Tra i dubbi che possono sorgere in una mamma alla prima gestazione, c’ è se possa volare in gravidanza e, qualora ci fosse un limite, entro quale mese. Volare, infatti, potrebbe essere indispensabile, qualora la donna lo faccia frequentemente per lavoro oppure quando abbia voglia di fare un viaggio, prima di immergersi nei primi mesi della maternità.
Sappiamo che le gravidanze non sono tutte uguali: alcune sono faticose, sino a poter diventare complicate, altre, invece, non causano alcun effetto gravoso o rischioso, per questo il nostro interlocutore deve essere sempre la ginecologa o il ginecologo che abbiamo scelto per il nostro percorso. Egli od ella, infatti, potranno rispondere alle domande relative al nostro singolo caso.
Abbiamo intervistato la dottoressa Elsa Viora, medico chirurgo specializzato in ginecologia, per sapere se volare in gravidanza sia possibile e fino a che mese, in assenza di impedimenti particolari.
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Prendere l’aereo in gravidanza
Quando viaggiamo abbiamo l’ obbligo di informarci delle regole previste dalle compagnie aeree, come principio generale. A maggior ragione, in caso di donne in gravidanza, è importante verificare se siano previste limitazioni specifiche. Il tema delle diverse regole imposte dalle compagnie lo approfondiremo a breve ma, prima di tutto, capiamo se ci sono rischi generali in caso di viaggio in aereo durante il nostro stato interessante. Ecco cosa ci ha risposto la dottoressa Viora, rispetto ai pericoli per coloro che volano in gravidanza.
“Volare in gravidanza non è un problema, in assenza di specifiche criticità, e lo si può fare fino al termine del periodo di gestazione. Il volo non aumenta il rischio di parto pre-termine né di rottura delle membrane né di altre complicanze della gravidanza.
L’unico problema potrebbe derivare dall’ immobilità per lungo tempo, che potrebbe aumentare il rischio di fenomeni trombo-embolici venosi. In realtà, gli studi pubblicati si riferiscono alla popolazione generale e non ci sono dati specifici per quanto riguarda le donne in gravidanza”.
Sempre parlando in generale, il trimestre migliore per viaggiare in aereo rimane quello centrale. Il secondo trimestre è infatti quello in cui la donna ha più energie, maggiore forza, ma soprattutto sono ridotte le criticità relative al primo e all’ultimo trimestre. Premesso quanto detto da Viora, come anticipavamo, è importante informarsi presso le compagnie aeree, prima effettuare l’acquisto del biglietto, per evitare cattive sorprese. Infatti, in alcune non è consentito il volo alla donna in gravidanza tra la 34°/36° settimana di gestazione, o dalla 32° settimana, in caso di gravidanze gemellari. Le compagnie aeree lo fanno per tutelarsi da un parto in volo.
Inoltre, le compagnie aree potrebbero richiedere, oltre la 28° settimana, la certificazione firmata dal ginecologo che riporti il buono stato di salute della mamma e la data presunta del parto, sempre nell’ottica di maggiori garanzie. In caso di voli intercontinentali è un’ipotesi da non trascurare e che perciò è meglio appurare con attenzione.
Quali sono i rischi e le precauzioni da prendere
La dottoressa Viora ha parlato di rischi legati non al volo ma all’inevitabile immobilità, in aereo. Vediamo se è possibile mettere in atto piccole precauzioni, per fare un viaggio più sereno anche con un bel pancione.
“I rischi sono collegati, nella popolazione generale, ad eventuali eventi trombo-embolici, ad ogni modo molto rari, e segnalati solo per voli lunghi, cioè di durata superiore a quattro ore. A scopo prudenziale può essere opportuno, nei voli lunghi, fare esercizi di stretching con le gambe, alzarsi e fare una camminata lungo il corridoio, bere molto ed utilizzare calze anti-trombo”.
Al di là delle calze, che potrebbero proprio essere prescritte dal professionista di fiducia, è bene sempre indossare abiti molto comodi come ampi vestiti o morbide tute, in caso di voli molto lunghi fanno decisamente la differenza, se il pancione è in stato avanzato.
Viaggiare in auto ed in treno, quando si è incinta
Abbiamo visto le regole base ed i consigli della ginecologa Viora per i viaggi in aereo. Vediamo, sempre attraverso le sue parole, se ci sono dei limiti per viaggi più comuni, come gli spostamenti in auto o in treno, per le donne in gravidanza.
“Anche per i viaggi in auto o in treno non vi sono limiti temporali, ovviamente in assenza di complicanze già note della gravidanza. In caso di viaggi lunghi, sempre più di quattro ore, può essere opportuno mettere in atto procedure di prevenzione. Per i viaggi in auto, sarà consigliato fare delle soste ogni 3-4 ore in modo da poter camminare, bere e svuotare la vescica. Va ricordato che la cintura di sicurezza va sempre indossata (non è pericolosa, anzi è pericoloso non usarla), ovviamente nel modo corretto.
Per i viaggi in treno è tutto più semplice perché ci si può alzare, camminare, insomma vi è, in teoria, maggiore libertà di movimento. Va segnalato che, anche per viaggi di lunga durata, non vi è un’automatica indicazione ad assumere farmaci a scopo preventivo, quali acido acetilsalicilico né eparina a basso peso molecolare. Il consiglio è di parlarne con il ginecologo o ostetrica di fiducia che conosce la situazione specifica della singola donna”.
Il tema del volo in caso di gravidanza è strettamente legato a ciò che si possa fare e a ciò che, al contrario, è assolutamente sconsigliato durante la gestazione. L’importante, sempre in assenza di patologie o di particolari criticità, è essere caute, imparare ad ascoltare il proprio corpo, senza eccedere ma anche senza limitarsi. La gravidanza non è una malattia, come spesso si dice, ma è anche uno stato importante che va tutelato. Ad esempio, ci sono discipline, come lo yoga, che fanno benissimo in gravidanza, e che si possono praticare anche sino alle ultime settimane, mentre altri sport od attività devono essere sospesi, con l’avvicinarsi dell’ultimo periodo. Proprio perché ogni gravidanza è diversa è necessario affidarsi ed interfacciarsi sempre con la persona giusta. La sintonia con ella od egli è imprescindibile, perché sarà il nostro punto di riferimento per ogni dubbio.