Pregrafismo: quando e come iniziare i bambini alle lettere

Perché i bambini di oggi hanno più difficoltà nello sviluppo della motricità fine, necessaria alla pregrafia

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Se avete figli piccoli, di circa quattro anni, avrete sentito parlare di pregrafismo, un termine da maneggiare con cura che coinvolge i bambini sotto molti aspetti, anche quelli motori.

Grazie alla dottoressa Tiziana Scarnata, ex docente alla scuola superiore, da molti anni approdata all’insegnamento nella scuola primaria, facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento, e sulla connessione fra sviluppo delle diverse motricità nel bambino e la pregrafia.

Cos’è il pregrafismo

“Con il termine pregrafismo (o prescrittura), si intende la pluralità di quelle attività destinate generalmente a bambini dell’età di anni 4, mirate a sviluppare la coordinazione oculo-manuale e l’impugnatura corretta della matita, nel momento in cui il bambino comincia a tracciare linee o a colorare su un foglio.  Il pregrafismo è una prima attività grafica che il bambino svolge sotto forma di gioco ed è antecedente alla scrittura e al disegno”.

Quando iniziare ad approcciare lettere, simboli e sillabe

Se, da un lato, ci sono genitori che non si interrogano su quando far approcciare i propri figli alle lettere, aspettando che sia la scuola ad avviare il bambino a questo insegnamento, altri invece scalpitano, volendo anticipare i tempi. Questi ultimi si domandano anche come fare, attraverso quale metodo.

“L’approccio a lettere, numeri e sillabe avviene intorno ai quattro anni, quando il bambino è in grado di riprodurre, copiando, dei simboli assegnati. Prima di quell’età, il bambino tende naturalmente a disegnare delle linee orizzontali che, via via, diventano più ondulate. Imitare la scrittura dei grandi lo invoglia a tenere un foglio davanti a sé e a tracciare segni”.

Esercizi per imparare a scrivere

Sappiamo che per i bambini l’apprendimento passa dal gioco. Non a caso, si dice che per loro il gioco rappresenti un lavoro. Le attività ludiche, spesso, non sono finalizzate a se stesse, m attraverso di esse, che siano giochi fisici o manuali, il bambino fa esperienza ed apprende nuovi insegnamenti. Lo stesso concetto è alla base delle schede dedicate al pregrafismo.

Come asserisce la dottoressa Scarnata, “Ai bambini vengono assegnate delle schede, che servono ad imparare a tracciare le linee, o a chiudere delle linee aperte, a punteggiare o a seguire un tratto. Le parole vengono tratteggiate oppure colorate o riempite. Ci possono essere anche simulazioni di segni grafici attraverso il movimento del corpo. Nelle schede di pregrafismo l’esercizio viene celato sotto forma di gioco e disegno, perché quello è il momento in cui il bambino conosce e apprezza le attività ludiche”.

Pregrafismo

Il bambino può imparare a scrivere prima delle elementari?

Secondo una scuola di pensiero, insegnare ai bambini a scrivere o addirittura a leggere, prima che questi inizi la scuola primaria, potrebbe essere controproducente. Il bambino, secondo alcuni, rischierebbe di essere poco stimolato in classe, meno attento, perché gli verrebbero proposte nozioni che già conosce. Ma non tutti la pensano così.

Per la Scarnata, “giungere a scuola con dei buoni requisiti non è affatto controproducente. Già nella scuola materna, il bambino prova una naturale propensione a cercare di interpretare le scritte che vede intorno a sé. Certamente imparare a scrivere è una cosa diversa, uno step che avviene intorno ai sei anni, ma i bambini, già intorno ai cinque, riescono ad associare il simbolo al suono e a scrivere le lettere dell’alfabeto a memoria, senza ricopiarle”.

Motricità globale e motricità fine: cosa sono

Legata al pregrafismo è la motricità del bambino ma anche la sua capacità ad orientarsi nello spazio e nel tempo. Strano a dirsi ma assolutamente lineare. Tiziana Scarnata ci aiuta a capire di cosa si tratta e perché le due motricità sono strettamente legate all’apprendimento delle lettere e dei numeri.

La motricità globale riguarda tutti quei movimenti con i quali il bambino percepisce il suo corpo nello spazio, mentre la motricità fine riguarda i movimenti della mano, delle dita e del polso.

L’orientamento spaziale è uno dei componenti grafo-motori da tenere in considerazione quando si valutano le abilità di un bambino. Pur iniziando a  leggere e scrivere in modo significativo nella scuola primaria, vi sono delle importanti abilità visuo-spaziali che necessitano di essere sviluppate in età prescolare e che rappresentano i requisiti di base per l’apprendimento della lettura e della scrittura.  Nel tratto infantile del disegno, ad esempio, possono cogliersi molti aspetti della psicologia infantile”.

Cellulari e Tablet nemici della pregrafia

I bambini di oggi se, da un lato, arrivano a scuola con maggiori conoscenze ed abilità, rispetto ad un tempo, da un lato possono avere maggiori difficoltà rispetto a quella motricità fine che, come abbiano compreso, è strettamente legata alla pregrafia. Purtroppo, ancora una volta, è l’uso degli smartphone e simili, a creare criticità.

“Oggigiorno si riscontra una maggiore difficoltà nello sviluppo della motricità fine. Abituati sin da piccolissimi a maneggiare smartphone e tablet, i bambini non rinforzano quei movimenti che sono necessari alla pregrafia. Nonostante l’utilizzo dei polpastrelli sugli strumenti tecnologici, la motricità fine non viene sviluppata e le abilità motorie, necessarie allo sviluppo della pregrafia, vengono inibite”.

A che età bisogna imparare a scrivere

A chi pensava di essersi lasciata alle spalle le gare ed i confronti sui bambini, alla fase del gattonamento o della prima lallazione, bisogna dare una cattiva notizia. Anche a scuola elementare, i confronti possono essere all’ordine del giorno. Non necessariamente in termini meramente competitivi, ma anche solo finalizzati ad appurare lo stadio nel quale si trova il proprio figlio, rispetto al resto dei suoi coetanei.

La Scarnata ci rassicura, confermando che non tutti i bimbi rispettano i medesimi tempi: “I bambini, generalmente, imparano a scrivere in modo fluente tra i 5 e i 7 anni. Però non si può certo dire che ciò vale per tutti. Ci sono bambini che hanno bisogno di tempi più lunghi e che hanno maggiori difficoltà, perché non hanno sviluppato in maniera adeguata la memoria visiva e le capacità percettive. Questo vale sia per le lettere che per i numeri, non essendoci alcuna differenza sostanziale nel loro apprendimento”.

Per cui, keep calm e concediamo ad ogni bambino il proprio tempo. Nessuna gara fra di loro è bene accetta, perché ciò che conta è il traguardo finale, che, prima o poi, tagliano tutti. Sì, anche quello arrivato ultimo alla sfida del gattonamento più veloce del west!