto 1970, ha studiato presso l’Università Americana del Cairo, ricevendo un’istruzione di stampo occidentale e laureandosi, nel 1991, in Business Management. Ha iniziato subito a lavorare nel settore finanziario presso Citibank e, successivamente, nel settore delle tecnologie dell’informazione, ad Amman, nello specifico per la multinazionale americana Apple.

Il Principe Abdullah e sua moglie Rania nel giorno del loro matrimonio con il Re Hussein e la Regina Noor
Fonte: Getty Images
Rania e Abdullah nel giorno del loro matrimonio con la Regina Noor e il Re Hussein

Proprio in quel periodo, nel gennaio del 1993, una sera Rania è invitata a cena da una delle sorelle dell’allora Principe Abdullah. Pare che lui non fosse nella lista degli invitati a causa di impegni ma alla fine è riuscito ad arrivare alla cena e ha conosciuto Rania. I due giovani hanno iniziato una conoscenza e dopo soli due mesi il loro fidanzamento è stato annunciato ufficialmente, seguito dalle nozze nel giugno dello stesso anno.

Un giorno lui, appassionato di rally, ha invitato Rania a fare un giro salendo in montagna, guidando ad una certa velocità, come ha raccontato la Regina ad Antonella Clerici, durante il Festival di Sanremo, il 17 febbraio 2010: “Quando siamo arrivati in cima, davanti a una vista bellissima, lui si è dichiarato e io gli ho detto sì. Forse ero così contenta di aver salva la vita, che avrei detto sì a qualsiasi richiesta”.

Rania di Giordania parla con la conduttrice Antonella Clerici sul palco del Teatro Ariston durante il Festival di Sanremo
Fonte: Getty Images
Rania di Giordania parla con la conduttrice Antonella Clerici sul palco del Teatro Ariston durante il Festival di Sanremo

L’impegno continuo per i diritti delle donne e dei bambini

Da quando è diventata Regina, Rania si occupa molto della sfera sociale sia del suo Paese, sia dei diritti dei bambini e delle donne di tutto il mondo.

A livello nazionale, Rania è impegnata nella riforma e nel progresso del sistema educativo pubblico, infatti, ritiene che ogni bambino giordano debba avere accesso non solo ad ambienti di apprendimento stimolanti, ma anche a insegnanti preparati e a tecnologie che lo colleghino al mondo. Attraverso la Queen Rania Foundation for Education and Development (QRF), la Regina contribuisce allo sviluppo del settore dell’istruzione attraverso molte iniziative, includendo realtà private a sostegno delle cause.

La Regina ha molto a cuore anche l’emancipazione femminile in Giordania, che cerca di favorire con progetti che coinvolgono le donne e le loro comunità, provando ad aiutare a migliorare i servizi per le famiglie, salvaguardando sempre l’infanzia.  “L’istruzione per le ragazze è il miglior investimento che si possa fare, perché l’effetto a catena riguarda moltissimi aspetti: salute, mortalità infantile, emancipazione economica, tutto trae beneficio dall’istruzione delle ragazze”, ha affermato la Regina.

La Regina Rania di Giordania e Camilla, all'epoca Duchessa di Cornovaglia, visitano una scuola secondaria ad Amman nel 2013
Fonte: Getty Images
La Regina Rania di Giordania e Camilla, all’epoca Duchessa di Cornovaglia, visitano una scuola secondaria ad Amman, nel 2013

Rania è autrice di alcuni libri per bambini, tra cui il best-seller del New York Times “Lo scambio dei panini”, ispirato alle sue esperienze infantili. Inoltre, promuove da sempre l’innovazione, la tecnologia e l’imprenditorialità nella società, soprattutto tra i giovani.

Rania di Giordania usa la sua fama e la sua posizione privilegiata – Forbes l’ha collocata tra le 100 donne più influenti al mondo nel 2009 – per promuovere cause collettive. Una delle sue più grandi battaglie è quella per l’abolizione dei crimini d’onore (commessi contro membri della famiglia, solitamente donne, che sono accusati di aver causato disonore alla famiglia).

Oltre a essere influente nei luoghi di potere, Rania di Giordania è anche molto presente sui social media nei quali è seguita da milioni di persone. Sui social si mostra anche nel ruolo di madre, moglie e adesso anche nonna, con la piccola Iman tra le braccia.

A livello internazionale, la Regina è da sempre una grande sostenitrice della pace e del dialogo tra i popoli. Come si legge nella biografia del suo sito ufficiale: “I suoi sforzi per sfidare gli stereotipi su arabi e musulmani e promuovere una maggiore comprensione e accettazione tra persone di tutte le fedi e culture, le sono valsi un riconoscimento globale”.

Un argomento che sta molto a cuore alla Regina

Rania si batte per i diritti e i bisogni dei rifugiati e delle popolazioni più vulnerabili del mondo. Ha partecipato a numerosi eventi mondiali correlati all’argomento e ha visitato campi profughi in Giordania, Grecia e Bangladesh.

Per Rania è fondamentale che suo marito mantenga aperti i confini, soprattutto da quando è iniziato l’esodo di massa nel 2011. “Mio marito ordina ai suoi soldati di chiudere i confini? Come farà a dormire la notte? Non è mai stata una questione di sì o no, è sempre stata una questione di come faremo a far funzionare le cose”, ha detto la Regina Rania al Times nel 2017.

Rania di Giordania incontra i rifugiati musulmani Rohingya durante la sua visita al campo di Kutupalong nel 2017, in Bangladesh
Fonte: Getty Images
Rania di Giordania incontra i rifugiati musulmani durante la sua visita al campo di Kutupalong nel 2017, in Bangladesh

Pochi giorni fa, Rania di Giordania è andata a Cernobbio, ospite al Forum Ambrosetti, con una proposta sviluppata in cinque punti per provare a terminare la guerra a Gaza e “arrivare a una pace giusta” tra israeliani e palestinesi. “Il primo punto è che il diritto internazionale deve prevalere senza eccezioni”, ha spiegato la Regina.

Grazie alla sua posizione all’interno delle Istituzioni sovranazionali, Rania contribuisce al lavoro della Fondazione delle Nazioni Unite e del World Economic Forum. Collabora con UNICEF e ha fatto parte del gruppo nominato dalle Nazioni Unite che ha fornito consulenza sul contenuto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che mirano a migliorare la vita di milioni di persone entro il 2030.

Attenta anche alle questioni ambientali, la Regina è membro del Consiglio del Premio Earthshot per l’ambiente, lanciato dal Principe William.

Rania di Giordania ed Elisabetta II nel 1999
Fonte: Getty Images
Rania di Giordania ed Elisabetta II nel 1999

“Pensi che sia una favola”, ha esclamato durante un’intervista alla rivista O, The Oprah Magazine alcuni anni fa. “Sembra una favola, ma in realtà non è una favola. Essere regina è sopravvalutato”, ha detto. Essere regina, ha specificato, è più come gestire un’azienda molto grande e molto seria.